7072 - Memoriale ai Caduti di Capolago

Il monumento è collocato in un’area verde recintata davanti alla chiesa, poggia su un triplo basamento in pietra su cui svetta una colonna in marmo bianco che termina con un capitello decorato e con in cima una stella alpina. Sulla colonna sono incisi i nomi di 9 soldati Caduti durante la Grande Guerra, due Caduti in Libia e un Caduto durante la seconda guerra mondiale, il cui nome è inciso sul basamento. Dietro il recinto un masso con dedica degli alpini. A destra del monumento, fuori dall’area recintata ma sempre nel piazzale della Chiesa, un secondo monumento in pietra, una sorta di stele affiancata da un blocco di pietra più basso su cui è collocata un’aquila in bronzo. Sul basamento una iscrizione. Sul lato sinistro di questo secondo monumento un altro blocco di pietra reca la dedica del Gruppo Alpino di Capolago con la data di collocazione. Davanti al monumento una piccola area verde dove sono stati piantati otto cipressi, davanti ad ognuno dei quali è infissa nel terreno una targa in ferro con il nome di un caduto. Altri tre cipressi con altrettante targhe si trovano all’interno del recinto del monumento ed un altro alla sua destra, per un totale di dodici cipressi. I nomi dei caduti presenti sul monumento sono gli stessi delle targhe in ferro, tranne due.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Capolago
Indirizzo:
piazza S. Trinità
CAP:
21100
Latitudine:
45.793547561631485
Longitudine:
8.809618949890137

Informazioni

Luogo di collocazione:
area verde recintata davanti alla chiesa
Data di collocazione:
agosto 1920
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Basamento in pietra, colonna in marmo, targhe in ferro, secondo monumento in pietra con aquila in bronzo, masso.
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Varese
Notizie e contestualizzazione storica:
Il monumento fu innalzato nel 1920 e contestualmente furono piantati i cipressi a ricordo di ogni caduto; il masso e il secondo monumento furono donati dagli alpini di Capolago e recano la data del 23 maggio 1982.
Uno dei caduti in Libia perse la vita durante la famosa battaglia di Sciara Sciat, il 23 ottobre 1911, quando, dopo la sconfitta, i Turchi ottomani massacrarono 290 bersaglieri italiani nel cimitero di Rebab.

Contenuti

Iscrizioni:
il monumento principale

Il monumento poggia su un triplo basamento in pietra su cui svetta una colonna in marmo bianco che termina con un capitello decorato e con in cima una stella alpina. Sulla colonna sono incisi i nomi di 9 soldati caduti durante la Grande guerra, due caduti in Libia e un caduto durante la seconda guerra mondiale, il cui nome è inciso sul basamento. ISCRIZIONI: Colonna: 1915 sold. Manieri Davide, 1916 sold. Aimini Pio, sold. Passera Ferdinando, 1917 serg. Carcano Giuseppe, sold. Manieri Angelo, CAP. M. Marocco Enrico, sold. Gandini Luigi, 1918 sold. Rovera Giuseppe, sold. Braghini Alberto. Caduti in Libia sold. Montalbetti Carlo, sold. Broggi Cesare. Alla base della colonna il nome del soldato caduto durante la seconda guerra mondiale: ” Malnati Guido 1940-1945″ ISCRIZIONE SUL BASAMENTO: ” Ai gloriosi suoi figli per la patria pugnando caduti Capolago riconoscente” Agosto 1920
masso degli alpini

Masso di pietra collocato dietro il monumento, a ridosso del recinto. Sopra l’iscrizione a rilievo un capello alpini con la penna in evidenza Iscrizione: gruppo Alpini Capolago
Il secondo monumento

Di fianco al monumento principale nel 1982 è stata collocata una sorta di stele affiancata da un blocco di pietra più basso su cui è collocata un’aquila in bronzo. Sul lato sinistro un’altro blocco in pietra reca la data di collocazione: ” Gruppo Alpini Capolago, 23 maggio 1982″; sopra la dedica un cappello alpino in rilievo Sul basamento una iscrizione: Ogni alpino lo crede: chi vive con fede cresce e fa crescere la vita. Non muore mai.
lastra in ferro

Davanti al monumento una piccola area verde dove sono stati piantati dodici cipressi, davanti ad ognuno dei quali è infissa nel terreno una targa in ferro con il nome di un caduto. Quattro di questi cipressi sono collocati di fianco al monumento, all’interno del recinto, uno a destra e tre a sinistra. ISCRIZIONI: Alla memoria Serg. Carcano Giuseppe 24-10-1917 Hudi L. Carso, Alla memoria sold. Montalbetti Carlo 22-10-1911 Sciara Sciat, Alla memoria sold. Passera Ferdinando 18-18-1916 in combattimento, Alla memoria sold. Gandini Luigi 24-07-1917; Alla memoria sold. Broggi Cesare 01-10-1916 Azar, Alla memoria sold. Groggi Cesare 01-10- 1916 Libia, Alla memoria sold. Manieri Angelo, 08-09-1917 Carso, Alla memoria sold.Braghini Alberto 30-10-1917 Tagliamento, Alla memoria C.M. Marocco Enrico 08-10-1917 Gorizia, Alla memoria sold. Rovera Giuseppe 01-01-1918, prigioniero d’Austria, Alla memoria sold. Aimini Pio 10-06-1916 Pasubio, Alla memoria sold. Manieri Davide 08-09-1917 Gorizia.
Simboli:
Due cappelli alpini, stella alpina, aquila in bronzo, cipressi

Altro

Osservazioni personali:
Purtroppo il piccolo memoriale non è in buone condizioni, soprattutto l'area verde: qualcuno dei cipressi è ormai secco, anche se due sono appena stati ripiantati dopo molte proteste e petizioni degli abitanti di Capolago. Il ferro delle targhe è molto ossidato, si leggono i nomi con grande fatica. Si rileva inoltre una stranezza sulle targhe, a cui non è stato possibile tovare una spiegazione: una targa riporta il nome, peraltro presente anche sulla colonna, del soldato Broggi Cesare, morto ad Azar il 1 ottobre del 1916; la targa di fianco riporta il nome quasi identico del soldato Groggi Cesare, morto nello stesso giorno, il 1 ottobre 1916, in Libia. Non si è potuto stabilire se sia un errore, ma la sensazione è quella. Inoltre, il monumento riporta i nomi di due caduti nella campagna di Libia, non di tre; la targa del soldato Broggi Cesare riporta come luogo di morte Azar, che in realtà è Ain Zara, teatro di altre battaglie della campagna di Libia, ma famoso soprattutto per il ritrovamento di un antico pavimento romano a mosaico, rinvenuto dai bersaglieri del 33º battaglione durante gli scavi per le trincee: apparteneva presumibilmente all'antica città romana di Oea. Il reperto fu accuratamente rimosso ed inviato in Italia. Comunque, il nome sulla targa si legge abbastanza bene ad occhio nudo, quindi è legittimo pensare ad un errore nel nome della località.

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