271892 - Panchina in memoria di Maria Musso – Diano Marina (IM)

Si tratta di una panchina in pietra di colore bianco con seduta e schienale inclinato. Si trova sulla passeggiata che costeggia il mare e le spiagge ed è circondata da vegetazione sempre verde. Sullo schienale si trova una targhetta in plexiglass dove è in evidenza il nome di Maria Musso insieme all’immagine a colori della ragazza che fu e alla dedicatoria. Sono presenti anche due QR tramite i quali è possibile accedere on line alle informazioni storiche su Maria Musso.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Lungomare E. Carcheri
CAP:
18013
Latitudine:
43.908814575184
Longitudine:
8.0835512279918

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lungo la passeggiata sul lungomare
Data di collocazione:
22 Novembre 2024
Materiali (Generico):
Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Si tratta di una panchina di pietra, in particolare marmo pressato di colore bianco
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Diano Marina
Notizie e contestualizzazione storica:
La poetessa Maria Musso nacque nel 1924 a Diano Arentino, piccolo paese nell'entroterra di Diano Marina. Qui il 2 settembre 1944, a soli vent’anni, fu arrestata dai nazifascisti, senza motivazioni particolari. Fu portata in Questura ad Imperia, poi trasferita a Genova e dal capoluogo ligure partì in treno per il campo di Bolzano. Infine fu destinata a Ravensbruck. La costruzione del campo femminile di lavoro di Ravensbrück ebbe inizio il 25 novembre 1938 su ordine di Heinrich Himmler che trasferì 500 prigionieri dal campo di concentramento di Sachsenhausen per farli lavorare in un appezzamento di sua proprietà. Il campo di Ravensbrück fu aperto il 15 maggio 1939. Le deportate, per la maggior parte, erano comuniste, socialdemocratiche, testimoni di Geova, rom, criminali comuni e donne che avevano violato le Leggi di Norimberga. Maria Musso, insieme a Elena Bracco, è tra le donne della provincia di Imperia che furono deportate a Ravensbrück. Fu costretta a lasciare il campo con una delle terribili “marce della morte” per l’imminente pericolo dell’arrivo degli alleati. Durante la marcia forzata bevve acqua in uno stagno in cui erano presenti molti cadaveri. Contrasse il tifo e passò un lunghissimo periodo ricoverata. Il cammino di ritorno a casa fu complesso e avventuroso: dovette anche vestirsi da militare per poter prendere il treno e rientrare a Diano Marina. Sopravvissuta all’internamento e al tifo, dopo la liberazione scrisse la sua terribile esperienza. Il diario scritto a mano da Maria Musso è stato trascritto da Alfonsina Sibilla di Diano Marina, figlia della partigiana Mina Garibaldi, amica di Maria. Nel libro intitolato “La ragazza dal fiocco rosso” Maria Musso racconta come l’unica spiegazione che era riuscita a darsi del suo arresto fosse il colore rosso di un fiocco che usava spesso. Il fiocco rosso del titolo. Maria Musso muore a Diano Marina nel novembre 2011.

Contenuti

Iscrizioni:
Non sono presenti iscrizioni, ma vi è una targhetta con le seguenti parole:
IN MEMORIA DI MARIA MUSSO
Li abbiamo lasciati
nei campi ...
non campi dorati
di grano
non campi
lussureggianti di verde
ma campi di filo spinato
Simboli:
Non sono presenti simboli

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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