110964 - Lapidi ai Caduti nella Liberazione – Massa Marittima

Lapidi a perenne riciordo di quanto hano sacrificato la propria vita nella lotta di Liberazione nei territori di Massa Marittima, Niccioleta, Castelnuovo Val di Cecina, Frassine, Pallerone, Monterotondo M.mo. Fra i nomi c’è quello di una figura straordinaria e intensa di donna: Norma Pratelli Parenti uccisa il 22 giugno 1944 ad un “soffio” dalla liberazione di Massa Marittima.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Giuseppe Garibaldi, Municipio
CAP:
58024
Latitudine:
43.050192813424765
Longitudine:
10.888048293254087

Informazioni

Luogo di collocazione:
Municipio
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Informazione non reperita
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Amministrazione Comunale, Associazioni, Comunità locale
Notizie e contestualizzazione storica:
Tratto da Grossetocontemporanea:

“Durante la lotta antifascista, la generosa popolazione sosteneva coraggiosamente le valorose forze partigiane nella sua Resistenza e dava alla causa della libertà, con la difesa degli impianti minerari della Niccioleta e la conseguente cruenta repressione, largo contributo di combattenti, di sangue e di sofferenza”: con questa motivazione al Comune di Massa Marittima è stata attribuita la medaglia d’argento al valor militare. Altre quattro medaglie al valor militare ottenute per la partecipazione alla lotta di liberazione massetana: d’oro quella di Norma Pratelli Parenti, d’argento quelle di Elvezio Cerboni, Alfredo Gallistru, Remo Meoni.

La spiegazione dell’intensa partecipazione alla lotta di Liberazione della popolazione di Massa Marittima va ricercata nella compenetrazione di più culture politiche: quella tradizionale repubblicana, mazziniana e garibaldina, di origine ottocentesca, quella anarchica e quella socialista/comunista, radicatesi nel territorio grazie alla nascita precoce e alla portata del movimento operaio e sindacale.

( N.d.r. si veda a tale proposito la scheda del “Memoriale” di Massa Marittima )

