275110 - Lapide sepolcrale di Primo Stacchietti – Cimitero comunale di Macerata (MC)

Lapide sul loculo del “martire di Montalto” Primo Stacchietti (Montecassiano MC, 25.07.1925 – Cessapalombo MC, 22.03.1944). Il manifatto è di forma rettangolare, in marmo bicolore, con iscrizione e simboli incisi e dipinti, foto in ceramica; al centro, in basso, vi è applicato un supporto tripartito in marmo per fiori e lampada votiva su cui sono riportati altri simboli.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Vincenzo Pancalducci, 7
CAP:
62100
Latitudine:
43.2948159
Longitudine:
13.4640162

Informazioni

Luogo di collocazione:
Cimitero comunale, porticato del campo (fronte sud)
Data di collocazione:
Dopo il 30 giugno 1944
Materiali (Generico):
Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Lapide in marmo, foto in ceramica.
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Macerata (MC)
Notizie e contestualizzazione storica:
"Caduti a Montalto:
[...]
Primo Stacchietti Montecassiano, 25/07/1925 – Montalto, 22/03/1944, paternità Alessandro, Qualifica Partigiano comb. Caduto, Btg. Nicolò 29/9/1943 – 22/03/1944, riconosciutagli il 24/2/1947 a Macerata.
[...]
Una buona parte dei caduti di Montalto giunsero in montagna intorno al 1° marzo 1944, circa tre settimane prima dell’eccidio, probabilmente spinti in questa scelta dal cosiddetto bando Graziani. In merito alla natura del gruppo sono nate versioni e memorie opposte: l’una sottolinea la renitenza alla leva e la non volontà di combattere, puntando sul loro status di civili; al contrario, l’altra evidenzia la scelta di un partigianato attivo e l’aver svolto qualche azione di prelevamento e sabotaggio. Al 22 marzo 1944, il gruppo non possedeva armi e fu sterminato in fase di formazione, ciò rende difficile dichiarare con certezza se si sarebbe trasformato in una formazione partigiana a tutti gli effetti, anche se erano presenti tutti i presupposti.
[...]
Nel corso dell’offensiva nazifascista che tra il mese di marzo e quello di aprile si dispiegò nelle province meridionali delle Marche, si consumò nell’alto Maceratese, il 22 marzo 1944, quello che è comunemente noto come l’eccidio di Montalto. Trentadue uomini tra, antifascisti, partigiani di vecchia data e renitenti alla leva giunti in montagna da meno di un mese persero la vita nelle località di Vestignano di Caldarola e Montalto di Cessapalombo, per mano di un reparto del Battaglione M - 'IX Settembre', inquadrato nella divisione tedesca Brandenburg. Il giorno successivo, verrà fucilato anche il comandante del gruppo, Achille Barilatti, presso il muro di cinta del cimitero di Muccia. Fu l’unico ad avere la possibilità di scrivere alla propria famiglia e alla fidanzata una lettera di addio. L’episodio rientra tra quelle operazioni meticolosamente preparate e attuate con l’intenzione di raggiungere una molteplicità di obbiettivi, quali eliminare le cosiddette 'zone libere' e stroncare le formazioni partigiane, terrorizzare le popolazioni locali in modo da bruciare le basi di appoggio per i combattenti, e costringere i giovani a presentarsi ai bandi del lavoro e della leva, arrivando anche a minacciare e brutalizzare le famiglie. Quel giorno furono fucilati, in piccola parte, partigiani di vecchia data e, in grande maggioranza, ragazzi giunti in montagna da poco più di tre settimane, praticamente a ridosso della scadenza del bando Graziani. Si trattava di ragazzi intorno ai vent’anni e, nella maggior parte, provenienti dall’associazionismo cattolico. Indirizzati dal parroco tolentinate don Luciano Piergentili e dal CLN di Tolentino, si stabilirono a Montalto di Cessapalombo, alcuni alla 'casa della comunità' e altri alla scuola. Nelle poche settimane che passarono tra le fila della resistenza, affrontarono non pochi problemi organizzativi e logistici, come la ricerca di vitto sufficiente per tutti, spesso raggiunto grazie l’aiuto della popolazione locale, e la mancanza quasi totale di armi, purtroppo mai colmata. Molti di quei giovani erano originari della zona e, in particolare, della comunità di Tolentino, che per tutto il tempo mantenne con essi uno stretto rapporto di sostegno materiale e affettivo, i cui risvolti ebbero piena manifestazione proprio in seguito alla loro morte".
(Chiara Donati, Episodio di Cessapalombo, Caldarola e Muccia, 22.03.1944, in Atlante delle stragi naziste e fasciste in Italia, a cura dell'Istituto nazionale «Ferruccio Parri» ex INSMLI - ANPI, https://www.straginazifasciste.it/?page_id=38&id_strage=544, 24 giugno 2016)

Contenuti

Iscrizioni:
STACCHIETTI PRIMO
NATO IL 25 LUGLIO 1925
TRONCA(VA L)A SUA FIORENTE GIOVINEZZA
UCCISO (BARBAR)AMENTE DAI NAZI FAS(CISTI) A
MONTALTO
(IL 22) MARZO 1944
Simboli:
Ai lati della foto, incisi e dipinti, una croce latina e il monogramma di Cristo; sul portafiori-portalampada, al centro, una croce patente e, ai lati, le lettere greche alfa e omega maiuscole.
Per ragioni di sicurezza non è stato possibile salire all'altezza del loculo e rimuovere i fiori per fotografare l'iscrizione integralmente, la quale è stata pertanto ricostruita ricorrendo ad altre fonti.

Altro

Osservazioni personali:
Primo Stacchietti, all'epoca del decesso residente in contrada Santa Maria in Selva di Treia, riposa vicino ai compagni Nazareno Bartoli, Armando Mogetta, Armando Pettinari e Bruno Principi, di Villa Potenza di Macerata. Sulle loro lapidi si trova replicato il medesimo epitaffio.

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