3571 - Cippo a don Enrico Pocognoni – Braccano

Cippo in pietra con lastra in marmo in memoria del martire don Enrico Pocognoni, fucilato durante l’eccidio nazi-fascista del 24 marzo 1944 di Braccano (Matelica) nel luogo esatto di posa del cippo.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Braccano
Indirizzo:
Vocabolo Braccano di Matelica
CAP:
62024
Latitudine:
43.2676875
Longitudine:
13.0458125

Informazioni

Luogo di collocazione:
Il cippo è ubicato all'ingresso di Braccano (frazione del Comune di Matelica) a lato della strada principale ed è circondato da vegetazione boschiva.
Data di collocazione:
24/03/1950
Materiali (Generico):
Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Cippo in pietra, lastra in marmo, fotoceramica.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Matelica
Notizie e contestualizzazione storica:
Il cippo si trova a qualche decina di metri dal Monumento dell’Eccidio di Braccano, nel luogo preciso dove è stato ucciso don Enrico Pocognoni, è posta una lapide in marmo collocata su di un cippo in pietra. Su di essa è posta la foto del parroco (8/2/1912 - 24/3/1944).
Il Monumento dell'Eccidio di Braccano ricorda il 24 marzo 1944, un giorno particolarmente tragico vissuto dalla popolazione matelicese durante la seconda guerra mondiale. Nella frazione di Braccano e sulle alture sovrastanti del massiccio del S. Vicino operava il "Gruppo partigiano di Roti" collegato con i gruppi di Resistenza dei Comuni vicini di Gagliole, S. Severino, Apiro e Cingoli. Durante un'imponente azione di rastrellamento e rappresaglia messa in atto dai nazi-fascisti, con oltre 2000 uomini, il 22-25 marzo 1944 nell'area del massiccio del S. Vicino, da tempo tenuta sotto mira per le numerose formazioni partigiane che vi operavano, nel piccolo paesino di Braccano la popolazione venne intimorita e minacciata di morte; tanto ché tutti i maschi residenti vennero raggruppati e "messi al muro" minacciando la fucilazione immediata se non avessero rivelato i nomi dei partigiani. Don Enrico, che segretamente aiutava i partigiani (ma questa sua azione era nota ai nazi-fascisti), durante l'azione di rastrellamento, fermatosi per soccorrere un parrocchiano, venne catturato, percosso selvaggiamente e costretto a correre scalzo su un campo ancora innevato e venne fucilato alla schiena durante la corsa. I nazi-fascisti, come monito, costrinsero i familiari a lasciare per ben tre giorni il suo corpo insepolto nel campo dove era stato ucciso. Altri 5 partigiani vennero fucilati durante la rappresaglia.
In quello stesso tremendo giorno del 24 marzo 1944, infausto giorno per la lotta per la libertà, anche un altro giovane matelicese, Carlo Mosciatti, 20 anni, arrestato a Roma, per strada, il 13 marzo di quel terribile 1944 veniva barbaramente ucciso a Roma nel massacro delle Fosse Ardeatine, insieme ad altri 334 innocenti come lui.

Contenuti

Iscrizioni:
8-2-1912 24-3-1944
TRAFITTO DA PIOMBO NAZIFASCISTA
QUI CADDE
MARTIRE DELLA CRISTIANA CARITÀ
DON ENRICO POCOGNONI
LA FAMIGLIA AD IMPERITURO RICORDO
POSE
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
La memoria dell'eccidio di Braccano è ancora molto viva nella popolazione matelicese e del comprensorio limitrofo. L'importanza storica del luogo è stata recentemente celebrata con l'istituzione da parte della Regione Marche del Parco della Resistenza del S. Vicino di cui Braccano ne costituisce il luogo principale ed anche con la realizzazione a Braccano del Museo della Resistenza inaugurato il 24 marzo 2012 in occasione del centenario della nascita di Don Enrico Pocognoni.

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