Posizione
- Nazione:
- Italia
- Regione:
- Veneto
- Provincia:
- Treviso (TV)
- Comune:
- Borso del Grappa
- Frazione:
- Località Malga Moda Monte Oro "Busa dee Cavare"
- Indirizzo:
- CAP:
- 31030
- Latitudine:
- 45.852464944372
- Longitudine:
- 11.75548182084
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Area verde
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo, Pietra, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- La prima lapide è in marmo ed è ricoperta sulla parte anteriore da una lastra in bronzo e marmo a forma di pergamena dove sono incisi i nomi di quattro Caduti. Alla base della pietra c’è una lastra in marmo dove sono incisi i nomi di altri due Caduti.
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Borso del Grappa in collaborazione con il gruppo Alpini di Semonzo
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Le forze dei patrioti sul Grappa constavano in quel momento di un migliaio di uomini, inquadrati in quattro brigate: “Italia Libera” Campo Croce, “Italia Libera” Archeson, “Matteotti” e parte della “Gramsci”. La composizione era molto eterogenea, perché agli ex militari, sostenuti da forti ideali patriottici e politici, e ai pochi ex prigionieri di guerra “inglesi” si erano da poco aggiunti molti giovani renitenti alla leva fascista. Le poche armi erano di tipo leggero, in numero insufficiente e con munizioni limitate. Il terreno di operazioni, con poca vegetazione e acqua, era sfavorevole alla guerriglia.
Il comando unico delle formazioni del Grappa fu creato solo a metà settembre e fu affidato a Paride Brunetti (“Bruno”), comandante della brigata garibaldina “Gramsci”, che operava sulle vette Feltrine e teneva due distaccamenti sul Grappa.
Per il rastrellamento a largo raggio del massiccio del Grappa, denominato “Azione Piave”, i nazifascisti impiegarono oltre 7.000 uomini ben equipaggiati e addestrati alla repressione più spietata della guerriglia. I principali reparti tedeschi erano: Luftwaffen-Sicherungsregiment 36 Italien; Alarmeinheiten Marine-Kommando; Ost-Bataillon 263 (della famigerata “armata cosacca”, distintosi nella lotta antipartigiana in Europa Orientale); Flak; SS-Polizeiregiment “Bozen”; Sicherheitspolizei SS-SD.
I reparti della R.S.I. erano: XXII Brigata Nera “Faggion” di Vicenza; XX Brigata Nera “Cavallin” di Treviso; Brigata Nera Marina; 2° reggimento “Cacciatori degli Appennini” (G.N.R.), 3° e 5° Gruppo Artiglieria Contraerea; Flak Italien, 63° Battaglione “M” della Legione d’assalto “M” “Tagliamento”, reparto d’élite dipendente dalle SS tedesche, i cui legionari avevano giurato obbedienza assoluta a Hitler.
Tra il 18 e il 19 settembre 1944 tutto il massiccio fu circondato alla base da un anello di sbarramento lungo 92 chilometri con posti di blocco ravvicinati e fortemente presidiati. Il mattino del 20 i potenti cannoni da 88 mm batterono le posizioni dove erano asserragliati i partigiani. I reparti appiedati, accompagnati da autoblindo, attaccarono concentricamente facendosi scudo di civili presi in ostaggio, molti dei quali furono poi trucidati.
I combattimenti furono molto frammentati. L’“Italia Libera” difese a oltranza le posizioni battendosi eroicamente. Alle 13.30 del 21 settembre il Comando Unico ordinò la dispersione di tutti gli uomini, affinché potessero tentare di salvarsi filtrando attraverso i fitti posti di blocco dei rastrellatori.
La mattina del 22 settembre a Monte Oro il reparto ebbe uno scontro a fuoco in cui uccise cinque “banditi”, tra i quali il comandante Lodovico Todesco, catturandone altri cinque.
( fonte il Bo Live Università di Padova)
Da un documento relativo alla "Azione Piave", firmato dal comandante della Compagnia, ten. Pucci Giorgio (pubblicato da Capovilla - De Santi, Sui sentieri dei partigiani nel massiccio del Grappa), si viene a conoscenza di qualche particolare su questo fatto d'armi alla "Busa dee Cavare". La 31 Compagnia, con 89 legionari e 3 ufficiali, del battaglione della Legione "M" Tagliamento, provenienti da Staro, vicino a Recoaro, arrivata a Bassano mercoledì 21 settembre era salita giovedì a Campo Solagna, e il venerdì ...
"22.9.44 XXII. Sveglia ore 6 e partenza ore 7. Arrivo nella Valle S. Felicita per iniziare la marcia di avvicinamento a Monte Oro: qui incontriamo due donne (le sorelle Camazzola di Semonzo) che dicono di essere state prigioniere dei banditi e fuggite. La Compagnia marcia con tutte le misure di sicurezza, con il 1° Plotone di avanguardia. Ore 11.25: il 1° Plotone raggiunge quota 1199 e alle ore 11.45 si assesta al limite del bosco di Monte Oro. Il grosso della Compagnia, intanto, prosegue dopo una sosta e inizia la salita per il bosco, per raggiungere la linea di assestamento del 1° Plotone. Nel frattempo il sottotenente Prezioso manda giù un portaordini (milite Toselli Giuseppe) per avvisare il grosso che il suo Plotone ha già raggiunto la quota stabilita. La staffetta, nel bosco, si incontra con una pattuglia di banditi, ma senza perdersi d'animo riesce a raggiungere il suo ufficiale e a comunicargli la notizia. Il 1° Plotone apre il fuoco e uccide un bandito e costringe la pattuglia nemica a scendere precipitosamente in basso. Qui la Compagnia era in sosta su di un sentiero e il tenente Pucci, con i legionari Mazzoli Gastone e Pertolo Renato, si era spinto in avanti per cercare i collegamenti con il 1° Plotone. Appena la pattuglia nemica era quasi alla fine del bosco, i tre aprono il fuoco facendo che i banditi sbucassero nel sentiero dove la Compagnia si era schierata. Poche raffiche bastarono per uccidere n. 4 banditi". (I banditi erano dei partigiani)
Le biografie dei Caduti
Lodovico Tedesco, nato il 24 gennaio 1914 a Solagna, alle propaggini del Monte Grappa, dove il padre possedeva una casera sui Colli Alti. Laureando in medicina e chirurgia a Padova, condivideva gli ideali del Partito d’Azione col cugino Mario Todesco, professore di lingue e letterature slave. Dopo l’8 settembre del 1943 fonda la brigata Italia Libera Campo Croce e ne assume il comando il 9 agosto 1944 col nome di battaglia di “capitano Giorgi”. Medaglia d'argento al valor militare nella lotta di Resistenza.