Il contributo della Resistenza civile a sostegno della Resistenza armata è stato essenziale: il cibo e la protezione offerti dai contadini, i collegamenti assicurati dalle staffette, la solidarietà dei minatori, la complicità del clero, la disobbedienza della magistratura.
La prima mobilitazione, a pochi giorni di distanza dalla proclamazione della Repubblica Sociale Italiana, nel settembre 1943, fu il raggruppamento dei cosiddetti “ragazzi della Torre”, una ventina di giovani che scelsero di darsi “alla macchia”. Contemporaneamente, un gruppo di antifascisti costituì il Comitato di Liberazione Nazionale di Massa Marittima. Di lì a poco, la formazione di una vera banda partigiana, numerosa ed agguerrita, comandata dal giovane Elvezio Cerboni, ingrossata da ragazzi decisi a non rispondere al bando di arruolamento emanato dal ministro del governo fascista repubblicano Graziani.
Fin dall’ottobre del 1943 il capo della Provincia, Alceo Ercolani, si distinse nel perseguire accanitamente i renitenti alla leva, tanto che il suo comportamento fu encomiato dal comando militare tedesco, e le misure da lui adottate indicate “ai prefetti e ai capi di provincia come degne di imitazione”. “Avvisi agli sbandati”, circolari, telegrammi ai podestà dei comuni annunciavano che per i disobbedienti sarebbe avvenuto “l’inesorabile”, mentre minacciavano severe punizioni alle famiglie. A questo clima di feroce repressione si oppose un magistrato coraggioso, il pretore di Massa Marittima Donato Giuseppe De Marco, che rifiutò di assecondare la persecuzione delle famiglie dei renitenti, meritando di essere citato da Piero Calamandrei, a guerra finita, come esempio di coscienza libera.
Agli ordini fascisti si sovrapponevano le disposizioni del comando militare tedesco, tese ad annientare le bande, che impedivano il controllo del territorio. Rappresaglie e violenza gratuita colpirono sempre più duramente anche la popolazione civile.
Il 4 novembre 1943 il massetano Mario Chirici, antifascista repubblicano proveniente da un’esperienza di lotta partigiana in Istria, si incontrò con un nucleo di partigiani, guidati da Renato Piccioli. Per investitura del CLN di Massa Marittima, il 6 novembre sostituì Elvezio Cerboni al comando della banda, che dal gennaio 1944 sarà la III Brigata Garibaldi. Nuove adesioni e frazionamenti disegnarono una complessa geografia di gruppi armati, che resero difficilissimo il controllo del territorio alle forze militari e civili fasciste ed alle unità della Wermacht, come testimoniano le relazioni delle Militarkommandanturen germaniche.
Il contributo delle azioni militari dei partigiani massetani si sviluppò ampiamente nel territorio delle Colline Metallifere, fino a Suvereto e Monterotondo. L’episodio più tragico rimane la “battaglia del Frassine”, il 16 febbraio del 1944, che fu in realtà l’epilogo di un rastrellamento condotto con grande dispiegamento di forze, sollecitato da una spia fascista. I partigiani, sorpresi nel sonno, accerchiati e catturati, furono in parte uccisi, in parte trasferiti a Firenze, nel carcere delle Murate. Il lutto per le perdite e lo sbandamento di tutto il movimento partigiano provocarono dolore, ma anche risentimenti e polemiche sulla conduzione delle azioni militari. Fu ragione ulteriore di divisione tra la componente comunista, che faceva riferimento al commissario politico Giorgio Stoppa, e quella repubblicana di Chirici, contestato anche per la scelta di subordinare la banda massetana al Raggruppamento Monte Amiata del colonnello Croci, monarchico.
Il costo in vite umane è stato alto da ambedue le parti in lotta. Tra i partigiani, oltre alle cinque vittime del Frassine – Silvano Benedici, Pio Fidanzi, Otello Gattoli, Salvatore Mancuso, Remo Meoni –, molti altri caduti nel corso di scontri armati, tra cui il tenente Alfredo Gallistru, sardo, ma partigiano massetano per elezione. Fu ucciso nel carcere delle Murate, dove era stato trasferito dopo la cattura, Elvezio Cerboni.
Molti civili, che scelsero la solidarietà con il movimento partigiano, subirono violenze o trovarono la morte.
L’episodio che destò la più forte emozione e il più fermo sdegno fu la morte della staffetta Norma Pratelli Parenti, il 22 giugno 1944. La sua straordinaria storia richiama la tragedia di Antigone: anche lei scelse “la legge del cuore”, disobbedendo all’ordine del tiranno di non dare sepoltura ai partigiani morti e fu uccisa.
Offrirono sostegno ai resistenti due sacerdoti: Don Angelo Biondi, componente del CLN di Suvereto, e Don Ugo Salti, che, costretto dalle persecuzioni fasciste ad abbandonare il suo ruolo di parroco di Follonica, si unì ai partigiani.
Le memorie partigiane ci consegnano la cronaca di numerose azioni della bande nella tarda primavera del 1944. Nei giorni che precedono la Liberazione all’inizio della ritirata dei soldati della Wermacht e delle SS si accompagnano le uccisioni dei civili. Le immagini di un Combat film girato dagli operatori americani, conservato nell’archivio ISGREC e in parte presente anche tra la documentazione dell’Istituto Luce (link), documentano l’ultimo tratto del cammino di un numeroso gruppo di partigiani – tra cui è identificabile Mario Chirici – verso Massa Marittima. Gli alleati vi entrarono il 24 giugno. Ai componenti delle bande, immediatamente dopo il loro ingresso in Massa Marittima, fu dato l’ordine di consegnare le armi.

Contenuti

Iscrizioni:
PARENTI PRATELLI NORMA M.M. 22-6-1944 – MEDAGLIA D’ORO AL VALOR M.
CERBONI ELVEZIO PISA 21-6-1944 - MEDAGLIA D’ARGENTO AL VALOR M.

