275094 - Lapide sepolcrale di Giuseppe Marcolini – Cimitero comunale di Macerata (MC)

Lapide sul loculo di Giuseppe Marcolini (Macerata, 25.09.1912-03.07.1944), vittima civile di mina tedesca. Il manufatto è di forma rettangolare, in marmo chiaro, con iscrizione e simboli a bassorilievo e foto tonda incorniciata in ceramica; vi è applicato in basso un portafiori-portalampada tripartito in marmo scanalato in orizzontale con una croce intagliata.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Vincenzo Pancalducci, 7
CAP:
62100
Latitudine:
43.2948159
Longitudine:
13.4640162

Informazioni

Luogo di collocazione:
Cimitero comunale, porticato del campo (fronte sud)
Data di collocazione:
Dopo il 3 luglio 1944
Materiali (Generico):
Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Lapide e applicazione portafiori-portalampada in marmo, foto in ceramica, cornice foto in metallo.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Macerata (MC)
Notizie e contestualizzazione storica:
La mattina del 3 luglio 1944, in contrada Acquesalate di Macerata, Costantino Picchio, suo figlio Raoul e suo nipote Lino si stavano recando al Consorzio agrario di Sambucheto con un carro di buoi per riprendere un po’ di grano consegnato all’ammasso obbligatorio. Durante il tragitto si unirono a essi anche due conoscenti, Giuseppe Marcolini e Attilio Cicarè, mentre scendevano a piedi da Santa Maria del Monte. Improvvisamente, quando la ruota del carro toccò una mina lasciata dai nazisti sul greto del fiume Potenza durante la ritirata, i corpi dei cinque furono dilaniati.
Fulgido esempio di Resistenza civile e di solidarietà umana, la famiglia Picchio pochi mesi prima aveva ospitato nella sua casa, su richiesta del parroco di Sambucheto don Ezio Cingolani, diversi sbandati e, soprattutto, due generali inglesi e un italiano provenienti da Forlì. Pochi giorni prima, invece, aveva accolto, aiutandoli a mettersi in salvo e dando loro riparo, i membri della famiglia Beccacece scampati alla furia omicida dei soldati tedeschi.
Non lontano dalla casa di famiglia e dal luogo esatto dove si è consumata la tragedia, a ricordare queste vittime innocenti resta il monumento costruito da Filippo Picchio, fratello di Lino, sopravvissuto per puro caso.
(Filippo Picchio, La Resistenza maceratese nel ricordo di un sopravvissuto, in Vittorio Gianangeli e Franco Torresi (a cura di), Dai documenti la storia. 1943-1944. Anni duri a Macerata e dintorni, Il Labirinto, Macerata 2004, pp. 193-207; Piero Giustozzi, Don Ezio Cingolani. Un eroe senz’armi della Resistenza civile, Tecnostampa, Loreto 2015, pp. 51-52, 62, 70-71)

Contenuti

Iscrizioni:
GIUSEPPE MARCOLINI
N. 25-9-1912
MORTO A SAMBUCHETO IL 3-7-1944
VITTIMA (DI UNA MINA T)EDESCA
LO PIANG(ONO LA SPOSA E UN) BAMBINO
Simboli:
In alto, intorno alla foto, a bassorilievo, due ramoscelli di alloro incrociati; a sinistra una croce latina, a destra il monogramma di Cristo. Sulla vaschetta in marmo, in corrispondenza dello scomparto portalampada, è intagliata una croce greca.

Altro

Osservazioni personali:
La sepoltura di Giuseppe Marcolini si trova accanto a quella di Attilio Cicarè, con cui condivise la stessa sorte.
Per ragioni di sicurezza non è stato possibile salire all'altezza del loculo e rimuovere i fiori per fotografare l'iscrizione integralmente: la ricostruzione è avvenuta pertanto per ipotesi.

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