Dalla Zanna Giuseppe combatte in Francia, da lì dopo l’8 settembre riesce a tornare a casa, nell’estate del 1944 è in montagna per la fienagione alla malga della Val dei Lebi. Durante il rastrellamento, muore a 20 anni combattendo alla Busa dee Cavare il 22 settembre del 1944. Il padre disperato va a prendere la salma del figlio e degli altri due Caduti alla Busa dee Cavare e li porta giù a Semonzo, ma la salma del figlio non c’è, è stata scambiata con quella di Lodovico Todesco, capitan Giorgi. Il padre dunque va a scambiare le salme a Solagna per poter tumulare Giuseppe senza funerale.
Cadorin Antonio, nell’estate del 1944, si trova in Val dei Lebi per la fienagione, dopo il “si salvi chi può” , insieme a capitan Giorgi si scontra con i rastrellatori alla Busa dee Cavare dove viene colpito a morte il 22 settembre del 1944 a 19 anni. La sua salma viene tumulata senza funerale qualche giorno dopo.
Andriollo Giuseppe, fratello di Angelo ucciso in Val Busetto, combatte in Grecia, dopo l’8 settembre torna a casa a piedi. Nell’estate del 1944 si trova in Val dei Lebi per la fienagione, dopo il “si salvi chi può” , insieme a capitan Giorgi si scontra con i rastrellatori alla Busa dee Cavare dove viene colpito a morte il 22 settembre del 1944 a 21 anni.
Brotto Valentino combatte nella frontiera italo-jugoslava, dopo l’8 settembre si unisce alla Brigata Italia Libera Campo Croce, ha il difficile incarico del vettovagliamento della brigata, scende spesso con il cavallo a Mussolente per caricare il cibo e sale di notte. Durante il rastrellamento viene ferito a Campo Croce e successivamente muore fucilato in località Busa dee Cavare a 27 anni. Il suo corpo verrà recuperato 50 giorni dopo.
Andriollo Angelo aiuta la mamma vedova nella fienagione nel 1944 in Val dei Lebi, in Grappa, durante il rastrellamento si nasconde, ma viene intercettato dai rastrellatori e tenuto prigioniero. Durante il percorso di avvicinamento al Monte Pertica, viene liberato con l’inganno e fucilato in Val Busetto a 19 anni. Anche il fratello Giuseppe muore durante il rastrellamento.
FONTI
“Legione Tagliamento 1944 Eccidi sul Monte Grappa
Busa dee Cavare Malga Meda Campo Solagna”
di Lorenzo Capovilla, Federico Maistrello, Lorenzo Rossi
Gruppo Alpini "Bortolo Busnardo" di Casoni Regione Veneto ANPI Crespano del Grappa, 2014
"I giorni amari di Borso"
Zilio Ziliotto, Antonio Celotto
Editrice Artistica Bassano 2015
Contenuti
- Iscrizioni:
- Prima lapide:
QUI CADDERO COMBATTENDO
CONTRO I NAZI FASCISTI
IL 22-9-1944
DOTT. LODOVICO TODESCO GIORGI
N. 24-1-1914
COM.TE BRIGATA ITALIA LIBERA
DALLA ZANNA GIUSEPPE
N. 26-1-1923
CADORIN ANTONIO
N. 16-10-1924
ANDRIOLLO GIUSEPPE
N. 27-8-1923
Seconda lapide:
BROTTO VALENTINO
SERGENTE
N. 25-11-1916
M. 22-9-1944
ANDRIOLLO ANGELO
N. 23-5-1925
M. 23-9-1944
- Simboli:
- La prima lapide contiene i seguenti simboli: una spiga incisa. una croce incisa, una corona di spine in ferro. Ci sono quattro fotografie inserite dentro un tondo. Nella seconda lapide non ci sono simboli.
Altro
- Osservazioni personali:
- Fino ad una trentina d'anni fa vi era una sola lapide, quella con i quattro caduti, poi fu collocata quella alla base con i nomi di Brotto Valentino e Andriollo Angelo. Brotto Valentino è caduto nello stesso giorno un centinaio di metri più a nord verso il Grappa nel bosco fitto di allora ( lì c'è il suo cippo). ll suo corpo fu recuperato dopo 50 giorni. Andriollo Angelo è caduto il giorno dopo in Val Busetto presso l'ononimo Casone (lì c'è la sua lapide). Essendo Angelo il fratello di Giuseppe Andriollo, morto alla Busa dee Cavare, il gruppo Alpini di Semonzo ha ritenuto di porre lì anche una lapide con il suo nome.
Staff Pietre: geolocalizzazione approssimativa

