238779 - Stele ai Caduti partigiani – Bosco delle Tane di Giandeto di Casina (RE)

Il manufatto in memoria di questi partigiani si trova presso Giandeto, al bivio tra la strada che conduce in località Le Tane e quella che porta a Pantano di Carpineti, collocato in un ampio spazio al margine del bosco. E’ dedicato ai partigiani Agostino Casotti ed Afro Rinaldi, caduti in combattimento nel Bosco delle Tane l’8 Settembre 1944 e a Dino Meglioli e Domenico Casali, catturati nel medesimo luogo lo stesso giorno e poi fucilati a Pantano sette giorni dopo. E’ costituito da una ruvida lastra di pietra di forma rettangolare, dai bordi lievemente irregolari, adagiata su una base di cemento a pianta rettangolare. L’epigrafe, in rilievo, è costituita da caratteri di bronzo e riporta in ordine alfabetico i nomi dei Caduti (ciascuno seguito dallo pseudonimo da partigiano), fatta eccezione per Dino Meglioli che, essendo stato decorato con la medaglia d’Argento al Valor Militare “alla Memoria”, compare per primo. Nell’epigrafe si rileva, inoltre, la data e il luogo dell’evento che accomuna la sorte di questi resistenti, gli Enti promotori e la data d’inaugurazione del cippo. Sul margine sinistro della lastra (rispetto a chi guarda), accanto ad ogni nome, sono applicati i relativi fotoritratti in ceramica, racchiusi in una cornice ovale di bronzo. Il cippo è circondato da sei pilastrini di cemento (dal vertice piramidale) che tendono una catena di protezione formata da maglie di ferro lavorate, catena che s’interrompe parzialmente nella parte anteriore per permetterne l’accesso.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Frazione Giandeto, località Bosco delle Tane
Indirizzo:
Frazione Giandeto, località Bosco delle Tane
CAP:
42034
Latitudine:
44.5024621
Longitudine:
10.5237558

Informazioni

Luogo di collocazione:
Area dedicata al margine del Bosco delle Tane
Data di collocazione:
1° Novembre 1981
Materiali (Generico):
Bronzo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Pietra per il cippo. Cemento per il basamento e per i pilastrini che tendono la catena di protezione. Bronzo per i caratteri in rilievo che formano l’epigrafe, per le cornici che racchiudono i fotoritratti dei Caduti. Ferro per le maglie della catena di protezione. Ceramica per i fotoritratti dei quattro Caduti.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Casina e Associazioni partigiane non meglio precisate
Notizie e contestualizzazione storica:
“Il Comando partigiano stava elaborando in quei giorni (1) un piano d'attacco al presidio fascista di Felina (2), al quale avrebbero dovuto partecipare alcuni distaccamenti delle due zone partigiane appoggiati da un cannoncino da 47/32 per lo smantellamento dell'edificio della caserma. Le informazioni sulla consistenza del presidio (60 uomini) e sull'apprestamento difensivo erano state fornite da tre prigionieri catturati nei giorni precedenti. La distruzione dei due ponti sulla Strada Statale avrebbe impedito l'afflusso di rinforzi da Casina. Senonché, mentre i preparativi erano in corso, cominciarono ad affluire reparti tedeschi nella zona Pantano-Carpineti. In caso di necessità, queste truppe avrebbero potuto soccorrere il presidio di Felina usando la strada di Carpineti. Il progetto venne perciò rimandato. Allo scopo di saggiare le forze dei nuovi reparti nemici il distaccamento “Zambonini” (3), la notte sul 6 (4), attaccò un presidio tedesco in località Cigarello (5), che risultò di notevole consistenza: nell'azione rimase ferito un partigiano.
L'attacco a Feline venne fissato per il mattino del giorno 9. Tutto era pronto, ma anche questa volta una circostanza imprevista mandò all'aria ogni cosa. I militi di Felina seppero da una spia che un distaccamento di partigiani aveva sede nel Bosco delle Tane, presso Giandeto di Casina. All'alba del giorno 8, pertanto, 30 militi partirono alla volta di Pantano. Quivi si unirono ad un reparto tedesco (6) di pari consistenza e assieme ad esso si portarono nella località indicata. Evidentemente conoscevano il posto preciso e le abitudini dei partigiani, giacché poterono giungere inosservati fino a pochi metri da loro, mentre gli uomini, ignari di tutto, stavano facendo colazione. Aprirono quindi, all'improvviso, un fuoco infernale che soltanto per la presenza di spirito di alcuni partigiani non causò una vera carneficina. Gli uomini, alcuni dei quali feriti, furono costretti a sbandarsi nelle macchie vicine; non ebbero neppure il tempo di portare con loro armi e materiali, che caddero quasi al completo nelle mani degli assalitori. Due partigiani, fra quelli che affrontarono il nemico per salvare i compagni, Agostino Casotti (“Tarzan”) (7) e Afro Rinaldi (“Nessuno”) (8), caddero sul posto, mentre altri due, tra cui il comandante Dino Meglioli (“Giuda”) (9), dopo aver resistito accanitamente, vennero circondati, catturati e portati a Pantano. Indosso a “Giuda” i nazi-fascisti trovarono vari documenti tra cui organici e dislocazioni di reparti, nonché comunicazioni riguardanti l'attacco a Felina; decisero pertanto di effettuare immediatamente una puntata nella zona del Monte Fasola, ove aveva sede il Distaccamento “Casoli” (10). Poche ore dopo infatti attaccarono di sorpresa tale distaccamento, ma questa volta con esito diverso; dopo una reazione improvvisata i partigiani poterono agevolmente sfuggire all'accerchiamento spostandosi a Saccaggio (11). Subito dopo i militi rientrarono a Felina preparandosi a sostenere il temuto attacco al presidio. Ma l'operazione, per ordine di “Miro” (12), venne sospesa proprio in seguito agli avvenimenti della giornata. “Giuda”, il valoroso comandante del Distaccamento “Orlandini” (13), venne ferocemente torturato e poi fucilato il 15 Settembre presso Pantano, insieme ad altri suoi infelici compagni di prigionia (14).
I fascisti di Felina, venuti a conoscenza delle intenzioni dei partigiani, non si sentirono più sicuri; lasciarono perciò la caserma due giorni dopo, ripiegando su Casina.

