269870 - Lapide di dedicazione della scuola secondaria di I° grado ad Agostino Rigato – Villatora di Saonara (PD)

Lastra di marmo con la intitolazione della scuola secondaria statale di primo grado a Villatora di Saonara ad Agostino Rigato (5 anni), la più giovane vittima dell’eccidio del 28 aprile 1945 in cui morirono 44 civili, posta sulla facciata della stessa.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Villatora
Indirizzo:
Via Don Luigi Milani, 2 Villatora (PD)
CAP:
35020
Latitudine:
45.385153221296
Longitudine:
11.973058298148

Informazioni

Luogo di collocazione:
Muro esterno della facciata della scuola
Data di collocazione:
28 Aprile 2007
Materiali (Generico):
Marmo, Ottone
Materiali (Dettaglio):
Lastra di marmo (120 x 50 cm) con caratteri e borchie di ottone.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Saonara
Notizie e contestualizzazione storica:
Durante le celebrazioni del 62esimo anniversario dell'eccidio di 44 civili, perpetrato a Saonara per rappresaglia delle forze armate tedesche, in cui perse la vita il piccolo Agostino Rigato, si è voluto dedicare a lui la scuola secondaria di I grado. Agostino fu la più giovane vittima della crudeltà nazista, aveva soli 5 anni.

Contenuti

Iscrizioni:
SCUOLA SECONDARIA STATALE DI I°
AGOSTINO RIGATO
1939 - 1945
VITTIMA DELL'ECCIDIO NAZISTA
DEL 28 APRILE 1945
28 APRILE 2007
Simboli:
Al centro della lastra, prima dell'iscrizione, vi è l'emblema della Repubblica italiana.

Altro

Osservazioni personali:
Sabato 28 aprile, tre giorni dopo la firma dell’Armistizio, a Villatora i bambini della scuola materna sono a casa ed Agostino Rigato è stranamente irrequieto anche perché un aereo continua a sorvolare il paese e lui è ancora traumatizzato da quello che era successo quattro giorni prima.
All’epoca dei fatti, a Villatora, presso villa Pimpinato, e a Saonara, presso villa Bauce, sono presenti due presidi di forze armate tedesche. Con la firma dell’Armistizio tra le forze militari naziste e il Comitato di liberazione nazionale, viene anche stabilita la consegna da parte dei tedeschi delle armi, ma ad esclusione di alcuni comuni limitrofi, detti di “cuscinetto” per poter permettere ai tedeschi la ritirata, tra cui Saonara. Infatti, nella notte precedente, a villa Bauce arrivarono circa 500 SS, ma la notizia non era stata diffusa.
Quella mattina da Camin, dopo che erano riusciti a farsi consegnare le armi da diversi tedeschi, partirono alcuni partigiani, 6 o 7, con tra cui un certo Bosello di Villatora, e arrivarono in paese con un camion convinti di “liberare” la zona.
La gente del posto che li vede pieni di forza, e forse un po’ spavaldi, si spaventa e raccomanda loro di non fare cose strane. Infatti, bisogna dire, che fino a quel momento, la convivenza tra tedeschi e paesani era stata civile.
I ragazzi, armati, si dirigono a piedi verso villa Pimpinato, poco distante dal centro, e riescono subito a farsi consegnare le armi dai due soldati di guardia al cancello. Nel portico della villa alcuni comandanti, con cartina alla mano, stavano cercando informazioni dagli abitanti sulla strada più idonea per ritornare a casa; erano i preparativi per la partenza vera e propria.
I partigiani li radunano in un salone, ma qualcuno sfugge allo sguardo non più attento e corre ad avvisare le numerose SS del presidio di villa Bauce.
Arrivano forze partigiane dalla zona dell’”Olmo” e arrivano le SS a sostegno dei tedeschi “catturati” a villa Pimpinato: inizia una sparatoria ad altezza uomo e una rappresaglia non programmata. Vi è molta confusione, tutti scappano e si chiudono nelle case, mentre i soldati tedeschi rincorrono quelli che hanno individuato essere partigiani.
Il piccolo Agostino è in braccio a papà Riccardo che cerca di consolarlo perché irrequieto dal mattino; il papà esce di casa per distrarlo, ma sente spari confusi e capendo il pericolo tenta di rientrare, ma la porta è stata chiusa. Corre dietro al muro laterale, direzione verso cui precedentemente si era diretto anche un partigiano, ma prima di svoltare l’angolo viene raggiunto da un giovanissimo soldato tedesco che, in una minima frazione di tempo, forse proprio per non colpire il piccolo, decide di sparare puntando l’arma alle gambe di papà Riccardo, mentre lui, probabilmente per proteggere il figlio, fa scivolare il bambino: Agostino viene colpito in pieno petto. Il papà sarà amputato alla gamba, ma sarà l’unico dei feriti a sopravvivere.

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