4573 - Cippo ai Caduti dell’eccidio di Alberi – Parma

Il cippo ricorda le  vittime della inutile punizione che i tedeschi in fuga inflissero alla popolazione civile festante per l’arrivo delle forze militari di liberazione il 25 aprile 1945.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Alberi
Indirizzo:
Strada Martinella
CAP:
43124
Latitudine:
44.742415536425376
Longitudine:
10.332185626029968

Informazioni

Luogo di collocazione:
Area verde a lato strada, in un piccolo giardino della memoria, insieme alla Lastra in ricordo dei figli di Alberi caduti nelle guerre mondiali. .
Data di collocazione:
25/04/1975
Materiali (Generico):
Bronzo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Stele in pietra
Iscrizioni in bronzo
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Parma
Notizie e contestualizzazione storica:
FONTI:
http://portali.ltt.it/PortaleEccidiNazifascisti/Vis/page.asp?IDCategoria=905&IDSezione=7014&ID=111023
Testimonianza tratta da:
V. Barbieri, La popolazione civile di Parma nella guerra 1940-1945, Associazione nazionale vittime civili di guerra. Sezione di Parma, Parma 1975, pp.114-115.

"Transitarono tutta la notte i carriaggi e le autoblindo tedesche dirette verso Parma dopo aver guadato il torrente presso Alberi. Seppi in seguito che quei Tedeschi erano i medesimi che la notte prima avevano devastato Malandriano dopo aver rotto un accerchiamento partigiano presso Tortiano. La retroguardia era costituita da una batteria di cannoncini e si fermò alla fattoria Musiara nelle prime ore del mattino. Tutto pareva tranquillo allorché nel pomeriggio vedemmo giungere un autoblindo americana che, avendo saputo della presenza dei Tedeschi, chiese loro che si arrendessero, ma inutilmente. Raggiunta da altri carri armati americani l’autoblindo staffetta si dileguò verso Parma rinunciando a snidare il covo tedesco della Musiara, forse convinta che si sarebbe arreso spontaneamente più tardi. Purtroppo non fu così. Partiti gli Americani per Parma seguì un’ora di calma assoluta: all’improvviso però udimmo il sibilo delle granate tedesche che cadevano sulle nostre case. Venimmo in seguito a sapere che i Tedeschi, avendo scorto coi binocoli i nostri entusiastici festeggiamenti agli automezzi liberatori, intendevano punirci. Quasi tutta la popolazione cercò scampo in un profondo fossato dietro le abitazioni. Ma le granate piovevano dappertutto tanto che vennero colpiti a morte il Comelli, lo Scaffardi e mia moglie. I primi due decedettero quasi subito, la mia donna invece ebbe un destino particolare. Eravamo nel canalone io, lei con in braccio la figlia piccolina allorché la vidi cadere riversa all’indietro; le strappai la bimba e corsi ad una casa vicina perché la custodissero fintanto che avessi provveduto ad assistere convenientemente mia moglie. Ritornai indietro dopo pochi minuti ma non la ritrovai più: gli americani, risaliti a Vigatto al rombo dei cannoni tedeschi, l’avevano caricata sopra un carro e trasportata in un ospedale. Nessuno però seppe dirmi dove ed in quella confusione che c’era fuori e dentro di me non riuscii a rintracciarla. Soltanto una settimana dopo, per un caso fortuito, venni a sapere che si trovava a Castelfranco Emilia ove giaceva morta da alcuni giorni".

Contenuti

Iscrizioni:
Alberi
nel trentennale della
rappresaglia nazista
in memoria dei caduti
e delle vittime civili
alla vigilia della pace
attesa ricorda
Comelli Renato
Morandi Giovanna
Scaffardi Amilcare
Schianchi Armando
25 aprile 1975
Simboli:
Non sono presenti simboli

Altro

Osservazioni personali:
Licheni infestanti sulla superficie

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