Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via Piumati, 89
- CAP:
- 12042
- Latitudine:
- 44.69244479355971
- Longitudine:
- 7.8429769045044395
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Via Giovanni Piumati
- Data di collocazione:
- 2011
- Materiali (Generico):
- Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Lastra in metallo smaltato sostenuta da un supporto il legno.
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Amministrazione Comunale
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Lastra a ricordo di tre partigiani braidesi appartenenti alla XII Divisione Bra del Corpo Volontari della Libertà - Autonome. Caduti vittime di rappresaglia nazifascista il 6 luglio 1944 con altri sette compagni a Borgo San Dalmazzo dove sono ricordati con una lapide in Via Cuneo, 40.
Contenuti
- Iscrizioni:
- CITTA' DI BRA
AREA VERDE Sergio AIMO Lorenzo RACCA Carlo VIGNA Caduti per la Libertà
Borgo San Dalmazzo 06-07-1944
- Simboli:
- Lastra con lo stemma cittadino e la scritta "Città di Bra"
Altro
- Osservazioni personali:
- I tre giovani partigiani della XII Divisione Bra facevano parte di una squadra che, sul finire di giugno del 1944, organizzò un posto di blocco sulla vicina strada di Monticello. Quel giorno il gruppo fermò il capitano Wessel del presidio tedesco di Bra e Sergio disse: "e' un brav'uomo, lasciatelo passare". Poco dopo aver liberato l'ufficiale due autocarri tedeschi, raggiunto il posto di blocco, dopo un serrato scontro catturarono Sergio Aimo, Lorenzo Racca e Carlo Vigna con il torinese Michele Mattiolo, incarcerandoli prima ad Alba e Bra e quindii trasferiti a Cuneo e torturati. Furono poi trasportati a Borgo San Dalmazzo sul posto dove era stato ucciso un tedesco e qui lo furono massacrati da soldati ucraini ubriachi al servizio dei tedeschi e poi fucilati. I loro corpi furono buttati sui binari della ferrovia per farli investire da un treno di passaggio. L'azione non riuscì grazie ad un macchinista che si rifiutò di eseguire il terribile ordine rendendo i feroci aguzzini furibondi per il rifiuto che lanciarono contro il treno alcune bombe a mano che ferendo 44 civili. Il bilancio sarebbe stato ancora più tragico se un capitano tedesco non avesse dato l'ordine che la rappresaglia era conclusa.