272446 - Cippo e lastra al partigiano Felice Cascione a Porto Maurizio – Imperia

Si tratta di un mezzo busto in bronzo creato dallo scultore Renzo Orvieto. Rappresenta le fattezze di Felice Cascione in versione del pallanuotista a petto nudo. La figura è sostenuta da una base  – leggermente troncoconica – in pietra che dà stabilità all’opera. Accanto alla statua è posizionata una lastra commemorativa in marmo che riporta un’incisione in onore del medico e partigiano Felice Cascione.

Staff Pietre: pietra censita anche dalla Scuola Secondaria di Primo grado EMILIANI nel concorso dell’Anno scolastico 2022/2023.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Porto Maurizio
Indirizzo:
Via San Lazzaro,1
CAP:
18100
Latitudine:
43.8806489
Longitudine:
8.0214354

Informazioni

Luogo di collocazione:
Area verde a lato strada
Data di collocazione:
Statua collocata il 3 marzo 1961. La lastra il 25 aprile 1994.
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
La statua è realizzata in bronzo su basamento in pietra. La lastra commemorativa è in marmo.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Imperia
Notizie e contestualizzazione storica:
La statua ricorda la figura del medico e partigiano Felice Cascione, il cui soprannome "U Megu" (dialetto ligure, significa il medico) divenne anche il suo nome di battaglia. Nacque a Imperia il 2 maggio 1918 e morì ad Alto il 27 gennaio 1944. Si laureò a Bologna nel 1942. Nel 1943 partecipò con la madre alle manifestazioni popolari a Imperia per la caduta del fascismo e fu condannato al carcere fin quasi all'8 settembre 1943. Subito dopo l'armistizio Cascione organizzò la prima banda partigiana dell'Imperiese, in località Magaletto, a Diano Castello. Oltre a essere un ottimo medico, è stato un poeta e un giovane partigiano divenuto figura simbolo della resistenza locale durante la seconda guerra mondiale. Durante gli anni della guerra Felice Cascione infatti prese parte alla lotta partigiana contro il regime fascista e ľoccupazione tedesca. Cascione era anche un uomo di grande cultura: scrisse poesie e compose testi ispirati all'ideale della libertà e al rifiuto della dittatura fascista. La composizione più conosciuta è ‟Fischia il vento“. Scritta nel settembre del 1943 nel casone di "Passu du Beu" nel comune di Stellanello. Cascione ne scrisse le parole, poi corrette dalla madre che era maestra. La musica è dell'amico Ivan Sibilla sulla musica della popolare canzone sovietica in lingua russa Katjuša, diffusa durante l’ultima guerra mondiale. "Fischia il vento" divenne prima l'inno della Divisione Garibaldi e poi di tutta la lotta partigiana. Fu intonata per la prima volta nella notte di Natale del 1943. L'impegno di partigiano contro gli occupanti e contro i fascisti non fece venire meno l'assidua assistenza che Cascione, in qualità di medico, continuava a prestare agli abitanti delle valli nella zona compresa tra Albenga e Ormea. La nobiltà d'animo di Cascione gli costò la vita. Non permise ai partigiani del suo gruppo di giustiziare due prigionieri delle Brigate nere, il tenente Di Paola e il milite Dogliotti. Felice Cascione prestò cure a Dogliotti, che nello scontro in cui era stato cattutrato, aveva riportato qualche ferita. Cascionepronunciò la frase “ho studiato vent'anni per salvare la vita di un uomo, come posso acconsentire a dare la morte a due persone che hanno errato perché non hanno avuto, come noi, la fortuna di essere educati alla libertà, alla bontà, alla giustizia? I due prigionieri hanno salva la vita”. Il 7 gennaio 1944 Dogliotti riuscì a fuggire, ad arrivare alla caserma di Albenga e denunciare la presenza dei partigiani. Il 27 gennaio una colonna tedesca della 356ª divisione di fanteria a cui si unirono anche dei fascisti, arrivò ad Alto e raggiunse Case Fontane e occupò la sede dove erano stanziati i partigiani. Nel tentativo di recuperare i documenti che erano all'interno della sede, Cascione fu bloccato dai tedeschi e ucciso. Non prima di aver invitato i compagni a non intervenire in sua difesa per non mettere a repentaglio le loro vite. Dopo la morte di Felice Cascione Italo Calvino, con il fratello Floriano, scelse di entrare a far parte della seconda divisione d'assalto partigiana "Garibaldi", intitolata a Cascione. Calvino lo omaggerà con queste parole: "Il tuo nome è leggenda, molti furono quelli che infiammati dal tuo esempio s'arruolarono sotto la tua bandiera". Fu decorato della medaglia d'oro al valor militare. La statua a Imperia, inaugurata il 3 marzo 1961,commemora il suo impegno e il suo sacrificio per la patria e per la libertà.
Il 27 aprile 2003 gli fu eretto un monumento, vicino al luogo in cui cadde, donato dall'artista tedesco Rainer Kriester. Venuto a conoscenza da un vecchio partigiano della storia di Cascione, chiamato anche, in seguito, il "Che Guevara di Imperia", il figlio dello stesso Guevara, Camilo Guevara March, venne da Cuba a visitare il monumento e a rendere omaggio a Cascione. È stato realizzato un film documentario sulla sua storia, realizzato da Remo Schellino.

Contenuti

Iscrizioni:
Targa frontale:
FELICE CASCIONE
1918 - 1944

A lato:
SCULTURA DI
RENZO ORVIETO 1982
FUSIONE 1998

Lastra commemorativa accanto alla statua:
DOTT. FELICE CASCIONE
‟U MEGU”
1918–1944
COMANDANTE PARTIGIANO
MEDAGLIA D'ORO AL VALOR MILITARE ALLA MEMORIA
CAMPIONE NAZIONALE DI PALLANUOTO
GIURO CHE ANDRÒ AVANTI
PER QUESTA VIA CON FEDE E CORAGGIO
PER LA VITA E PER LA MORTE
DAL TESTAMENTO SPIRITUALE
PORTO MAURIZIO 30 AGOSTO 1942

Simboli:
Non sono presenti simboli

Altro

Osservazioni personali:
A lui è dedicata la Piscina di Imperia, accanto alla quale è posto questo monumento. Gli sono state dedicate anche altre lastre e su di lui sono stati scritti libri.

Gallery