264417 - Lapide a due partigiani caduti in Via Torino – Canale (CN)

La lapide ricorda i partigiani azionisti Gianni Alessandria “capitano Deli” e Franco Casetta “Franco”, qui caduti in combattimento contro i fascisti il 6 Agosto 1944. Si tratta di una lastra rettangolare di marmo inserita sulla parete esterna di un edificio privato di Via Torino, a fianco di un attività commerciale. L’epigrafe reca incisi, in ordine alfabetico, i nomi dei Caduti (preceduti dal grado militare), la data della comune morte e la promotrice della lapide, ovvero la locale sezione della Democrazia Cristiana. Tutti i caratteri sono stati riempiti con vernice di colore nero. Accanto all’angolo inferiore sinistro della lastra (rispetto a chi guarda) è stato collocato un vaso portafiori di metallo argentato.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Torino, angolo Via Capitano Lucce
CAP:
12043
Latitudine:
44.7982825
Longitudine:
7.9875512

Informazioni

Luogo di collocazione:
Parete esterna di edificio privato.
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Marmo per la lapide. Vernice di colore nero a riempimento dei caratteri che compongono l’epigrafe. Metallo argentato per il vaso portafiori.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Canelli
Notizie e contestualizzazione storica:
Il 6 Agosto 1944 giunge a Canale un’auto a bordo della quale si trovano cinque partigiani: Gianni Alessandria (“capitano Deli”), comandante della 7a Banda Giustizia e Libertà, Franco Casetta (“Franco”), Giuseppe Barbero, Nino Faccenda e Pietro Mancuso. Devono raggiungere la casa di Nino Toso, in Via Torino, per discutere di questioni riguardanti l’organizzazione partigiana. Si prospetta la possibilità che la formazione dell’Alessandria possa trasferirsi dalle Langhe al Roero, grazie anche alla presenza di sostenitori locali. Tuttavia esistono anche contatti tra i massimi livelli di “Giustizia e Libertà” e il maggiore Enrico Martini (“Mauri”), comandante del 1° Gruppo Divisioni Alpine, per una possibile unificazione delle due formazioni.
Appena giunti a destinazione, i partigiani si imbattono in un gruppo di fascisti provenienti da Alba. Si accende subito in un conflitto a fuoco nel quale cadono Gianni Alessandria e Franco Casetta, mentre Pietro Mancuso viene fatto prigioniero.
Lo scontro, oltre alla dolorosa perdita di questi valorosi combattenti, contribuisce pesantemente a creare un clima di incertezze e timori che porteranno anche al fallimento delle trattative con gli “autonomi” del maggiore “Mauri”. Inoltre Mancuso (ventiquattrenne palermitano, già guardiamarina prima dell'8 Settembre '43, vicecomandante della 7a Banda G.L.), sarà impiccato dai tedeschi il 7 Settembre 1944, a Carignano (To), insieme ad altri 6 partigiani, tra cui spiccano le notevoli figure di Leonardo Cocito e Marco Lamberti. Il suo sacrificio sarà onorato con la medaglia d’Argento al Valor Militare alla “memoria”.
Gianni Alessandria, capitano degli alpini, reduce dalla disastrosa campagna di Russia, dopo aver raggiunto la propria famiglia a Diano d’Alba (Cn), dal Giugno’44 aveva assunto il comando della 7a Banda Giustizia e Libertà, l’unica formazione del Partito d’Azione ad operare nelle Langhe. Si era guadagnato tale ruolo in virtù delle sue capacità di abile organizzatore e di prudente comandante. Alla sua “memoria” la Repubblica italiana conferirà la medaglia di Bronzo al Valor Militare. Ne aveva già ricevuta una d’Argento, conseguita a seguito di un combattimento sul fronte russo dove era rimasto ferito. Franco Casetta, vicebrigadiere della Guardia di Finanza, era probabilmente destinato a comandare la 23a Brigata”Canale”. Pare che nel momento della sparatoria Casetta si trovasse altrove (forse per una visita alla famiglia) e, non appena aveva sentito i colpi d’arma da fuoco, aveva raggiunto i compagni per poi trovarvi la morte in combattimento.

• Giovanni (detto “Gianni”) Alessandria (“capitano Deli”), nato a Diano d'Alba il 30 Dicembre 1917, ivi residente; capitano in s.p.e. degli alpini. Partigiano comandante della 7a Banda Giustizia e Libertà. Sul database del partigianato cuneese “Vite spezzate” è indicato quale appartenente alla 2a Brig. G.L. “Gianni Alessandria”, 10a Div. alpina G.L. “Langhe”.

• Franco Eugenio Casetta (“Franco”), nato a Canale il 10 Maggio 1919, ivi residente; brigadiere della Guardia di finanza. Partigiano comandante di distaccamento, appartenente alla 23a Brig. “Canale”, 6a Divisione autonoma alpina “Asti”.

Dati biografici desunti da “Vite spezzate”, database dei Caduti della e nella provincia di Cuneo durante la II Guerra Mondiale consultabile nel sito dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società contemporanea in provincia di Cuneo e dalla banca dati del partigianato piemontese consultabile sul sito dell’Istituto piemontese per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea “Giorgio Agosti” di Torino (Istoreto).

FONTI:

“Strade delle memorie partigiane. Itinerario Giacomo Rino Rossino”, quaderno n. 5, Città di Alba, Anpi sezione di Alba, Ass. Colle della Resistenza, L’Artigiana, Alba 2015.

Contenuti

Iscrizioni:
PATRIOTI
CAP.° GIANNI ALESSANDRIA
BRIG. FRANCO CASETTA
QUI TRUCIDATI DAI FASCISTI
IL 6 AGOSTO 1944

DEMOCRAZIA CRISTIANA – CANALE
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Coordinate Google Maps: 44.7982825, 7.9875512

Gallery