
Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via della Prava
- CAP:
- 21017
- Latitudine:
- 45.634873
- Longitudine:
- 8.796996
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Area centrale del cimitero, all'ingresso sulla sinistra
- Data di collocazione:
- 21 giugno 1948
- Materiali (Generico):
- Pietra, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- E' stata usata la terracotta nella scultura, per la struttura del monumento è stato usato il serizzo (tipo di granito) non levigato (a spacco di cava), mentre per il "sarcofago" e lo "sfondo" dei nomi è stato usato il serizzo levigato.
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Samarate
- Notizie e contestualizzazione storica:
- AUTORE: Giuseppe Banda; Giuseppe Banda nasce a Samarate in provincia di Varese il 5 febbraio 1914. Frequenta la scuola umanitaria “Arti e Mestieri” di Milano.
Nel 1939 si diploma “Maestro d’arte in scultura” presso l’Istituto Superiore d’Arte di Monza – Villa Reale. Chiamato alle armi, e successivamente fatto prigioniero dalle truppe francesi, nel 1943 è deportato in Africa Equatoriale nel campo di Berberati, dove ha inizio la sua attività artistica: modella un Cristo per la cappella del campo. Riconosciuto il talento, gli viene affidato l’incarico per dirigere una scuola di scultura di ebano e avorio e due anni dopo ottiene l’incarico per affrescare l’abside e il presbiterio della Cattedrale di S. Anna a Berberati.
Come pagamento per le sue opere chiese cibo per i suoi compagni e rifiutò il denaro.
Al rimpatrio, avvenuto nel 1946, inizia l’attività artistica in Italia con il monumento ai Caduti Partigiani nel cimitero di Samarate e si dedica con grande passione anche all’insegnamento.
Giuseppe Banda muore il 2 gennaio 1994.
L'opera è' stata realizzata dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, dal 1946 al 1948, anno in cui è stata inaugurata.
Contenuti
Bassorilievo
IL BASSORILIEVO: l’opera è suddivisa in 4 scene che, nel complesso, richiamano un corteo greco, come quello rappresentato sul frontone del Partenone di Atene, e formano un vero e proprio racconto figurato.
La prima scena, in basso, è separata dalle altre. Le tre scene superiori sono comprese in un unico riquadro, ma sono separate da un elemento del paesaggio che si ripete (un albero)
La scena compresa nel rettangolo inferiore illustra una situazione di prigionia: l’ambiente è quello di una cella; un uomo al centro è inginocchiato con le mani legate dietro la schiena ed è circondato da due uomini in piedi che gli stringono un braccio e una spalla quasi per tenerlo fermo. L’uomo a sinistra ha in mano un flagello (frusta a più corde); quello a destra sembra che stia per sferrare un pugno al prigioniero.
Nel rettangolo superiore, la prima scena rappresenta la morte di un uomo che viene sorretto da una donna, che si presume sia la madre. Due figure laterali osservano la scena con un atteggiamento addolorato; lo sfondo è un paesaggio.
La seconda scena mostra due uomini offerenti una corona di alloro.
L’ultima, infine, rappresenta quattro giovani che vanno in guerra impugnando delle armi.
Lastra commemorativa dei Partigiani
Tra due pilastri di serizzo “a spacco di cava”, rientrante, si trova una lastra verticale che presenta i nomi, le fotografia, data e luogo di nascita e di morte degli otto partigiani samaratesi commemorati. Alla base è stata posta una specie di altarino con due vasi per fiori laterali, in serizzo levigato. Al di sopra della lastra, in cima al Monumento, si trova una croce.
NOMI DEI CADUTI:
Carlo Broglia
N 08/01/1923 Pieve Portomorone
M 18/06/1944 Val Grande
Giovanni De Poli
N 18/11/1925 Svizzera
M 18/06/1944Domodossola
Giuseppe Introini
N 19/03/1924 Samarate
M 18/06/1944 Val Grande
Pietro Introini
N 05/09/1910 Samarate
M 18/06/1944 Val Grande
Giovanni Praderio
N 18/11/1924 Samarate
M 18/06/1944 Val Grande
Gaetano Ricci
N 17/09/1914 Samarate
M 23/06/1944 Val Vigezzo
Carlo Tapella
N 09/02/1915 Samarate
M 07/10/1944 Val Domino
Bruno Zocchi
N 24/02/1924 Samarate
M 18/06/1944 Val Grande
Sarcofago
Alla base del Monumento è stato posto un sarcofago in serizzo levigato, molto semplice, con un basamento inferiore e un coperchio superiore. La parte frontale riporta una scritta in Latino.
Scritta sul sarcofago: “EXORIARE FELIX NOSTRIS EX OSSIBUS DIUTINA PAX”
Traduzione: “Dalle nostre ossa sorgerà una felice pace duratura”
intitolazione del Monumento
Il contorno superiore del Monumento è formato da una fascia orizzontale in serizzo levigato, in cui è stata inserita una grande scritta con caratteri in bronzo.
La scritta riporta l’intitolazione del Monumento:
“AI CADUTI PER LA LIBERTA'”
- Simboli:
- Croce e sarcofago: simbolo del lutto per la morte dei partigiani e del carattere sacro, religioso del Monumento.
Altro
- Osservazioni personali:
- Il materiale scelto per l'insieme del Monumento, il serizzo (un tipo di granito), e la sua lavorazione (in gran parte " a spacco di cava" e martellinato), ricorda le montagne tra le quali i partigiani sono morti - i monti della Valdossola e della Val Grande. Molti aspetti dello stile del complesso (il sarcofago, la scritta superiore e soprattutto il bassorilievo) sembrano invece di tipo classico: il contorno superiore ricorda il frontone di un tempio; le figure del bassorilievo sono scolpite come statue antiche, seminude, e non come uomini moderni, di età contemporanea; la continuità delle scene ricorda le metope del Partenone.
Nello stesso tempo le scene raffigurate ricordano, nel contenuto, la passione di Gesù: sono una specie di via crucis, con la storia simbolica di un partigiano dalla prigionia alla morte (in particolare, il carceriere con il flagello, la madre che sorregge il cadavere del figlio morto, simile ald un Pietà).
Nel Monumento si nota una grande attenzione allo spazio, con la ricerca delle proporzioni nella suddivisione del blocco in rettangoli. Nel bassorilievo è resa molto bene la profondità, con tre livelli: primo, secondo e terzo piano, sfondo (paesaggio e ambiente del carcere meno in rilievo, quasi "disegnati" con la tecnica dello stiacciato).
Tutto il Monumento vuole dare importanza epica e un senso quasi religioso alla morte dei partigiani, ma nelo stesso tempo è semplice e sobrio, anche nell'uso dei materiali.