252233 - Targa intitolazione Parco a Bernhard e Helene Brumer – Cesenatico

Area verde attrezzata con giochi e panchine, intitolata ai Coniugi Brumer.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Viale Carlo Matteucci, 11A
CAP:
47042
Latitudine:
44.202450927819
Longitudine:
12.396134734154

Informazioni

Luogo di collocazione:
Area Verde, Parco pubblico.
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Altro
Materiali (Dettaglio):
Lastra in metallo
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Bernardo e Elena Brumer erano coniugi ebrei austriaci, entrambi nati nel 1894, sposati con rito ebraico nel 1920.
Nel 1922 si trasferirono in Italia e vissero in diverse città. Bernardo era il direttore della sede italiana di una ditta che produceva mobili in legno incurvato. Nell’ambito di questo tipo particolare di lavorazione del legno, Bernardo conobbe Augusto Degli Angeli della ditta ADAC di Cesenatico che lo assunse come direttore.
I coniugi Brumer giunsero così a Cesenatico nel 1941. A causa delle leggi razziali Bernardo aveva già subito un arresto e un internamento al campo di Nereto (in provincia di Teramo), ma era sempre riuscito a ottenere la liberazione.
La condizione degli ebrei però cambiò radicalmente con l’occupazione tedesca.
La repubblica sociale aderì in toto alla politica persecutoria hitleriana con la carta di Verona (del novembre 43) che prevedeva l’internamento in campi di concentramento degli ebrei residenti in Italia.
A quel punto, il 12 dicembre 1943, il titolare dell’ADAC Augusto degli Angeli scrisse al prefetto di Forlì:
Ho alle mie dipendenze quale tecnico specializzato, il signor Bernardo Brumer, residente a Cesenatico dal giugno 1941, epoca nella quale è entrato a far parte del personale del mio stabilimento. Attualmente non si può trovare persona che lo possa sostituire nelle sue delicate mansioni e confesso che il suo allontanamento dallo stabilimento mi costringerebbe alla chiusura con conseguente licenziamento degli operai. Nello stabilimento si lavora quasi esclusivamente per l'organizzazione Todt e per le truppe Germaniche di stanza a Cesenatico. Vi assicuro nel modo più assoluto che il signor Brumer pur essendo Ebreo di nascita, non ha mai commesso atto alcuno contrario alle nostre istituzioni. Durante la sua permanenza in Cesenatico il signor Brumer ha mantenuto irreprensibile condotta sotto ogni riguardo, tanto da accattivarsi stima e fiducia da parte della popolazione e delle autorità del posto.
E aggiunge: “Qualora credeste di dover adottare nei confronti del Sig. Brumer un severo provvedimento di polizia, sottoponetelo pure alla vigilanza speciale, ma vi prego, evitate il suo invio in campo di concentramento perché trattasi di persona che coscienziosamente non merita un tale trattamento”.
Degli Angeli dunque cercò, con diverse lettere come questa, di salvare Bernardo dalla persecuzione, ma, andando avanti, la situazione si fece sempre più rischiosa e così Don Lazzaro Urbini convinse i Brumer a cambiare identità e restare nascosti in attesa della fine della guerra. Li ospitò in una cascina a San Vittore di Cesena, di proprietà della sua famiglia.
Tutto inutile: Bernardo Brumer e sua moglie Elena Rosenbaum, il 9 Agosto 1944 furono scoperti, prelevati dalla casa di San Vittore dai noti capi fascisti Siberani e Garaffoni e portati alla casa del fascio a Cesena. Dopo un sommario processo, furono portati in carcere a Forlì.
Il 5 settembre, Bernardo venne prelevato dai Tedeschi con altri 12 detenuti. Li condussero vicino all'aeroporto. Li misero sul ciglio di una buca prodotta da una bomba, con le mani legate dietro la schiena. Li uccisero con un colpo alla testa e li spinsero nel cratere. Sul luogo dell'eccidio erano presenti anche fascisti.
Alle donne toccò la stessa sorte il 17 settembre.
Identificò le loro salme una suora del carcere di Forlì.

Fonte:
Gagliardo A., Cesenatico negli anni delle leggi razziali (1938-1944), Cesenatico 2002

Contenuti

Iscrizioni:
Parco Bernhard e Helene Brumer
vittime delle leggi razziali (1938)

Bernhard Brumer e sua moglie Helene Rosenbaum, entrambi nati a Vienna nel 1894, si trasferirono nel 1922 a Milano, dove Bernhard lavorava come rappresentante di mobili, Nel 1941 i coniugi si stabilirono a Cesenatico, dove Augusto Degli Angeli, che già conosceva Bernhard, decise di assumerlo come direttore della propria fabbrica ADAC, per sottrarlo all'internamento disposto dalle autorità italiane in quanto "ebreo straniero", I Brumer in poco tempo si integrarono nella comunità di Cesenatico, ma nel dicembre 1943, con l'aggravarsi della situazione, grazie al parroco Don Lazzaro Urbini trovarono rifugio in una cascina a San Vittore di Cesena. Il 10 agosto 1944 entrambi vennero catturati dai nazifascisti e condotti al carcere di Forlì: il 5 settembre venne fucilato Bernhard, mentre il 17 settembre fu la volta della moglie Helene.

Cesenatico ha voluto dedicare questo parco a Bernhard Brumer ed Helene Rosenbaum, proprio vicino al luogo dove sorgeva la loro casa e la fabbrica ADAC, per tenere viva la memoria di questi suoi concittadini uccisi da una aberrante ideologia razzista.
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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