NICCIOLETA 13-6-1944
BAFFETTI RINALDO
BARABISSI BRUNO
CHIGI ANTIMO
SARGENTONI ETTORE
SARGENTONI ADO
SARGENTONI ALIZZARDO

CASTELNUOVO VAL DI CEC.14-6-1944
BAFFETTI INACO
BANCHI EROS
BARABISSI RENATO
BASARRI EMILIO
BATTISTI SETTIMIO
BATTISTI ERALDO
BELLUMORI NORBERTO
BENI ENRICO
BENI MAURO
BERNARDINI ONORATO
BERNARDINI LIVIO
BERTI VIRGILIO
BERTOCCI GAGLIANO
BERTOCCI SERGIO
BIANCHI LUIGI
BIANCHI MAURO
BONDANI RINALDO
BONI BERNARDINO
BONI UMBERTO
BRALIA SELVIO
CAMMILLETTI ENOS
CAPPELLETTI AURELIO
CASTAGNI FLAMINIO
CHERCHI GIORGIO
CIACCI AGOSTINO
CICALONI MARIO
CICALONI EUGENIO
CORRIERO PIETRO
FALLERINI LUIGI
FALLERINI PIETRO
FORTUNATI ELIGIO
FORTUNATI LICURGO
GAI ELINO
GHILARDI MARIO
GUIDARELLI GIOVANNI
INNOCENTINI LIVIO
LOLINI SPARTACO
MAGGI GIUSEPPE
MANETTI GIORGIO
MANNINI ADAMO
MARCHI EZIO
MARTELLINI BETTINO
MARTELLINI GINO
MARTELLINI GUIDO
MASTACCHINI AGOSTINO
MASTACCHINI RAFFAELLO
MATTEI LUIGI
MATTEINI MARIO
MELONI GUIDO
MELONI RENATO
MONTAUTI MARINO
MONTEGROSSI ANSANO
MORETTI LUIGI
OLIVELLI AGOSTINO
OLIVELLI ALFREDO
PAGANINI FLAVIO
PALMIERI LEO
PETRONI BENIAMINO
PIERALLINI GUIDO
PIERI CAMILLO
PIERI NIVO
RICCI DINO
ROSATI DUILIO
ROSTICCI EZIO
ROVALDIERI GIUSEPPE
SANTONI NAZZARENO
SAVELLI IGO
SOZZI ATTILIO
TESTI NAZZARENO
TORLAI GUSTAVO
TORLAI SANTI
TORLAI GIUSEPPE
TRAVAGLINI MARSILIO
VAGAGGINI OSVALDO
VENERI BOSIO
VETULI LUIGI
VICARELLI UGO

FRASSINE 16-2-1944
BENEDICI SILVANO
FIDANZI PIO
GATTOLI OTELLO
MANCUSO SALVATORE
MEONI REMO

PALLERONE CARR 27-10-1945
SALVADORI ODDINO

MASSA M. DAL 21-11-1943
AL 28-6-1944
FABBRI GIOVANNI
CRESTINI UGOLINO
FILIPPI ENRICO
RADI GUIDO
ATZENI IVAN
TONINI ORIANO
FELCI BRUNO
FUNAIOLI QUINTILIO
GUARGUAGLINI EGISTO
FRATTI ASTUTILLO
MARTINI LUIGI
MOLENDI DAMIANO
MOLENDI DANTE
MOLENDI GIOVANNI
MOSCHINI GIOVANNI
PICCI CASIMIRO
COMPAGNINI OTTORINO

MONTER. M.MO DAL 10.6.1944
ALL’11- 6 -1944
CASALINI MARIANO
CHELI MARIO
CALLISTRU ALFREDO

ONORANDO I SUPREMI VALORI DEL SACRIFICIO – MASSA MARITTIMA - RICORDA
I SUOI CADUTI – NELLA LOTTA DI LIBERAZIONE – MONITO PERENNE - A VIVERE
IN VINCOLO FRATERNO – PER LA DIFESA DELLA LIBERTA’ – E L’ASCESA DELLO
SPIRITO- CONTRO LE FAZIONI E LE OPPRESSIONI D’OGNI TEMPO

N.d.r. : nella seconda lastra:

MEDAGLIA D’ARGENTO AL V.M.
DEL COMUNE DI MASSA M.MA
« COMUNE DI MASSA MARITTIMA < GROSSETO > - DURANTE LA
LOTTA ANTINAZIFASCISTA, LA GENEROSA POPOLAZIONE SOSTENEVA
CORAGGIOSAMENTE LE VALOROSE FORZE PARTIGIANE NELLA
SUA RESISTENZA E DAVA ALLA CAUSA DELLA LIBERTA’, CON LA
DIFESA DEGLI IMPIANTI MINERARI DI NICCIOLETA E LA CONSEGUENTE/CRUENTA REPRESSIONE, LARGO CONTRIBUTO DI
COMBATTENTI, SANGUE E DI SOFFERENZA »
ZONA DI MASSA MARITTIMA, NOV. 1943 – GIUGNO 1944»
Simboli:
Lanterna sempre accesa

Altro

Osservazioni personali:
Si è ricordato in altre schede come sia stata difficile e determinante la data dell’ 8 settembre 1943 per le scelte di vita di tutti gli Italiani, di una o dell’altra Parte.
Si faccia riferimento, pertanto, al Tag Resistenza per ricucire tra di loro, sul territorio della provincia di Grosseto, gli accadimenti che hanno contrassegnato la partecipazione alla lotta di liberazione del nostro territorio e che costituiscono la “nostra più vicina memoria”.

Si vedano, inoltre, le altre schede dedicate al Comune di Massa Marittima per capire la spiegazione della intensa partecipazione della popolazione di Massa Marittima agli accadimenti storici più importanti dalle Guerre di metà Ottocento fino al 1945.

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