4001 - Stele al partigiano Luigi Berni – Foce di Terrarossa

Si tratta di una stele in pietra con lastre recanti iscrizioni a memoria del partigiano Luigi Berni, collocata in località Terrarossa, lungo la Strada regionale del Passo delle Radici, luogo dove fu abbandonato il suo corpo trucidato. La stele si trova al centro di una massicciata di pietra, delimitata agli angoli da quattro colonnine in ferro unite da catene. Le lastre presenti sono tre: due in bronzo e una in plastica dove è presente anche un QR code.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Foce di Terrarossa
Indirizzo:
SP 72 Passo delle Radici
CAP:
55033
Latitudine:
44.19023011339165
Longitudine:
10.421170592308044

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato strada
Data di collocazione:
17/04/2005
Materiali (Generico):
Bronzo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Stele e massicciata in pietra, lastre, colonnine e catena metalliche, ulteriore lastra in plastica.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Castiglione di Garfagnana - Associazioni Combattentistiche e d'Arma
Notizie e contestualizzazione storica:
Da “Istituto Storico della Resistenza” di Lucca – Luoghi della Memoria

Luigi Berni nasce a Bagno di Romagna, in provincia di Forlì, nel 1894.
Antifascista della prima ora, si trasferisce a Castelnuovo Garfagnana, si sposa, inizia a lavorare alla “Metallurgica” di Fornaci di Barga.
Si licenzia all’inizio della guerra perché la fabbrica produce armi e lui non vuole saperne: così, comincia a fare l’arrotino in piazza Umberto a Castelnuovo.
Ormai cinquantenne e con famiglia a carico potrebbe fare come tanti, ma decide di partecipare alla Resistenza, entrando nella divisione Lunense e facendo la staffetta e l’informatore per il battaglione “Casino” di Giovan Battista Bertagni. 
Nel settembre 1944 viene però arrestato nei pressi di Filicaia dai tedeschi perché trovato in possesso di un binocolo e di una pistola (non funzionante). E’ consegnato alla Brigata Nera a Castiglione. Qui si compie il suo tragico destino.
Le torture durano giorni, ma Berni non cede e, pur di non parlare, tenta il suicidio tagliandosi le vene con i denti. Per coprire le sue urla di dolore i fascisti cercano qualcuno che suoni uno strumento musicale, mentre lui, con il sangue, scrive sul muro della cella “sangue del Berni – vendicate voi – i miei nemici non sono i tedeschi, voi li conoscete – vendicatemi”.
In quei giorni, i fascisti stanno compiendo una serie di rappresaglie per vendicare l’attentato al Convento dei Cappuccini.
Rimane gravemente ferita la cognata del comandante del presidio di Castiglione, Aurelio Ricci: i brigatisti del luogo si comportano quindi in modo particolarmente feroce.
Il 29 settembre, dopo l’ennesima tortura, Luigi Berni viene legato a un autocarro che parte da Castiglione in direzione Passo delle Radici trascinando il corpo sulla strada finché l’uomo non muore e viene abbandonato in località Terrarossa.
Due fratelli che abitano sul posto, Marco e Sesto Rossi, lo ritrovano e gli danno sepoltura.
Alla fine della guerra viene riconosciuto a Berni il grado militare di Sergente Maggiore (ai fini del trattamento economico riservato a chi ha combattuto nella Resistenza: in questo caso, devoluto alla vedova e ai figli) e nel 1994 gli viene concessa dal Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro la medaglia d’oro al Valor Militare con questa motivazione: “Fiero oppositore della dittatura fascista, dopo l'8 settembre 1943 si prodigava nell'azione informativa a favore del movimento partigiano. Benché esente da obblighi militari, decideva egualmente di lasciare la sua numerosa famiglia per partecipare attivamente alla lotta di liberazione, distinguendosi in numerose operazioni per capacità, valore ed entusiasmo, rappresentando, specie tra i giovani, un esemplare riferimento. Nell'ultima di queste azioni, attardandosi per meglio seguire i movimenti di una robusta formazione tedesca, veniva sorpreso e catturato. Consegnato alle brigate nere, veniva sottoposto a feroci ed estenuanti torture. Fieramente determinato a non rivelare in nomi dei suoi compagni, si strappava coi denti le vene dei polsi e, a scherno dei suoi torturatori, scriveva col suo sangue sul muro della cella: "Non vi ho tradito. I miei nemici li conoscete. Sangue del Berni". Rinvenuto dai suoi aguzzini ormai esangue, subiva ancora percosse, e trascinato con una corda al collo per alcuni chilometri, veniva abbandonato al bordo della strada. Fulgido esempio di lealtà, spregio del pericolo e amore della Libertà”.

Contenuti

Iscrizioni:
LUIGI BERNI

EROE DELLA RESISTENZA
Medaglia d'Oro V.M.
29 Settembre 1944
TRUCIDATO DALLA BRUTALITA'
DELLE TORTURE NAZIFASCISTE

CON IL SUO SILENZIO HA
DATO VOCE ALLA LIBERTA'
DI QUESTA TERRA

Castiglione Di Garfagnana 18 aprile 2005

60° ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE
DELLA GARFAGNANA

Castiglione Garfagnana
Comuni di : Villa Collemandina
Pieve Fosciana

(lastra in plastica)
In memoria di
LUIGI BERNI
Partigiano, Medaglia d'oro al V.M.
(1894-1944)
Simboli:
Nella lastra in plastica sono presenti un QR code, logo della Regione Toscana, Provincia di Lucca, Comune di Castiglione di Garfagnana, Anpi e Istituto Storico Provincia di Lucca.

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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