Modena, dal grande progetto “Pietre” nasce “Memorie di pietra e parole”

MODENA – Dal progetto Pietre della Memoria, ricco di vivaci momenti di  collaborazione tra scuole e ANMIG, in cui i giovani si mettono in gioco con i loro docenti  ed accettano la sfida della ricerca storica ed artistica, nascono, suggerite dall’incontro con le Pietre e con  i protagonisti delle guerre del ‘900, idee e strade non sperimentate prima. 
Parleremo di una di queste:
Il giorno 10 aprile 2019 nella sede della sezione ANMIG di Modena sono entrati giovani studenti  appartenenti a diverse classi dell’ITES Jacopo Barozzi, per conoscere l’Associazione ed i suoi obiettivi statutari, i suoi volontari e le loro  attività rivolte alla conservazione della Memoria, e per vedere la Casa del Mutilato. L’incontro, vivace , intessuto di emozionate riflessioni personali, da parte dei soci Adriano Zavatti e Roberta Cavani e degli studenti, era una tappa di un articolato progetto cominciato  mesi prima con l’appoggio di ANMIG. L’inizio: un percorso tra le strade di Modena, davanti al Sacrario della Ghirlandina, alla ricerca di altre Pietre ricordo di vite e di storie.  
La conclusione: al Teatro delle Passioni, il 27 ed il 28 maggio, con lo spettacolo  dal titolo “452 – Antigone e la Resistenza”, patrocinato dal Comune di Modena e da ANPI, in collaborazione con Istituto Storico di Modena e con gli attori  Daniel Degli Esposti, Paola Gemelli, in cui le biografie dei Caduti adattate per essere interpretate da ragazzi di oggi, alcuni dei quali di origine straniera, portavano in scena la tragedia. Scarna ma significativa la scena: le fotografie dei Caduti, un bando di condanna a morte, poveri indumenti appesi al filo spinato ed un cumulo di “Pietre” vicino al catafalco di Polinice fratello di Antigone. Le repliche hanno registrato il tutto esaurito ed una entusiastica accoglienza da parte del pubblico che ha premiato con una vera ovazione il docente coordinatore  Vito Valente, gli studenti protagonisti, i docenti – attori e tutti i collaboratori. 
Riportiamo la sintesi fornita  dal Prof Vito Valente docente referente del Progetto.
Notizie sul progetto
Il progetto si chiama  “Memorie di pietra e parole”, si tratta di un percorso che ha messo insieme ricerca storica e teatro. Il punto di partenza sono state le tante lapidi, targhe e i cippi partigiani sparsi nel territorio modenese. Spesso si passa accanto a questi piccoli monumenti senza farci caso, con gli occhi fissi sul cellulare e senza degnarli di uno sguardo. Un gruppo di 24 studenti dell’ Ites  Barozzi di Modena ha deciso di andare a “riscoprire” questi manufatti, ha provato a studiare, capire ed a volte immaginare le vite, le scelte ed i destini di quei nomi così “anonimi” che hanno contribuito alla nostra attuale libertà. I ragazzi hanno scoperto tante cose: in mezzo a quei nomi ci sono vicende diversissime, non sono tutti partigiani, c’è chi è morto per caso, chi in una rappresaglia, chi per aver nascosto un soldato inglese, chi per aver avuto in tasca un volantino. In generale i ragazzi hanno imparato qualcosa, oltre che della Grande storia, anche della Piccola storia, quella quotidiana fatta a volte solo di voglia di sopravvivere alla guerra. 
In questi mesi gli studenti hanno approfondito alcuni profili biografici tra i 452 presenti sul territorio modenese, sono stati all’Istituto Storico per attività di ricerca, hanno effettuato un trekking storico sui luoghi assieme allo storico Daniel degli Esposti, sono scesi negli archivi sotterranei del Barozzi dove hanno potuto toccare con mano documenti originali (pagelle, registri) degli anni  ’30 e ‘40.
In questo percorso, l’incontro con ANMIG Modena è stato un’occasione per ampliare il discorso su di un aspetto poco battuto: la guerra provoca feriti oltreché morti, migliaia di persone che sopravvivono agli eventi con addosso i segni fisici o psicologici della tragedia. Gli studenti sono stati molto incuriositi dal conoscere le testimonianze di chi è tornato, e magari le motivazioni per cui ha poi deciso di non parlarne più. Si tratta di un discorso che è rimasto aperto, uno spunto da cui partire per altri percorsi come questo e che meriterebbe un approfondimento a parte, perché la condizione del sopravvissuto alle “ingiurie” della vita è una metafora attuale e potentissima.
Sinossi spettacolo
Modena Spoon River”, avrebbe potuto chiamarsi così questo spettacolo perché moltissime sono le lapidi partigiane che popolano vie e piazze della città. Ci passiamo accanto ogni giorno e quasi mai ci facciamo caso, eppure si tratta di storie che hanno forgiato l’identità del luogo in cui viviamo. Non c’è alcun Helmer né Kate, nessuna Maggie o Charlie ma Selvino, Bruno, Ofelia e Arrigo. 452 vite che raccontano una storia vecchia come il mondo: quella di chi si è ribellato a leggi ingiuste in nome di principi più alti come la pietà e la libertà, esattamente come accadde ad Antigone. Un gruppo di ragazzi ha provato a raccontare alcune di queste vite a partire dall’ostinazione di una ragazza di Tebe del V secolo a.C. L’urgenza è la stessa di allora: “come pensare migliore” la propria città ed i suoi abitanti.
Roberta Cavani