39422 - Lapide al partigiano Antonio Vincenzo Gigante – Brindisi

La lapide, con iscrizioni in rilievo, in marmo di forma rettangolare, ricorda Antonio Vincenzo Gigante, partigiano brindisino insignito della Medaglia d’oro al Valor Militare. Morto nella Risiera di San Sabba a Trieste nel Novembre 1944.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Salvo Sottile
CAP:
72100
Latitudine:
40.6390952
Longitudine:
17.94498950000002

Informazioni

Luogo di collocazione:
Muraglione esterno, lato piazza
Data di collocazione:
25/04/2013
Materiali (Generico):
Marmo, Ottone
Materiali (Dettaglio):
Lapide in marmo, iscrizioni e supporti in ottone
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Brindisi
Notizie e contestualizzazione storica:
Antonio Vincenzo Gigante era nato a Brindisi il 5 febbraio 1901. Fu un operaio edile, un dirigente sindacale e un antifascista.
Da giovane si iscrisse e militò nel partito socialista. Aderì al Partito Comunista, fondato a Livorno nel gennaio del 1921. In seguito, con la famiglia si trasferì a Roma, dove lavorò come operaio edile e contemporaneamente partecipò attivamente alla vita del partito, divenendo anche dirigente sindacale.
Durante gli anni di permanenza a Roma fu più volte picchiato dai fascisti e, nell'ottobre 1925, dopo essere stato rinchiuso in carcere per misure preventive, emigrò in Svizzera e poi in Russia. A Mosca, tra il 1925 e il 1926 frequentò la scuola italiana del Comintern.
Tornato in Svizzera, si occupò del passaggio clandestino di documenti e militanti fuoriusciti dall'Italia. Fu arrestato a Basilea nel gennaio 1929, insieme a Palmiro Togliatti e Pietro Secchia, e fu condannato a una settimana di carcere.
Fu ricercato dalla polizia fascista e fu più volte arrestato in Svizzera, Lussemburgo e in Francia.
In Svizzera, il 23 aprile del 1931, si sposò a Lugano con Wanda Fonti, da cui ebbe una figlia, Miuccia.
Continuò a lavorare attivamente per il partito comunista, tenendo contatti con le sue diverse cellule presenti in Italia, Lussemburgo e Belgio. Per questa sua attività venne continuamente controllato dalla polizia fascista e al suo rientro in Italia, il 6 ottobre 1933, venne arrestato. Fu condannato a venti anni di reclusione nel carcere di Civitavecchia, dove conobbe Umberto Terracini.
Con l'entrata in guerra dell'Italia, venne trasferito nella colonia insulare di Ustica, in provincia di Palermo.
Dopo lo sbarco degli Alleati in Sicilia nel 1943, gli internati politici furono dislocati nei campi di concentramento centro - settentrionali e Gigante fu trasferito nel campo di Renicci Anghieri in provincia di Arezzo.
In seguito all'armistizio dell'8 settembre e al decreto Badoglio di liberazione dei detenuti politici, la richiesta di liberazione di Gigante non fu accettata perché ritenuto pericoloso.
All'interno del campo i detenuti non liberati organizzarono una sommossa per evadere. Gigante fuggì in Dalmazia e si unì ai partigiani slavi. Riprese i contatti con il partito comunista che lo destinò in Istria e poi, nel maggio 1944, a Trieste.
Nel novembre dello stesso anno fu arrestato dalla Gestapo e trasferito nella Risiera di San Sabba a Trieste, dove venne crudelmente torturato senza mai denunciare i suoi compagni. Morì dopo circa due mesi.
Nel dopoguerra, su richiesta del partigiano Attilio Gombia, gli fu conferita dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi la medaglia d'oro al Valor militare alla memoria.
Il 7 dicembre 1952, per iniziativa del Sindaco di Brindisi, Francesco Lazzaro e dell'Amministrazione comunale, alla presenza del Senatore Umberto Terracini, della moglie Wanda e della figlia Miuccia venne scoperta una lapide commemorativa posta sul prospetto laterale del Banco di Napoli, in piazza Vittoria. L'epigrafe fu dettata da Concetto Marchesi.
In seguito, la lapide venne rimossa a causa della demolizione dell'edificio e fu collocata sul muro laterale dell'allora Liceo classico "Benedetto Marzolla", oggi sede dell scuola secondaria di primo grado "Salvemini - Virgilio", a corso Roma.
Su iniziativa dell'ANPI e su richiesta dei cittadini, la lapide è stata spostata nella piazzetta Salvo Sottile, dinanzi al Palazzo Granafei Nervegna, punto nevralgico della vita della città, ed è stata inaugurata, alla presenza della figlia Miuccia e delle Autorità, il 25 aprile 2013.


Contenuti

Iscrizioni:
ANTONIO VINCENZO GIGANTE
OPERAIO ORGANIZZATORE PARTIGIANO
MEDAGLIA D'ORO
CADUTO A TRIESTE NEL NOVEMBRE 1944
NELLA GALERA FRA LE TORTURE CON LA MORTE
TESTIMONIO'
AI CARNEFICI FASCISTI LA INDOMABILE FORZA
E LA CERTA VITTORIA DEL POPOLO LAVORATORE
L'AMMINISTRAZIONE DEMOCRATICA E POPOLARE
DEL COMUNE DI BRINDISI
AL GLORIOSO CONCITTADINO
IN RICORDO DI TANTO EROISMO
7 DICEMBRE 1952
Simboli:
Non sono presenti simboli

Altro

Osservazioni personali:
La pietra in ricordo del Partigiano Antonio Vincenzo Gigante è situata in un nodo fondamentale della città dal punto di vista storico, politico e culturale. Si trova vicino al Teatro Verdi e al Palazzo Granafei - Nervegna e costituisce, pertanto, un luogo di riflessione su quanto sia dolorosa e inutile la guerra.

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