264061 - Lastre commemorative a Ferruccio Nazionale – Ivrea (TO)

Al Partigiano Ferruccio Nazionale, ucciso ad Ivrea il 29 luglio 1944 dalla camicie nere della X MAS, è dedicata la piazza del Municipio di Ivrea (TO) dove avvenne il barbaro eccidio. Quattro lastre toponomastiche lo commemorano, disposte ai quattro angoli della piazza e riportanti la dicitura “Martire della Libertà, 1922 – 1944”.

L’esecuzione sommaria per impiccagione, dopo essere stato barbaramente massacrato, del partigiano garibaldino Ferruccio Nazionale il 29 luglio 1944 nella piazza del Municipio di Ivrea si inquadra tra gli episodi più significativi dell’epopea resistenziale in Ivrea e Canavese. Il suo corpo, immortalato in una macabra foto (vedi foto 6), è divenuto uno dei simboli della ferocia cui si giunse durante la guerra civile.

A guerra conclusa la Repubblica Italiana assegnerà a Nazionale la Medaglia di Bronzo al Valor Militare alla Memoria.

Le quattro lastre toponomastiche sono poste sui muri dei palazzi ai quattro angoli della Piazza Ferruccio Nazionale. Tre sono uguali tra di loro per dimensione e scritta (immagine in evidenza), mentre una quarta, all’angolo con via Arduino, è più stretta e più alta, riportante la stessa iscrizione su cinque righe, anziché su tre a causa del minor spazio disponibile.

Visualizza la mappa

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Ferruccio Nazionale
CAP:
10015
Latitudine:
45.466407395439
Longitudine:
7.876018335582

Informazioni

Luogo di collocazione:
Muri dei palazzi ai quattro angoli della piazza.
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastre sono in marmo bianco, con le scritte in nero. Sono fissate al muro con quattro bulloni. Dimensione 60 x 30 cm circa. La quarta, all'angolo di via Arduino, ha dimensione di circa 40 x 40 cm circa.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Il Comuna di Ivrea
Notizie e contestualizzazione storica:
Ferruccio Nazionale nasce nel 1922 a Biella, figlio di Giovanni, operaio tessile, e di Linda Mussatti, casalinga. Cresciuto ad Ivrea, dove la famiglia si era trasferita in cerca di lavoro, Ferruccio diventa, come il padre, operaio.
Nella primavera del 1944 Ferruccio decide di aderire alla lotta armata e si unisce ai partigiani canavesani inquadrati dal Partito Comunista nella 76ª Brigata Garibaldi – nella quale combattevano già alcuni suoi amici – sotto il comando di Oreste Ferrari (Tin) e di Attilio Tempia (Bandiera I). Il suo nome di battaglia nella Guerra di Liberazione sarà “Carmela”.
La 76ª Brigata opera tra la Valchiusella e le campagne intorno a Ivrea, diventando una vera e propria spina nel fianco dei repubblichini e dei nazisti, soprattutto grazie al grande sostegno popolare di cui gode. Per queste ragioni nell’area del Canavese viene dislocata la Xª Divisione MAS (la compagnia “O”, generalmente ritenuta la più violenta della Decima ), reparto dell’esercito italiano che dopo l’8 settembre aveva aderito alla Repubblica Sociale Italiana. Nel fare pressioni sulla popolazione eporediese si distingue don Augusto Bianco, cappellano militare, che sfrutta la sua autorità religiosa per affiancare al timore della violenza fisica il timore di Dio – con risultati molto efficaci, visto che la stragrande maggioranza delle persone è cattolica. In questo modo il sostegno popolare ai partigiani diminuisce sotto i colpi dell’oppressione della Decima. Per queste ragioni la 76ª Brigata individua nel prete fascista un ostacolo da eliminare a tutti costi. Si tratta di un’azione molto rischiosa, da compiersi in città alla luce del giorno, un’azione molto più simile alla guerriglia urbana dei Gruppi d’Azione Patriottica (GAP) che alla guerra di montagna delle Brigate. Viene scelto proprio Ferruccio, Carmela, per il coraggio dimostrato in numerose azioni nelle valli.
Il mattino del 29 luglio 1944, don Augusto Bianco, scortato dai repubblichini, cammina per strada impartendo benedizioni ai passanti. Nazionale, uno di loro, improvvisamente estrae dalla giacca una bomba ma viene bloccato da un militare prima di riuscire a innescarla. Gli uomini della Decima gli si gettano addosso, iniziano a pestarlo e lo trascinano in caserma, dove infieriscono sul giovane. Quando ormai morente, i fascisti legano al collo del ragazzo il cartello “Aveva tentato con le armi di colpire la Decima” e impiccano il cadavere nella piazza del municipio, costringendo la popolazione a guardare affinché capisse che chi avrebbe osato lottare contro l’oppressione avrebbe fatto quella fine.
A guerra conclusa la Repubblica Italiana assegnerà a Nazionale la Medaglia di Bronzo al Valor Militare alla Memoria, con la seguente motivazione: "Nazionale Ferruccio di Giovanni, classe 1922, da Biella. Volontario in formazioni partigiane, dava costante prova di coraggio e di fermezza di carattere, prendendo parte attiva a diverse rischiose azioni. Catturato durante un’operazione di rastrellamento, veniva condannato a morte mediante impiccagione. Generoso esempio di serenità d’animo e di dedizione alla causa della libertà. Ivrea, 29 luglio1944”

Contenuti

Iscrizioni:
Scritta su tre lastre toponomastiche della piazza:
PIAZZA
FERRUCCIO NAZIONALE
MARTIRE DELLA LIBERTA' 1922 - 1944

Lastra all'angolo di via Arduino:
PIAZZA
FERRUCCIO
NAZIONALE
MARTIRE DELLA LIBERTA'
1922 - 1944
Simboli:
Non sono presenti simboli.

Altro

Gallery