153939 - Edicola in memoria dei Caduti nella Prima e nella Seconda Guerra Mondiale – Albano Sant’Alessandro

All’interno dell’edicola, posta nel cimitero comunale, le lastre commemorative ai Caduti delle guerre mondiali. Al centro un piccolo altare sul quale è scolpito un medaglione che celebra il valore militare e la vittoria. Sulla parete di fondo, al di sopra dell’altare, sono fissate cinque lastre di bronzo con bassorilievi a tema.

 

 

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Tonale
CAP:
24061
Latitudine:
45.684709978801
Longitudine:
9.7641324750076

Informazioni

Luogo di collocazione:
Cimitero di Albano Sant'Alessandro.
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Bronzo, Laterizio, Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Edicola in laterizio, altare e lastre di marmo. lastre in bronzo con incisioni.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Albano Sant'Alessandro
Notizie e contestualizzazione storica:
A ricordo di tutti i Caduti, riportiamo alcune notizie su questi tre combattenti tratte dalla pubblicazione R. Zanga - D. Barnabei (a cura di), In ricordo dei nostri caduti delle due guerre. Sessantuno, La Sintesi, Castiraga Vidardo, 2012.

GRANATIERE MARCHESI FRANCESCO
Francesco Marchesi, figlio di Alessandro e Luigia Bergamini, ultimo di nove fratelli di cui 5 maschi e 4 femmine, fu un bracciante come tanti altri, chiamato alle armi come tutti gli altri. Dopo la seconda offensiva italiana sull'Isonzo, iniziata il 18 luglio 1915 e conclusa il 4 agosto 1915 con gli stessi risultati negativi della prima offensiva, proseguirono alcune brevi battaglie minori; fu proprio durante una di queste che tra le fila di caduti, dispersi e feriti si trovò Francesco Marchesi, 1° reggimento Granatieri di Sardegna e primo concittadino a morire sul Carso, presso Monfalcone. Era nato il 19 marzo 1890 e i documenti lo riportarono disperso il 10 agosto 1915: aveva solo 25 anni, ma le speranze di ritrovarlo in vita si spensero ben presto.

ALPINO ALBORGHETTI FERMO
Fermo Rustico Alborghetti, figlio di Giuseppe e Giuseppina Donadelli, nacque nel 1897. Di professione faceva il carrettiere e, anche lui, fu chiamato alle armi a conflitto iniziato, il 21 settembre 1916 ed arruolato nel 5° Reggimento Alpini. Il 23 agosto dell’anno seguente, durante la tremenda battaglia sull’altopiano della Bainsizza, riportò una ferita ad una mano per lo scoppio di una granata. Fu catturato dagli austriaci che lo tennero prigioniero solo due giorni. Furono due giorni orrendi: venne selvaggiamente picchiato con il calcio del fucile, tanto da causargli gravi lesioni al polmone destro. Iniziò il calvario degli ospedali e venne finalmente congedato il 7 giugno 1920. Il 4 marzo di due anni dopo si sposò con Palmina Barcella, ma solo tre mesi dopo, il 24 giugno 1922, l’alpino Alborghetti si spense per le ferite riportate in guerra.

MARINAIO MOLOGNI PIETRO
Pietro Mologni, nato il 17 luglio 1920, era figlio di Giovanni e di Rosa Rota. Fu iscritto nelle liste di leva di mare del compartimento di Venezia. Lui, muratore, fu assegnato al C.R.E.M. di Venezia come allievo elettricista. Il 1° luglio 1940 avrebbe compiuto 20 anni ma morì insieme agli altri 43 marinai dell’equipaggio del sommergibile Gemma, davanti alla costa orientale dell’isola di Scarpanto. La notte tra il 7 e l’8 ottobre accadde la disgrazia: un altro sommergibile italiano, il Tricheco, lanciò due siluri da distanza ravvicinata contro la sagoma del Gemma scambiata per nemica, perché lì non doveva esservi alcun sommergibile italiano eccetto il Tricheco. Per una tragica serie di difficoltà nelle comunicazioni radio, nessuno dei due sommergibili fu informato dei reciproci movimenti. Il Gemma fu colpito al centro ed affondò immediatamente con il suo carico l’8 ottobre 1940, trascinando con sé 44 uomini.

Contenuti

Iscrizioni:
Lastra in alto a sinistra:

CADUTI
1940-1945

S. TEN. MILESI FRANCESCO
SERG. ZERBINI LUIGI
CAP. MAGG. ALBORGHETTI CORNELIO
CARAB. DELLA MUZIA MARIO
SOLDATO BIAVA ANGELO
“ MAFFEIS FRANCESCO
“ MAGRI FERMO
MARINAIO MOLOGNI PIETRO
SOLDATO SONZOGNI BORTOLO
“ VISMARA GIOVANNI


Lastra in basso a sinistra:

CADUTI
1915-1918

SOLDATO ZENONI GIUSEPPE
“ MAFFEIS ANDREA
“ PACOHIANA EMILIO
“ BERGAMINI FEDERICO
“ PARSANI GIACOMO
“ GHIDELLI LUIGI
“ LUSSANA ANGELO
“ MARCHESI FRANCESCO
“ SIGNORELLI ANGELO
“ BERGAMINI BATTISTA
“ CREMASCHI PAOLO
“ NEMBRINI LUIGI
“ CORTESI GIUS FRANC
“ RIVOLA LUIGI
“ CORTESI GIOVAN FRAN
“ BIAVA EMILIO
“ CREMASCHI FRANCESCO
“ CORTESI LUIGI
“ ALBORGHETTI FERMO


Lastra in alto a destra:

DISPERSI
1940-1945

S.M. PIL. MARCHESI AMBROGIO
CAPOR. CHIESA MARIO
SOLDATO ALLIERI ANGELO
“ BARCELLA GIUSEPPE
“ BERTOCCHI SEVERO
“ MOROTTI BATTISTA
“ ROSSI PIETRO
“ ROTA ALBERTO
“ ROTA ALESSANDRO


Lastra in basso a destra:

CADUTI
1915-1918

VANOTTI PIER GIOVANNI
BIAVA ANGELO
LORENZI ANGELO
SOLDATO DONADELLI GIUSEPPE
“ SONZOGNI ANGELO
“ MORETTI PAOLO
“ SONZOGNI ANTONIO
“ MOLOGNI PAOLO
“ LORENZI ANGELO
“ MORETTI ANGELO
“ PEZZOTTA GIUSEPPE
“ GANDI GIUSEPPE
“ PARSANI GIUSEPPE
“ ZANINI ALESSANDRO
“ PARSANI GIUSEPPE
“ GIUPPONI FELICE
“ CHIODINI FRANCESCO
“ ZENONI PIETRO
“ BARCELLA LUIGI
Simboli:
Nella parte centrale dell'altare è scolpito un medaglione: la scena interna raffigura in bassorilievo un soldato, riconoscibile dall'elmo, con il capo chino e in mano una croce, allusione al sacrificio, mentre alle sue spalle lo sostiene una figura femminile che simboleggia la vittoria, richiamata anche dalla corona d'alloro che fa da cornice alla scena.
Un festone di foglie di quercia corre intorno all'altare all'altezza del medaglione: le foglie di quercia sono il simbolo di solidità, gloria militare ed elevazione spirituale.

Altro

Osservazioni personali:
Censimento a cura di Eleonora Piavani, allieva della classe 4DLSA a.s. 2018/19.

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