154709 - Lastra ai Caduti di Acqualadroni

Lastra marmorea a ricordo dei Caduti di Acqualadroni (Me) nelle guerre mondiali. E’ collocata in zona antistante un piccolo museo e un’antica chiesa. E’ poggiata su un piccolo basamento. Essa riporta in epigrafe i nomi dei Caduti con l’indicazione delle date di nascita e morte e il motivo del decesso.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Acqualadroni
Indirizzo:
Via delle Fornaci
CAP:
98163
Latitudine:
38.1501875
Longitudine:
15.5055625

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato strada
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lapide in marmo
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Messina
Notizie e contestualizzazione storica:
NOTIZIE SUI CADUTI RIPORTATI SULLA LAPIDE
SCHEDA DEL CADUTO
Nominativo (e paternità): PERRONE PLACIDO DI ANTONIO
Albo d'Oro: Sicilia II - (Vol XXI) (21)
Province: CT - ME - SR
Pagina: 389
Sub in Pagina: 25
Comune nascita: Messina
Comune nascita Attuale: Messina
Data nascita: 6 Ottobre 1885
Grado: Soldato
Reparto: 101 Reggimento Di Marcia
Distretto: Distretto Militare Di Messina
Morto o Disperso: morto
Data Morte: 28 Luglio 1918
Luogo Morte: Albania
Causa Morte: Ferite Riportate In Combattimento

STORIA DELL'AFFONDAMENTO DELLA CORAZZATA ROMA DOVE PERSE LA VITA IL NOCCHIERE LO PRESTI SANTI
Il 9.9.1943 Alle 12,34 le unità si disponevano per entrare nelle acque prossime alla Maddalena per poi dirigersi al porto. Dopo varie manovre, intorno alle 14,45, le navi ricevevano un telegramma dallo Stato maggiore di Roma che comunicava la caduta della Maddalena in mani tedesche. Il comandante in capo, ammiraglio Bergamini, decideva dunque di invertire rapidamente la rotta in direzione Asinara. Alle 15,10 veniva avvistata una formazione di 15 bombardieri Dornier 217 tedeschi con rotta sulle navi. Veniva pertanto lanciato l’allarme aereo al quale seguivano i primi colpi di cannone antiaereo dalle navi. Intorno alle 15,36, una prima bomba cadeva di fianco alla poppa della corazzata Italia sollevando un enorme muro d’acqua. Alle 15,50 una bomba colpiva il lato sinistro della corazzata Roma provocandone un drastico rallentamento. Poco dopo, un’altra bomba centrava la Roma provocando l’esplosione del deposito di munizioni di prora. L’esplosione generava un vasto incendio a bordo in corrispondenza delle torri prodiere, della plancia e del fumaiolo prodiero. La nave progressivamente si spezzava in due tronconi e lentamente si inabissava. In tutto morivano 1253 uomini e, con essi, l’ammiraglio Bergamini.
Moltissimi furono gli episodi di abnegazione per salvare i compagni feriti o gravemente ustionati, così come fu encomiabile l’opera degli ufficiali e dei sottufficiali i quali, con la loro sicurezza e tranquillità, riuscirono a mantenere la calma e l’ordine nelle zone colpite dalle bombe e dagli incendi sviluppatisi. Molti persero la vita pur di dare soccorso ai compagni che erano rimasti intrappolati in zone della nave colpite e dalle quali non avrebbero potuto trovare scampo. Allorché fu evidente che la corazzata era ormai in procinto di affondare, gli ufficiali ed i sottufficiali avviarono verso poppa il personale, aiutando i feriti più gravi. Il tenente di vascello Agostino Incisa della Rocchetta (Direttore di Tiro dei Cannoni contraerei da 90 mm, del lato sinistro), pur essendo orribilmente ustionato al volto e alle mani, a rischio della propria vita raggiunse la Plancia Ammiraglio per cercare di portare il suo aiuto. Arrivato in Plancia constatò che sulle ali di Plancia non vi era nessuno e che le porte stagne di accesso al torrione erano chiuse dall’interno. (Infatti all’ordine “posto di combattimento” tutta la portelleria stagna veniva chiusa dall’interno dei locali). Mancandogli le forze non riuscì ad aprirle dall’esterno. Si portò allora verso poppa e, qui giunto, ordinò, come ufficiale del Corpo di Stato Maggiore più elevato in grado, l’abbandono della nave, al grido di “Viva l’Italia, viva il Re”, non appena si rese conto che non vi era alcuna possibilità di salvezza.
La corazzata Roma, immenso sacrario in fondo al mare, è stata ritrovata dall’Ingegner Guido Gay nel giugno 2012, a oltre 1200 metri di profondità.

Contenuti

Iscrizioni:
ACQUALADRONI
RICORDA I SUOI CADUTI PER LA PATRIA
PERRONE PLACIDO
FANTE MORTO SUL CARSO GUERRA 1915-1918
DONATO GIOVANNI
NATO IL 8-5-1920 MORTO IL 20.01.1943
MARO' SU CACCIATORPEDINIERE SILURATO A TRIPOLI
LO PRESTI SANTI PLACIDO
NATO IL 2-11-1921 MORTO IL 9-9-1943
NOCCHIERE SU CORAZZATA ROMA AFFONDATA DAI TEDESCHI
FRISONE PLACIDO
NATO IL 1-5-1916. FANTE DISPERSO IN RUSSIA NEL 1943.
LO PRESTI GIUSEPPE
NATO IL 6 - 11- 1884. MORTO IL 1 - 9- 1943
SOTTO I BOMBARDAMENTI
LO PRESTI STEFANO
MORTO NEL 1943.IMBARCATO SU NAVE
MERCANTILE AFFONDATA.
TRINGALI GIOVANNI
MORTO NEL 1943 A CAUSA DELLO SCOPPIO DI ORDIGNO.
CROCEROSSINA
NAZIONALITA' IGNOTA. MORTA NEL 1942-1943. IL CORPO
RECUPERATO IN MARE DA UN PESCATORE LOCALE.
Simboli:
Non sono presenti simboli

Altro

Osservazioni personali:
NOTIZIE AFFONDAMENTO CORAZZATA ROMA:
http://www.guardiavecchia.net/il-mistero-della-corazzata-roma-2/ ( 16.06.2009)
http://www.azionemare.org/
https://corazzataroma.net/

STAFF PIETRE: la posizione della lapide è approssimativa in attesa di verifica/sopralluogo 05/11/2020.

Gallery