52696 - Sacrario ai partigiani di Busto Arsizio

All’interno del cimitero monumentale di Busto Arsizio, trova spazio una cripta in memoria dei partigiani. La costruzione è in cemento, sormontata da un grande crocifisso e la scritta “agli eroi della libertà”. Alla cripta si accede da due ingressi simmetrici posti a sinistra e a destra con pochi scalini. i due ingressi sono separati da una finestra con la cornice in ferro battuto che reca la scritta “Requiem”. Da due cancelli in ferro battuto neri si accede al vano della cripta: sulla parete di fronte trovano posto le tombe dei Caduti, sulle pareti di destra e sinistra due lapidi in marmo rosa:  una riporta il messaggio del generale Clark alle truppe italiane, l’altra il messaggio del generale Cadorna con l’avviso dello scioglimento della “Brigata della libertà”. Sulla parete di fondo c’è una lapide con i nomi dei Caduti: tutte le tombe sono corredate da fotografie. Davanti al sacrario una lampada votiva in ferro battuto.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Lonate, 2
CAP:
21052
Latitudine:
45.60886
Longitudine:
8.828144

Informazioni

Luogo di collocazione:
All'interno del cimitero monumentale della città
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
La cripta è in cemento, i cancelli d'ingresso in ferro battuto, lapidi e tombe in marmo rosa con le iscrizioni rosse.
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Busto Arsizio.
Notizie e contestualizzazione storica:
Scrive Pier Giuseppe Sironi in “Figure nel vento”:“Due duri interventi dimostrativi dei tedeschi furono effettuati il 5 gennaio alle acciaierie Franco Tosi di Legnano e il 10 successivo alla tessitura Ercole Comerio di Busto Arsizio. Alla Tosi ci fu l’arresto di circa ottanta operai, dei quali otto inviati in Austria a Mauthausen con ritorno in patria di uno solo di loro; alla Comerio la messa al muro, poi tramutata in deportazione in Austria di sei uomini, fra cui Vittorio Arconti, che vi sarebbe deceduto…”.
Come scrive Sironi sarebbe impossibile dissociare la retata alla Franco Tosi del 5 gennaio 1944 da quella alla Comerio di Busto Arsizio avvenuta cinque giorni dopo.
Stessa tecnica: irruzione di reparti di SS nelle due fabbriche, spari intimidatori e ordini perentori con l’obiettivo di disorientare i lavoratori in sciopero; arresto dei componenti della due Commissioni Interne; ripresa immediata della produzione.
Franco Tosi ed Ercole Comerio non sono fabbriche qualunque nel panorama industriale di Legnano e Busto Arsizio durante la seconda guerra mondiale: oltre ad essere grandi aziende sono due realtà simbolo della forza del movimento operaio dell’Alto Milanese.
È dal marzo del ’43 che gli operai nel Nord Italia sono in agitazione per la miseria provocata dalla guerra. I livelli di vita, già infimi a guerra iniziata, erano ormai scesi sotto la soglia della fame. È quindi la fame più che un ancora generico antifascismo la molla delle agitazioni che percorrono le due aziende per tutta l’estate del ’43 e continuano anche dopo l’8 settembre dello stesso anno. I nomi dei deportati della Comerio:
Arconti Vittorio, nato il 22 aprile 1901 a Lonate Pozzolo; Membro di primo piano della Commissione Interna della Comerio. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Deceduto il 29 novembre 1944 ad Hartheim (Austria). Aveva 43 anni.
Biancini Giacomo, nato il 20 febbraio 1923 a Milano. Faceva parte della Commissione Interna della fabbrica. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Liberato ad Ebensee (Austria) dagli americani; Cucchetti Arturo, nato il 18 aprile 1901 a Inveruno. Membro di primo piano della Commissione Interna della Comerio. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Deceduto il 25 aprile 1944 a Gusen (Mauthausen). Aveva 43 anni; Gallazzi Ambrogio, nato il 4 febbraio 1910 a Busto Arsizio. Membro di primo piano della Commissione Interna della Comerio. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Deceduto il 20 aprile 1945 a Mauthausen. Aveva 34 anni; Mazzon Alvise, nato il 6 maggio 1907 ad Alano di Piave (BL). Non faceva parte della Commissione Interna della fabbrica. Fu arrestato per errore. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Liberato a Gusen dagli americani. Morirà poco dopo il ritorno; Toia Guglielmo, nato il 28 agosto 1914 a Sacconago. Faceva parte della Commissione Interna della fabbrica. Giunge a Mauthausen l’11 marzo 1944. Liberato a Mauthausen.
Alcuni di questi sono tumulati nella cripta.
Il 26 luglio la città di Busto Arsizio è in fermento cortei spontanei si dirigono verso il Comune e la casa del fascio. Un corteo guidato da giovani socialisti si dirige verso palazzo Cicogna side del tribunale alcuni giudici qui come Cosimo Orru Vincenzo ferulano erano di idee antifascisti. Cosimo Orrù venne arrestato dalle SS il 20 giugno del 1944 trasferito nel carcere di San Vittore a Milano dopo una lunga serie di interrogatori viene portato nel campo di Flossemburg qui nella baracca numero 23 troverà la morte dopo innumerevoli soprusi e atrocità subito e da un capo-baracca particolarmente accanito contro i magistrati

Contenuti

Simboli:
Croce in pietra, lampada votiva.

Altro

Osservazioni personali:
Il colore rosso utilizzato per le scritte su marmo rosa rende la lettura dei testi molto difficoltosa

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