267521 - Cippo a Giuliano Mori “Moro” partigiano caduto presso Barolo (CN)

Il cippo è dedicato al partigiano garibaldino Giuliano Mori, caduto in questo luogo il 3 Gennaio 1945. Si trova a ridosso di un canale di scolo lungo la Strada Provinciale n. 3, ai margini di un vigneto. Il manufatto è costituito da una pietra oblunga, sommariamente sbozzata, adagiata su una soglia di cemento. La parte anteriore è leggermente levigata per permettere la composizione dell’epigrafe realizzata con caratteri di bronzo in rilievo. Questa riporta il nome del Caduto, il luogo di nascita, la data di morte, la formazione partigiana di appartenenza e l’onorificenza militare conseguita. Nella parte estrema del cippo, in posizione centrale, è stato applicato il fotoritratto in ceramica del Caduto. Completano la descrizione del sito la presenza di due paletti di metallo collocati dinanzi al cippo (probabilmente usati per tendere un’eventuale catena di protezione) e la presenza di una siepe di pianta sempreverde sul suo fianco sinistro (rispetto a chi guarda).

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Località Droccati
Indirizzo:
Strada Provinciale n. 3
CAP:
12060
Latitudine:
44.6149829
Longitudine:
7.9393664

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato strada
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Bronzo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Pietra per la struttura del cippo. Bronzo per i caratteri in rilievo dell’epigrafe. Ceramica per il fotoritratto del Caduto. Cemento per la soglia su cui è collocato il manufatto. Metallo per i due paletti anteriori.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Barolo
Notizie e contestualizzazione storica:
Dalle memorie del parroco di Barolo nel bollettino parrocchiale del 1965 riportante nel volume “Strade delle memorie partigiane. Itinerario Leonardo Cocito”, quaderno n. 2, Città di Alba, Anpi sezione di Alba, Ass. Colle della Resistenza, L’Artigiana, Alba 2011:

Una pattuglia di repubblichino di Alba (Cn) da due giorni erano a La Morra (Cn). I nostri partigiani hanno combinato di assalirli quella notte (3 Gennaio 1945, NdS) e prenderli prigionieri, ma mentre vanno, incontrano nei pressi del mulino di Vergne (frazione di Barolo, NdS) la pattuglia repubblicana che viene da Barolo.
Lì fanno una prima scaramuccia che ferisce il mulo e il conducente borghese di un carro, che i repubblichini spingevano innanzi.
Questi, sospettando che i partigiani fossero nel mulino, entrano, rovistano per ogni angolo e, non trovando nulla, portano via il mugnaio sig. Giuseppe Ferrero e il suo garzone, mettendoli in testa alla pattuglia e proseguendo per Barolo.
Una seconda scaramuccia viene effettuata vicino al Castello della Volta (Barolo, NdS) , una terza presso il Cimitero vecchio ove fu trovato ucciso un partigiano e una quarta dai portici del Municipio.
Certo se i partigiani fossero stati ben organizzati e decisi, avrebbero potuto fermarli al passaggio obbligato della Volta e no avrebbero dovuto sempre indietreggiare e scappare. Io li ho sentiti che scappavano dopo l’ultima scaramuccia (…).
Appena conosciuto che vi era un morto presso il Camposanto vecchio, mi porto sul posto. Era il partigiano “Moro” appartenente, dicevano, alla squadra di Sinio (Cn).
Era disteso supino al fianco della strada, sopra un mucchio di ghiaia, con gli occhi sbarrati, ormai freddo.
All’esterno e dai vestiti non presentava segno di ferita, altro che un piccolo foro di proiettile verso l’occhio sinistro con striscio sopra il naso. Non sapevo spiegarmi come fosse morto.
Quando cercai di ricomporlo, unendo le gambe, che erano divaricate, ho sentito lo scricchiolio della tibia sinistra che era rotta. Non ho potuto assodare il fatto, ma ho l’impressione che il partigiano sia stato ferito presso il Castello della Volta e trasportato verso Barolo da un suo compagno, ma poi abbandonato sul mucchio di pietre, perché l’incalzare dei repubblichini non permetteva più di ritardare e mettersi in salvo. Il partigiano trovato dalla pattuglia nemica è stato finito con un colpo di rivoltella alla testa: lo striscio sul naso non poteva spiegarsi diversamente.
Questo ho contestato a modo di protesta a due ufficiali della pattuglia di ritorno da Barolo. Mi risposero subito: “E’ stato ucciso in combattimento”. Ma richiesto di spiegare il fatto, hanno risposto evasivamente e mi sono persuaso che il fatto si è svolto come l’ho pensato io.
Di questo ne ho avuto conferma alcun tempo dopo, quando mi venne riferito che il comandante ebbe a dire: “Il povero diavolo non poteva morire, ho dovuto io dargli il colpo di grazia”.
(…) Nel pomeriggio, quando la pattuglia repubblicana si è allontanata, dirigendosi verso Alba, abbiamo raccolto il povero caduto e, fatte le esequie privatamente davanti alla chiesina dell’Assunta, l’abbiamo portato al Cimitero, seguito da poche persone che recitavano il S. Rosario.
Deposto nella camera mortuaria, si è lasciato a disposizione della sua squadra, che venne a prelevarlo il giorno seguente, per seppellirlo nel Cimitero di Sinio.

• Giuliano Mori, nato il 15 Luglio 1925 a La Spezia, ivi residente; operaio (meccanico). Già aviere nella Regia aeronautica, poi partigiano appartenente alla 48a Brigata Garibaldi “Dante Di Nanni”, 14a Divisione Garibaldi “Luigi Capriolo”. Già aviere in un reparto della Repubblica Sociale Italiana. Medaglia d’Argento al Valor Militare “alla Memoria”. Riposa nel Cimitero dell’Acquasanta di Marola, frazione di La Spezia.

Dati biografici desunti da “Vite spezzate”, database dei Caduti della e nella provincia di Cuneo durante la II Guerra Mondiale consultabile nel sito dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Cuneo.

Contenuti

Iscrizioni:
IL 3 – 1 – 1945
QUI CADDE IL
PARTIGIANO
MORI GIULIANO
DI LA SPEZIA
MED. D’ARG. AL V.M.
LA 48.MA BRIG.
GARIBALDI
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Coordinate Google Maps: 44.6149829, 7.9393664

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