Tratto da libro di Guerrino Franzini “Storia della Resistenza reggiana”, Tenostampa, Reggio Emilia 1966 pagg. 280/81

NOTE:

1. Stiamo parlando del Settembre 1944.

2. Felina, frazione del Comune di Castelnovo né Monti, in Provincia di Reggio Emilia.

3. Enrico Zambonini, anarchico ed antifascista, fucilato per rappresaglia dai fascisti il 30 Gennaio 1944 nel Poligono di Tiro di San Prospero Strinati (Reggio Emilia) insieme a don Pasquino Borghi e ad altri sette compagni di sventura.

4. 4 Settembre 1944.

5. Frazione del Comune di Carpineti, in Provincia di Reggio Emilia.

6. Il reparto in questione è il Lehrstab fur Bandenbekampfung, la Scuola antiguerriglia della XIV Armata tedesca, in questo periodo aggregata alla 92a Infanterie-Division, al comando del capitano Volkmar Seifert. Da appena due giorni è giunta nel Reggiano prendendo sede a Pantano di Carpineti.

7. Agostino Casotti (“Tarzan”), classe 1921, residente a Carpineti. Caposquadra nella 26a bis Brigata Garibaldi. Fonte banca dati del partigianato reggiano del sito dell'Istoreco (Ist. Storico della Resistenza e dell'Età contemporanea di Reggio Emilia) che, erroneamente, data la morte al 7 Settembre 1944.

8. Afro Rinaldi (“Nessuno”), classe 1922, residente a Casina (Re). Caposquadra nella 26a bis Brigata Garibaldi (fonte Istoreco). Sul cippo è riportato il nome di battaglia di “Alpino”.

9. Dino Meglioli (“Giuda”), nato a Castelnuovo né Monti nel 1922, residente a Casina. Comandante di Distaccamento nella 26a bis Brigata Garibaldi. Fucilato dai tedeschi a Pantano il 15 Settembre 1944. Medaglia d'Argento al Valor Militare “alla Memoria” (fonte Istoreco).

10. Il Distaccamento è stato intitolato a Franco Casoli (“Mollo”), caposquadra partigiano della 26a Brigata Garibaldi, caduto in combattimento contro i fascisti a Villa Minozzo (Re) il 24 Maggio 1944. Insignito di medaglia d'Argento al Valor Militare “alla Memoria”.

11. Frazione del Comune di Carpineti.

12. Riccardo Cocconi (“Miro”), all'epoca vicecomandante del Comando Unico, l'ente militare preposto a sovrintendere le formazioni partigiane della montagna Reggiana.

13. Il Distaccamento è stato intitolato a Guerrino Orlandini (“Drago”), partigiano appartenente alla 26a Brigata Garibaldi caduto in combattimento contro i tedeschi alla Bettola di Vezzano sul Crostolo (Re) il 24 Giugno 1944.

14. Insieme a Dino Meglioli è fucilato anche l'altro partigiano catturato al Bosco delle Tane, il giovanissimo Domenico Casali (“Onorato” o “Cesira”, come riportato sul cippo), classe 1928, residente a Migliara di Casina. Caposquadra nella 26a Brigata Garibaldi (fonte Istoreco). Un altro partigiano fucilato a Pantano nello stesso giorno è Aldo Violi, classe 1928, residente a Carpineti e inquadrato nella 26a bis Brigata Garibaldi (fonte Istoreco).

Contenuti

Iscrizioni:
CADUTI PER LA LIBERTA'
BOSCO DELLE TANE 8 – 9 – 1944

MEGLIOLI DINO - GIUDA -
MEDAGLIA D'ARGENTO ALLA MEMORIA

CASALI DOMENICO - CESIRA -

CASOTTI AGOSTINO - TARZAN -

RINALDI AFRO - ALPINO -

IL SACRIFICIO DI QUESTI GIOVANI
SIA D'INCITAMENTO PER LE FUTURE
GENERAZIONI AD AMARE LA LIBERTA'
E LE AMMONISCA A RIFIUTARE LA VIOLENZA

L'AMMINISTRAZIONE COMUNALE
E LE ASSOCIAZIONI PARTIGIANE
A PERENNE RICORDO
GIANDETO DI CASINA 1-11-1981
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Coordinate Google Maps: 44.5024621, 10.5237558

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