245355 - Pietra d’inciampo in memoria di Ferdinando De Capitani – Milano

Le pietre d’inciampo (stolpersteine) furono ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig per tramandare la memoria delle persone deportate, uccise o fatte morire nei lager nazisti.
Sono cubetti in porfido ricoperti di ottone di circa cm. 10×10 su cui sono incisi nome, cognome, luogo e data di nascita e di morte della persona ricordata e tipicamente vengono inserite nel marciapiede davanti a quella che fu la loro abitazione.
Stanno rapidamente diffondendosi in tutta Europa.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Porta Nuova - San Marco
Indirizzo:
via della Moscova, 29
CAP:
20121
Latitudine:
45.476925397001
Longitudine:
9.1887444085983

Informazioni

Luogo di collocazione:
Marciapiede di fronte a quella che fu la sua abitazione
Data di collocazione:
2023
Materiali (Generico):
Ottone, Pietra
Materiali (Dettaglio):
porfido e ottone
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:

  • Ferdinando De Capitani
    figlio di Francesco ed Anna, nacque il giorno 1 novembre 1891 a Verona.

    Entrò come volontario nel Corpo dei Garibaldini – 1° compagnia, 1° battaglione, soldato semplice già nel 1914. Combattè nella battaglia delle Argonne rimanendo ferito alla testa.
    Sposò Regina Rorato, ma non ebbero figli.
    Lavorò al Cairo, e a Parigi per giornali francesi; successivamente alla Pirelli come archivista ed in seguito, dal 16 gennaio 1941, come linotipista al Corriere della Sera di Milano.
    Fu denunciato come organizzatore dello sciopero dei lavoratori del Corriere della Sera del 1° marzo 1944, e per ciò, il 2 marzo fu arrestato e con altri 5 colleghi del giornale fu rinchiuso a San Vittore.
    Con un centinaio di prigionieri fu deportato a Mauthausen il 4 marzo 1944. Vi giunse il 13 marzo 1944 col trasporto n.33 che per alcuni giorni sostò a Reichenau, Innsbruck, in Austria.
    Ferdinando De Capitani (matricola 57559), da Mauthausen fu trasferito nel castello di Hartheim dove, sotto il comando di Mauthausen, si soppreimevano i malati considerati incurabili, i portatori di handicap o coloro che erano ritenuti non abili al lavoro.

    Morì il 18 luglio 1944, ma sulla sua morte vi furono omissioni, silenzi e bugie, come quella in cui nel settembre 1944 fu dal giornale alla moglie che De Capitani fosse deceduto ‘in seguito a gravi ferite riportate durante un attacco terroristico anglo-alleato’.
    Per il Corriere, De Capitani era un ‘assente ingiustificato’ fin dal 2 marzo 1944 e soltanto nel febbraio 1947 scrisse che De Capitani ‘era stato fermato indi internato in Germania’.

    Ferdinando De Capitani è ricordato anche da una targa al Corriere della Sera e da una lastra commemorativa posta a sinistra del portone di ingresso del palazzo dove abitò (allo stesso indirizzo della pietra d'inciampo).

    FONTE:
  • Pietre d'inciampo
  • Contenuti

    Iscrizioni:


    QUI ABITAVA
    FERDINANDO
    DE CAPITANI
    NATO 1981
    ARRESTATO 2.3.1944
    DEPORTATO
    MAUTHAUSEN
    ASSASSINATO 18.7.1944
    HARTEIM

    Simboli:
    Informazione non reperita

    Altro

    Osservazioni personali:
    Informazione non reperita

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