164185 - Lastra a Fortunato Nevicati – Poviglio

Lastra di marmo incavata e incisa con inchiostro viola con una scritta a carattere stampato. La lastra è posta davanti alla casa, a Poviglio, dove F. Nevicati è vissuto sino all’età di 18 anni. Adottato da un povero sarto che aveva già tre figli, qui visse e iniziò la formazione socialista. Oggi è una casa in ristrutturazione, ma è rimasta sostanzialmente come era al tempo di F. Nevicati.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
viale F.Nevicati
CAP:
42028
Latitudine:
44.842633
Longitudine:
10.5429531

Informazioni

Luogo di collocazione:
A lato della porta d'entrata della casa situata in Viale F. Nevicati
Data di collocazione:
26/10/1952
Materiali (Generico):
Marmo, Ottone
Materiali (Dettaglio):
Lastra rettangolare di marmo bianco incastonata nel muro e sorretta da 4 ganci in ottone.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Anpi di Poviglio-RE-
Notizie e contestualizzazione storica:
Nevicati Fortunato (1895 – 1936)
Nato a Collecchio di Parma il 9 gennaio 1895, era un trovatello, fu abbandonato in un freddo giorno, ma si salvò, per questo il nome: Fortunato e Nevicati perché la neve scendeva copiosa. Fu presto adottato da Ugo Cervi, sarto di Poviglio, il quale aveva altri tre figli e l’adozione gli permise di ricevere un sussidio economico. . Benché intelligente e vivace, i suoi studi furono irregolari e dovette precocemente trovarsi un lavoro come apprendista tipografo presso la tipografia Cattabiani, a Poviglio, per poi passare allo stabilimento Donati di Parma all’età di 18 anni.
Ben presto formò la sua forte coscienza politica, alimentata da un settore, quello delle tipografie, particolarmente sensibile e organizzato. Nel 1913 Nevicati risulta iscritto al Circolo Giovanile Socialista di Poviglio, distinguendosi per impegno propagandistico, propensione alla discussione, amore per la lettura e tenace proselitismo. Nel 1915 ricevette la chiamata alle armi e prese parte alla Grande Guerra sul fronte di Gorizia, dove formò le proprie idee di unità internazionalista proletaria.
Nevicati era rappresentate della corrente ordinovista torinese, opposta all’ala riformista moderata del Partito Socialista, nel 1920 è designato candidato del Partito Socialista nelle elezioni comunali e provinciali: il 23 novembre 1920, Fortunato Nevicati fu nominato supplente dalla Deputazione Provinciale. Contemporaneamente al lavoro di amministratore provinciale, continuò il suo lavoro di dirigente politico nella bassa reggiana, particolarmente a Poviglio. In questo periodo, inoltre, Nevicati maturerà le idee che poi lo porteranno a lasciare il Partito Socialista in favore di quello Comunista, tanto da fondarne una sezione a Poviglio. Nel 1921, dopo ripetute minacce alla sua persona ed alla sua famiglia, Fortunato Nevicati venne pubblicamente bandito a vita, pena la morte, dal paese di Poviglio. Pur costretto a trasferirsi a Parma, Nevicati sfidò il fascismo, ritornando ripetutamente in forma clandestina per continuare la sua dirigenza del Partito di Poviglio oltreché quello di Parma. A Parigi divenne dirigente sia dei comunisti italofoni, sia del movimento sindacale, protestando contro gli esili causati dal fascismo; lo troviamo in prima fila nelle grandi proteste contro l’esecuzione dei due anarchici Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti e contro la provocatoria visita a Parigi del generale De Bono. Nel 1928, a causa proprio della sua attività politica, giunse l’espulsione dalla Francia e Nevicati si vide costretto a trasferirsi Bruxelles, dove assunse la direzione del Partito Comunista e del Sindacato Tipografi. Fece parte, inoltre, del Comitato Centrale della Lega Italiana Antifascista di Belgio e Lussemburgo, sempre prendendo parte a numerose manifestazioni e ai conseguenti conflitti sociali, che lo porteranno, ancora una volta, a subire l’arresto e l’espulsione dal paese nel 1931. Fortunato Nevicati dovette tornare a Parigi e vivere nell’illegalità,
La vita da esiliato che Fortunato Nevicati dovette sopportare fu travagliata e segnata da stenti e precarietà, arresti e persecuzioni, ma che non gli impedì di proseguire la lotta contro la reazione fascista, ma, ad ulteriore riprova della sua forza d’animo e della saldezza dei suoi ideali, proseguì la lotta politica sul suolo francese clandestinamente.
Nel luglio 1936, Fortunato Nevicati venne a sapere della Guerra Civile Spagnola. Il suo amico e compagno Cesare Campioli ricorda l’episodio, raccontando di come Nevicati lo raggiunse in stazione con il giornale dicendo: “Hai visto? I fascisti hanno attaccato in Spagna! Bisogna partire subito, non c’è tempo da perdere”.
Il 14 ottobre 1936, Nevicati arriva col treno 77 alla base della Brigata Internazionale di Albacete, assieme all’amico Libero Garzanti “Romagna” e ad altri 500 volontari, per essere assegnato al battaglione italiano, denominato Garibaldi. Il 10 novembre, la Brigata venne inviata al fronte e, dopo tre giorni e tre notti di marce forzate, ricevette il battesimo del fuoco al Cerro de Los Angeles, nei pressi di Madrid.
Qui, la battaglia infuriava già dal 7 novembre, e Nevicati vi prenderà parte col grado di sergente mitragliere.
Il 23 novembre 1936, sotto il costante tormento del fango e della pioggia, durante il drammatico ed infelice assalto al Cerro de Los Angeles, alle 17, Fortunato Nevicati incontrò la sua fine per mano fascista, mentre si batteva fino all’ultimo respiro per quegli ideali a cui aveva votato la sua vita.


Contenuti

Iscrizioni:
FORTUNATO NEVICATI
COMBATTENTE INFLESSIBILE PER LA LIBERTA'
PROPUGNATORE DI IDEALI DI DEMOCRAZIA E GIUSTIZIA SOCIALE
IN POVIGLIO TEMPRO' L'ANIMO A DURE BATTAGLIE
GUIDA INTELLIGENTE E CORAGGIOSA AI LAVORATORI
COLPITO, ESILIATO, PERSEGUITATO
MORI' NELLA DIFESA EROICA DI MADRID DALL'AGGRESSORE FASCISTA
COLLECCHIO 1895 MADRID 1936
IL COMITATO PER LE ONORANZE E IL POPOLO DI POVIGLIO A PERENNE RICORDO DEL MARTIRE.
POVIGLIO 26-10-1952
Simboli:
Una stella incavata e colorata con inchiostro viola.

Altro

Osservazioni personali:
La vita, breve ma intensa, di Fortunato Nevicati, colpisce per la forza dell'uomo e dell'eroe ,onorandone la memoria si accomuna nella fierezza del ricordo il Suo nome a quello di tutti i caduti per la libertà.

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