Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via Vincenzo Pancalducci, 7
- CAP:
- 62100
- Latitudine:
- 43.2948159
- Longitudine:
- 13.4640162
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Cimitero comunale, porticato del campo (fronte sud)
- Data di collocazione:
- Dopo il 30 giugno 1944
- Materiali (Generico):
- Bronzo, Marmo, Altro
- Materiali (Dettaglio):
- Lapide e supporti portafiori-portavasi in marmo, foto in ceramica, lampade votive in bronzo con fiamma in vetro.
- Stato di conservazione:
- Sufficiente
- Ente preposto alla conservazione:
- Comune di Macerata (MC)
- Notizie e contestualizzazione storica:
- "Biagiotti Giuseppe n. 21/01/1925 a Macerata, paternità Attilio, qualifica Partigiano caduto, Brg. Spartaco btg. Buscalferri (24/09/1943 – 17/04/1944), grado Commissario distaccamento – Sotto tenente, riconosciutagli il 20/02/1946 a d Ancona.
Cicalè Livio, n. a Buenos Aires il 04/01/1925, paternità Ezio, allievo Finanziere, qualifica Partigiano caduto, Brg. Spartaco btg. Buscalferri (24/09/1943 – 17/04/1944), grado Comandante distaccamento – Sotto tenente, riconosciutagli il 20/02/1946 ad Ancona. Era stato l’autore del testo della canzone rappresentativa del gruppo 201.
[...]
Cicalè e Biagiotti erano amici fin dall'infanzia. Entrambi cresciuti in famiglie disagiate, avevano coltivato la loro amicizia all'interno dell'orfanotrofio maschile di Macerata, retto da don Primo Fratini. Nel settembre del 1943, Livio era un allievo finanziere della Guardia di Finanza mentre Giuseppe doveva presentarsi per il servizio militare. Alla fine si unirono nella decisione di non rispondere alla chiamata alle armi della neonata Repubblica di Salò ed entrarono prima a far parte del gruppo partigiano della zona di Montenero di Cingoli, poi del Gruppo 201, guidato dal carismatico comandante Acciaio (Emanuele Lena).
Entrambi furono catturati il 15 aprile nel corso di un’azione in cui fallì il tentativo di sequestrare il capo della provincia Ferazzani, in visita a Tolentino. Le forze nazifasciste infatti non si dimostrarono sorprese e accerchiarono con rapidità il gruppo che si era attestato nei pressi della strada nazionale 77. Il comandante Lena riuscì a sfilarsi e a favorire la messa in salvo della maggior parte dei suoi uomini, tranne Biagiotti che era rimasto ferito a una gamba e Cicalè, che era tornato indietro per soccorrerlo, caricandolo sulle sue spalle. Raggiunti e sopraffatti da una pattuglia di carabinieri, i due giovani furono condotti nella caserma Corridoni di Macerata dove furono interrogati e malmenati, fino a quando, un paio di giorni dopo furono fucilati presso il campo di Sforzacosta dalla GNR di Macerata, dove avergli fatto scavare la propria fossa.
In seguito al fallimento e alla cattura dei due compagni Acciaio scomparve misteriosamente.
(Chiara Donati, Campo di concentramento, Sforzacosta, Macerata, 17.04.1944, in Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia, a cura dell'Istituto nazionale «Ferruccio Parri» ex INSMLI - ANPI, https://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=512, 15 luglio 2015)
Contenuti
- Iscrizioni:
- GIUSEPPE BIAGIOTTI
MACERATA
2(1-01-19)25
LIVIO CICALÈ
BUENOS AIRES
4-1-1925
TRUCIDATI ENTRAMBI
DAI CARNEFICI NAZI FASCISTI
IL 17 APRILE 1944
- Simboli:
- Al centro della lapide, a bassorilievo, una sorta di ara nella quale è inserita l'iscrizione riferita alla morte dei due personaggi; ai lati, sulla sinistra, una figura femminile riconducibile a una vittoria alata e, sulla destra, un angelo munito di spada; sopra l'ara, al centro, le foto dei due caduti, tra la fiamma della stessa ara e una stella in alto.
Su ciascuna delle due vaschette marmoree laterali, una croce greca intagliata tra due tralci d'edera.
Altro
- Osservazioni personali:
- Per ragioni di sicurezza non è stato possibile salire all'altezza del loculo e rimuovere i fiori per fotografare l'iscrizione integralmente: la ricorstruzione è stata pertanto effettuata ricorrendo ad altre fonti.

