271485 - Lapide in memoria di Felice Dani – Pontedassio (IM)

La lapide in memoria di Felice Dani si trova al primo piano alla sommità della scala dell’ex municipio di Pontedassio, luogo in cui Dani fu trucidato dai tedeschi. Si tratta di una lapide in marmo bianco disposta in verticale con la parte alta a tempietto. La lapide reca un’epigrafe realizzata a solchi riempiti di pasta nera. Gli elementi decorativi presenti consistono in quattro borchie angolari quadrate in bronzo. Nella parte alta, al centro, vi è la foto ceramica di Felice Dani contenuta in una cornice di bronzo con decorazioni. Ai due lati si trovano rispettivamente un vaso in bronzo per i fiori e una piccola lampada votiva nel suo supporto

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza V. Emanuele II
CAP:
18027
Latitudine:
43.940277391731
Longitudine:
8.0122469255172

Informazioni

Luogo di collocazione:
Interno ex Municipio di Pontedassio
Data di collocazione:
25 Agosto 1946
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
La lapide è in marmo bianco
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Pontedassio
Notizie e contestualizzazione storica:
Felice Dani, giovane originario di Pieve di Teco, nel periodo della seconda guerra mondiale viveva a Pontedassio con la moglie Maria Giulia Ugo, di Conio, nella via che poi prese il suo nome. Era un contadino dedito alla cura dei suoi ulivi. Venne catturato e ucciso dagli occupanti. Sulla SS 28, che attraversa tutta la Valle Impero, all'incirca a metà strada tra l'abitato di Pontedassio e quello di Chiusavecchia, ci fu un'imboscata a un ufficiale tedesco che percorreva quel tratto in bicicletta. L'uccisione dell'ufficiale scatenò la furia degli occupanti che per rappresaglia punirono entrambi i paesi. Furono catturati due ostaggi a Pontedassio e due a Chiusavecchia: Felice Dani e Valentino Marvaldi a Pontedassio; Emilio Agnese e Sebastiano Oreggia a Chiusavecchia. I tedeschi fermarono Dani in strada, sotto gli occhi della moglie. Fu portato nel Municipio e ivi imprigionato. Molte persone di Pontedassio protestarono contro questa azione e richiesero che Dani venisse rilasciato. Dopo alcuni giorni di prigionia Felice Dani rivelò alla moglie Giulia, che ogni giorno andava a portargli del cibo, di aver compreso dai discorsi dei tedeschi che volevano giustiziarlo. Dani disse alla moglie che avrebbe fatto tutto ciò che era in sua potere per non essere umiliato e ucciso in pubblico. Probabilmente nell’estremo tentativo di difendersi o, forse, cercando la reazione dei carcerieri, tentò di ferire due tedeschi che lo stavano trascinando all’esecuzione e morì sulle scale del Municipio di Pontedassio falciato da una raffica di mitra. I fori sul pavimento provocati dalle pallottole sono visibili ancora oggi.

Contenuti

Iscrizioni:
BAGNO' QUESTO LUOGO IL SANGUE
DI DANI FELICE
CADUTO DIFENDENDO LA SUA FEDE ITALIANA
CONTRO LA BARBARIA NAZISTA
PER VIVERE
NELLA MEMORIA DEGLI UOMINI LIBERI
25 AGOSTO 944
IL CONSIGLIO COMUNALE
25-8-946
Simboli:
Informazione non reperita

Altro

Osservazioni personali:
Si ringraziano lo storico locale Alessandro Giacobbe e il consigliere comunale Ilvo Calzia per la disponibilità e le informazioni storiche fornite.
E' stato possibile scattare una sola foto in quanto lo stabile non è accessibile al pubblico.

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