
Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Corso Carlo Alberto 68
- CAP:
- 60127
- Latitudine:
- 43.6056717
- Longitudine:
- 13.5059956
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- A lato della strada, nel marciapiede
- Data di collocazione:
- 25 gennaio 2024
- Materiali (Generico):
- Ottone
- Materiali (Dettaglio):
- Pietra totalmente in ottone
- Stato di conservazione:
- Ottimo
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Ancona
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Correva il 14 novembre del 1901 quando, in via Strade Nuove di Posatora 10, l’attuale via Ascoli Piceno, nacque Alvaro Pietrucci. Fin dagli albori, la sua vita si tinse di dolore poiché, orfano dei genitori, crebbe presso l’Istituto Buon Pastore. Durante gli anni ’20 notiamo un primo trasferimento a Torino, dove trovò un impiego alla Lancia di Savigliano. Da lì a poco ebbe inizio per lui una vita di sotterfugi, infatti possibilmente abbagliato dal sogno di una realtà serena e priva di incertezze, in maniera clandestina, partì per la Francia, per poi spostarsi in Belgio. Nel 1931 da Bruxelles volle trasferirsi ad Amsterdam, in Olanda, dove visse precariamente, cambiando spesso lavoro (per un periodo vendette gelati). La lontananza e l’instabilità economica erano fonte di preoccupazione per la sorella Rosina, la quale in una lettera afferma di non avere sue notizie da parecchio tempo. In questo momento iniziarono i sospetti di propaganda antifascista, fino ad arrivare all’arresto per ricettazione avvenuto in Francia il 28 aprile 1940, come testimonia un telegramma custodito presso l’Archivio di Stato. Nell’agosto dello stesso anno tornò ad Ancona, la sua città natale e proprio quì, in via Corso Carlo Alberto 68 si riunì con suo fratello Bruno, ferroviere, che lo ospitò per un mese in casa sua, durante il quale ricevette frequenti controlli di vigilanza. In questa via Pietrucci trascorse brevi giorni, una piccola sosta tra l’arrivo da un paese ai confini con il nostro e una partenza per il nord che si rivelerà fatale. Più che una partenza difatti, fu un addio, per suo fratello e per la nostra città. Soltanto un mese dopo si allontanò verso Torino, dove inizialmente trovò alloggio dalla sorella Amelia, in via Willar, e ricevette ulteriori controlli trimestrali, poi in un secondo momento, il 28 gennaio del 1943 si trasferì in Via dei Mercanti 3. Un secondo arresto ebbe luogo in quella città, poiché durante gli scioperi fu considerato sovversivo ed oppositore politico antifascista avverso al regime.
Con il cuore pesante arriviamo alla fine e alla rovina della sua vita: dopo gli ultimi avvenimenti fu deportato al campo di concentramento di Mauthausen, e morì a Gusen il 22 aprile del 1945, a soli 44 anni.
Contenuti
- Iscrizioni:
- “QUI ABITAVA
ALVARO PIETRUCCI
NATO 1901
ARRESTATO MARZO 1944
DEPORTATO MAUTHAUSEN
ASSASSINATO 22.4.1945 GUSEN”
- Simboli:
- Non sono presenti simboli visibili sulla pietra.
Altro
- Osservazioni personali:
- Il segno che Pietrucci ci ha lasciato e che noi oggi siamo qui per commemorare e non dimenticare è Il segno di una vita sacrificata per la speranza di un futuro migliore, contro il fascismo, tra sospetti, arresti e sofferenze. Attraverso la memoria, questo segno continuerà a vivere nelle nostre strade, ricordandoci di lottare sempre per le nostre cause e di proseguire nonostante gli ostacoli della vita.