136370 - Lastra a Don Elio Monari martire antifascista – Modena

Lastra posta sulla facciata dell’edificio della Città dei Ragazzi,  a Modena, a ricordo del Sacerdote che prestò aiuto a prigionieri ed a Partigiani.
La lastra è stata posta dagli ex Prigionieri Alleati.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via F. Tamburini, 106
CAP:
41121
Latitudine:
44.6359836
Longitudine:
10.918652699999938

Informazioni

Luogo di collocazione:
Facciata dell'edificio della "Città dei Ragazzi"vicino all'ingresso.
Data di collocazione:
Non nota
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Semplice lastra in marmo, con iscrizione incisa e colorata.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Città dei Ragazzi
Notizie e contestualizzazione storica:
Nato a Spilamberto (Modena) il 25 ottobre 1913, trucidato a Firenze il 16 luglio del 1944; sacerdote, con nome di battaglia "don Luigi", è stato un presbitero, partigiano e antifascista. Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria con MOTIVAZIONE:«Ministro di cristiana carità e patriota di sicura fede, subito dopo l’armistizio si prodigava con solerte e generosa attività nel soccorrere internati italiani e prigionieri alleati, molti ponendo in salvo ed alcuni sottraendo a morte sicura. Primo tra i cappellani di unità partigiane operanti nell’Appennino Modenese era a tutti di indimenticabile esempio, sia nel santo esercizio della sua missione, sia nei pericoli del combattimento che sempre affrontava con valore di soldato e pietà di sacerdote. Per soccorrere un morente presso le linee nemiche e (come aveva a dire ai compagni prima di uscire dai ripari) per dare la vita allo scopo di salvare un’anima, veniva catturato dai tedeschi, spogliato delle vesti sacerdotali, brutalmente percosso ed avviato a lungo martirio nelle carceri di Firenze. Fra le atroci sevizie, sopportate con la fermezza dei forti, sempre incoraggiava e confortava i compagni sofferenti e li benediceva prima di avviarsi all’estremo sacrificio.»
— Firenze, Piazza Washington, luglio 1944.
Di famiglia contadina, don Elio Monari era stato ordinato sacerdote nel 1936 ed aveva cominciato ad insegnare Lettere all'Istituto San Carlo di Modena.
Dopo l'armistizio, don Elio fu tra i primi a Modena ad impegnarsi nella Resistenza, nel ruolo che meglio gli si confaceva: prestare aiuto ai militari italiani sbandati, agli ex prigionieri alleati, agli ebrei e ai patrioti che stavano per essere deportati in Germania. Ben presto il sacerdote si trovò a capo di un'organizzazione clandestina, ramificata dalla Svizzera a Roma, che riuscì a portare in salvo decine e decine di persone.
Don Elio riuscì ad operare, senza destar sospetti, sino al febbraio del 1944, quando, con l'aiuto di medici ed infermieri, riuscì a far evadere dall'Ospedale civile di Modena un partigiano ferito che vi era ricoverato: il maestro Alfeo Martini, con un abito talare portato dal sacerdote, riuscì ad eclissarsi, ma l'attenzione della polizia fascista finì su don Elio, che qualche mese dopo dovette lasciare Modena e rifugiarsi in montagna. Qui don Monari divenne cappellano partigiano della Brigata "Italia", anche se non disdegnava di prestare il suo sacerdozio presso tutte le formazioni partigiane con le quali veniva in contatto. Fu proprio questa sua pietas a perderlo.
Il 5 luglio del 1944, durante un rastrellamento e negli scontri che ne seguirono, un ufficiale tedesco era caduto, gravemente ferito, a poca distanza da una postazione partigiana, Don Elio uscì allo scoperto e raggiunse il soldato nemico morente per amministrargli i sacramenti. Il prete stava ancora confortando il moribondo quando i nazifascisti lo catturarono. Tradotto da Pievelago a Firenze nella famigerata "Villa Triste", don Monari vi fu torturato per dieci giorni.
Poi viene eliminato con altri partigiani, dei cui corpi non è stata trovata traccia per molto tempo. L'ultimo indizio su don Elio: una tonaca, notata da una donna che il 16 luglio era andata in via Bolognese, dove stanziavano i fascisti della Banda Carità; l'abito talare era stato gettato tra le immondizie.
Il corpo di don Elio e degli altri con cui aveva condiviso la sorte viene ritrovato 12 anni dopo nel parco delle Cascine.
http://www.anpi.it/donne-e-uomini/1842/don-elio-monari
La lastra è posta sulla facciata de "La Città dei Ragazzi" nata a Modena nel 1947 per volontà di don Mario Rocchi. Allora, intorno alla prima pietra e dentro il perimetro di un basso muricciolo, si raccoglie progressivamente una comunità di giovani a cui il sacerdote dedicherà tutta la sua vita, curandone le anime nella preghiera, coinvolgendoli nel gioco e insegnando loro un mestiere. Il centro di formazione è parte dell’eredità di questa vasta opera ed è oggi ente accreditato dalla Regione Emilia-Romagna per l’IeFP (Istruzione e Formazione Professionale) sia per quanto riguarda la formazione iniziale che per quella continua dei lavoratori.

Contenuti

Iscrizioni:
IN MEMORIA DI
DON ELIO MONATI
GLI EX PRIGIONIERI ALLEATI
Simboli:
Non sono presenti simboli.

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Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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