
Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Viale dei Mille, angolo Via Antonio Pacinotti
- CAP:
- 50131
- Latitudine:
- 43.7841561
- Longitudine:
- 11.2728236
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Parete esterna di edificio privato
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Marmo, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Marmo per la lastra. Ferro per i tre perni di sostegno, il gancio per il collocamento della corona e per il portabandiera. Vernice di colore nero a riempire i caratteri dell'epigrafe.
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Firenze
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Alle 6:00 dell'11 Agosto 1944, a Firenze, al suono della Martinella, la storica campana di Palazzo Vecchio, le varie formazioni partigiane già presenti in città, muovono all'attacco delle retroguardie tedesche, scontrandosi anche contro i franchi tiratori fascisti. I combattimenti si protraggono fino al 1° Settembre 1944, quando l'intero territorio comunale viene liberato. L'eroica lotta dei partigiani fiorentini contribuirà al successivo conferimento della medaglia d'Oro al Valor Militare alla città.
I quattro partigiani ricordati in questa lastra cadono l'11 Agosto intorno alla zona compresa tra Il Viale dei Mille, Via del Pratellino e il Ponte del Pino.
Si tratta di:
Enrico Ciacchi, nato il 29 Maggio 1927, partigiano della X Brigata Garibaldi “Silvano Caiani”, Divisione Garibaldi “Potente”. Sepolto nel Sacrario dei Caduti partigiani del Cimitero della Misericordia di Rifredi.
Guido Ugo Horloch, nato il 16 Agosto 1911, medico farmacista, partigiano della Brigata “Bruno Buozzi”, Divisione Garibaldi “Potente”. Sepolto nel Cimitero di Trespiano.
Enrico Lapi, nato il 31 Ottobre 1916, partigiano della II o III Brigata di città (nella banca dati del partigianato toscano è registrato due volte con diversa formazione di appartenenza), Divisione “Giustizia e Libertà”. Sepolto nel Cimitero di Trespiano.
Rodolfo Panteri, nato il 6 Agosto 1917, partigiano della Brigata “V”, Divisione “Giustizia e Libertà”. Sepolto nel Sacrario dei Caduti partigiani del Cimitero della Misericordia di Rifredi.
Enrico Ciacchi ed Enrico Lapi fanno parte di un gruppo di partigiani che, usciti da un circolo ubicato in Via G. Marconi n. 88, sono fatti segno dal fuoco di una postazione tedesca che si trova all'angolo della frontale Via P. Carnesecchi. Altri compagni restano feriti e tra questi, il più grave, Aldo Ravenni, morirà il 16 Settembre successivo (o, secondo altre fonti, il 12 o 13 Agosto).
Guido Ugo Horloch trova la morte durante una missione di collegamento. Un gruppo di patrioti comandati dal tenente Guido Montaina si è asserragliato nell'allora molino “Biondi”, nel Viale dei Mille, unitamente ad alcuni militari della Guardia di Finanza, lì di presidio. Il timore di essere attaccati dai tedeschi fa sì che si renda necessario richiedere dei rinforzi. Di questo se ne fa carico il dottor Horloch, fiducioso del fatto di indossare il suo camice bianco e portare al braccio la fascia della Croce Rossa che lo dovrebbero proteggere dal fuoco nemico.
Attraversato indenne il cruciale ponte del Pino, raggiunge il V.le B. Segni dove ha sede il Comando della IV Zona partigiana e qui relaziona la situazione in cui si trovano i compagni all'ispettore “Capitano Giorgi”, il socialista Giorgio Mengolini. Il dottor Horloch riceve l'assicurazione che nella tarda serata partiranno per il molino “Biondi” i rinforzi richiesti, impiegati anche in una contemporanea azione a vasto raggio tesa ad alleggerire la pressione dell'avversario ai gappisti che si trovano nel vicino stabilimento tipografico “Vallecchi”. Sebbene sconsigliato dallo stesso Mengolini, che gli dice di attendere l'ora dell'azione programmata, il dottor Horloch decide di tornare dai compagni per portare loro la buona notizia. Dopo aver riattraversato indenne il ponte del Pino è colpito nella adiacente Via del Pratellino. Gravemente ferito all'addome viene soccorso e portato con una barella all'Ospedale di “Villa delle Rose”, presso Careggi, dove muore lo stesso giorno. La missione viene comunque portata a termine dall'altrettanto coraggiosa staffetta Aurora Benini.
Rodolfo Panteri comanda una squadra di patrioti della Brigata “V” incaricata di disinnescare le mine poste dai guastatori tedeschi sul ponte del Pino. L'azione ha successo ma il coraggioso Panteri viene colpito a morte. La formazione di cui fa parte è comandata dal suo fondatore, l'insegnante Vittorio Sorani, da cui il nome di Bigata “V” (e non Quinta, come viene erroneamente interpretata da qualcuno), costituita prevalentemente da carabinieri e militari, operante in città con azioni di sabotaggio e colpi di mano.
Contenuti
- Iscrizioni:
- IN QVESTI LVOGHI
L'11 AGOSTO 1944 I PARTIGIANI
CIACCHI ENRICO - LAPI ENRICO
HORLOCH G. UGO - PANTERI RODOLFO
CADERO COMBATTENDO EROICAMENTE
CONTRO IL NEMICO NAZIFASCISTA
SVL SANGVE DA LORO VERSATO
NOI SVPERSTITI
GIVRIAMO DI CONTINVARE A DIFENDERE
LA LIBERTA' E LA PACE
NELLA FRATELLANZA DEI POPOLI
A.N.P.I. SEZIONE “F.LLI PAPINI” - S. GERVASIO – CAMPO DI MARTE
Q.R.P.
- Simboli:
- Non sono presenti simboli
Altro
- Osservazioni personali:
- Informazione non reperita