84589 - Lapidi ai partigiani fucilati a San Martino Spino

Le tre lapidi in marmo con elementi in rilievo si trovano affisse su una porzione dell’originario muro di recinzione del Cimitero di S. Martino Spino. Ricordano 3 partigiani fucilati il 13 dicembre 1944. I caratteri delle epigrafi sono incisi e colorati di vernice nera. Ogni lapide, con la foto in ceramica del Caduto, è sovrastata da una lampada votiva ed ha un vaso portafiori in bronzo alla sua base. Due croci cristiane sono incise ai lati di ogni immagine della vittima.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
San Martino Spino
Indirizzo:
Via Giulio Natta
CAP:
41037
Latitudine:
44.93831598841002
Longitudine:
11.233461499214172

Informazioni

Luogo di collocazione:
Muro di cinta del Cimitero, lato ingresso
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lapidi in marmo. Lampade votive e vasi portafiori in bronzo.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Con l’autunno del 1944 inizia il periodo della stasi del fronte per le sfavorevoli condizioni climatiche ed ambientali che non permettono agli Alleati di scardinare le difese tedesche approntate lungo la cosiddetta “Linea Gotica”. Il messaggio del maresciallo H. R. Alexander (comandante supremo delle forze Alleate del Mediterraneo) ai partigiani invita a rallentare le loro attività in attesa della ripresa delle operazioni su vasta scala per la primavera successiva. Ciò permette ai nazifascisti di concentrate i loro sforzi contro il movimento partigiano con una serie di rastrellamenti che investono anche la pianura modenese.
E’ in questo contesto che matura la tragedia di questi tre partigiani, catturati dai tedeschi a metà dicembre 1944 grazie alla delazione di un loro compagno, tale Ugo, originario del Mantovano, che, arrestato, non sopporta le torture che gli vengono inflitte e fa i loro nomi. Nell’azione di repressione si distinguono anche gli squadristi della XXVI Brigata Nera “Mirko Pistoni”, che nel Mirandolese è comandata da Ugo Rezzaghi, segretario della locale federazione del PFR (Partito Fascista Repubblicano).
Oles Pecorari è il comandante di un piccolo gruppo partigiano di orientamento social comunista operante a S. Martino Spino, una frazione del Comune di Mirandola, che sarà poi aggregato come SAP (Squadra di Azione Patriottica) alla XIV Brigata Garibaldi “Remo” (Divisione “Modena” Pianura). Il suo amico Mario Borghi ne è il commissario politico, mentre Cesarino Calanca è un gregario.
Nonostante l’intervento delle famiglie, del parroco di Mirandola, don Dante Sala e perfino del vescovo di Carpi, monsignor Virginio Federico Della Zuanna, i 3 giovani sono processati da un Tribunale di guerra germanico di Mirandola che li condanna a morte come misura di rappresaglia per alcune azioni che erano state compiute lungo la Strada Statale n. 12. Pecorari, Borghi e Calanca sono fucilati da un plotone di militari tedeschi all’alba del 13 Dicembre 1944 dinanzi al Cimitero di S. Martino Spino. Ora sono tumulati in una cappella a loro dedicata all’interno di detto Cimitero.
Oles Pecorari era nato a S. Martino Spino il 16 Maggio 1921 dove vi risiedeva. Nipote per parte di madre di Giovanni Tironi, un antifascista perseguitato e reso quasi cieco dalle brutalità a cui era stato sottoposto dalle “squadracce” del regime e che sarà il suo modello di riferimento e d’ispirazione nell’intraprendere la lotta partigiana. Dopo l’esecuzione Il suo cadavere viene anche oltraggiato.
Mario Borghi era nato a Medolla (Mo) il 15 (o 14 da altra fonte) Giugno 1923 e risiedeva a S. Martino Spino.
Cesarino Calanca era nato a Bondeno (Fe) il 28 Dicembre 1921 e risiedeva a S. Martino Spino.

Contenuti

Iscrizioni:
Lapide centrale:

LA RABBIA NAZI FASCISTA TRUCIDO’
NELLA TRISTE ALBA DEL 13 DICEMBRE 1944
PECORARI OLES DI ANNI 22
CALANCA CESARINO DI ANNI 22
BORGHI MARIO DI ANNI 21
PERCHE’
VOLEVANO L’ITALIA
LIBERA DEMOCRATICA SOCIALISTA

A sinistra di chi guarda:

CALANCA
CESARINO

A destra di chi guarda:

BORGHI
MARIO
Simboli:
Croci ai lati delle fotoceramiche dei Caduti.

Altro

Osservazioni personali:
Le lapidi, in special modo quella centrale, hanno le iscrizioni sbiadite per la consunzione della vernice con cui erano state colorate.

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