Posizione
- Nazione:
- Italia
- Indirizzo:
- Via Trogu, 22, 19032 Lerici SP
- CAP:
- 19032
- Latitudine:
- 44.083528
- Longitudine:
- 9.896492
Informazioni
- Luogo di collocazione:
- Targa collocata su una parete
- Data di collocazione:
- Informazione non reperita
- Materiali (Generico):
- Marmo
- Materiali (Dettaglio):
- Targa commemorativa in marmo.
- Stato di conservazione:
- Buono
- Ente preposto alla conservazione:
- Informazione non reperita
- Notizie e contestualizzazione storica:
- Angelo Trogu, nato a San Terenzo il 1-2-1924, muore a Valmozzola (PR) il 17-3-1944.
Angelo Trogu è, con Giuseppe Meneghetti, uno dei due ragazzi santerenzini morti nella guerra di Liberazione.
Figlio di Salvatore e Rosa Fabbri, lavora prima in Pertusola come disegnatore e poi in cantiere al Muggiano.
Esuberante e fisicamente prestante pratica molti sport e dopo aver partecipato ad alcune gare di atletica disputa il Palio del Golfo con l'armo del Pertusola.
Dopo il 25 luglio, esaltato per la caduta di Mussolini, assieme a un gruppo di giovani santerenzini si dirige verso la sede del partito fascista, appicca il fuoco ai registri e brucia i ritratti del Duce in piazza della Libertà. Gesto che
gli costa le "attenzioni" dei fascisti locali.
Ma Angelo che lavora per la Todt, organizzazione tedesca che si occupa di dotare di sistemi difensivi la costa in vista di un possibile sbarco alleato, ha un periodo di relativa tranquillità. Le pressioni e le minacce fasciste però lo inducono a meditare la fuga sui monti. Quando viene chiamato per il servizio militare, diserta e si nasconde in attesa di stringere contatti con i partigiani. Alla fine arriva l'arruolamento: è il febbraio del 1944 quando, dopo un
contatto a Sarzana, sale sul monte Barca presso Pontremoli. II mattino del 12 marzo 1944 una "banda di ribelli" comandata dal partigiano Mario Devoti, nativo del piacentino, che si fa chiamare Mario Betti, assalta la
stazione ferroviaria di Valmozzola bloccando il treno fermo sui binari. Obiettivo dell'azione è quello di liberare tre renitenti alla leva catturati nel pontremolese e destinati ad essere processati a Parma.
Intimata la resa, i militari di scorta ai prigionieri reagiscono: nello scontro perdono la vita il comandante della banda partigiana ed alcuni militi fascisti, fra i quali due ufficiali della Xª Mas. I renitenti vengono liberati, i militari superstiti vengono fatti prigionieri, mentre i partigiani, abbandonata la stazione, si rifugiano nuovamente in montagna. In seguito sei prigionieri vengono fucilati mentre gli altri, tra cui alcuni tedeschi, vengono in seguito liberati. La rappresaglia fascista è immediata. Il 14 marzo viene catturato in un essiccatoio sul monte Barca un intero gruppo partigiano formato da italiani, tra i quali Angelo Trogu, e da russi: in questo scontro cadono Luigi Giannetti, Luciano Righi ed il russo Ivanov. I prigionieri subiscono una serie di brutali interrogatori al termine dei quali vengono condannati a morte e fucilati il 17 marzo 1944.
Assieme ad Angelo Trogu finiscono davanti al plotone di esecuzione Ubaldo Cheirasco, Gino Parenti, Domenico Mosti, Giuseppe Tendola, il diciottenne lericino Nino Gerini e due russi, Vassili Belacoski e Mikhail Tartufian
A dare alla famiglia la notizia della morte di Angelo è uno dei notabili fascisti del paese. La mamma corre a Valmozzola e trova il corpo del suo ragazzo assieme a quello degli altri fucilati in una casetta semidiroccata dove mani pietose li hanno trasportati, levandoli dal campo sul quale sono stati lasciati dopo l'esecuzione.
Molti giorni dopo viene celebrato il funerale. La chiesa di San Terenzo è gremita ma la bara tarda ad arrivare e nell'attesa la gente attende all'esterno, ma quando arriva il feretro i fascisti armati di mitra si piazzano sul portone impedendo di rientrare alle persone che sono uscite.
Il 14 aprile 1944 viene così celebrato un singolarissimo funerale in una chiesa quasi vuota, mentre davanti al portone, impossibilitati a entrare, ci sono centinaia di santerenzini che con grande coraggio, sfidando le ire dei fascisti, quando il feretro esce all'esterno si accodano ai familiari per accompagnare Angelo al cimitero.
Le persecuzioni nei confronti dei congiunti di Trogu non cessano e così il padre, la madre e la sorella sono costretti a emigrare. Tornano in paese solo a guerra finita e si rendono protagonisti assieme ad altri partigiani di un gesto nobilissimo: dare sepoltura ad uno dei due russi catturati e fucilati assieme ad Angelo.
Si chiamava Mikail Tartufian ed è ancora oggi sepolto nel cimitero di San Terenzo, sebbene con il nome sbagliato di Michele Trunel.
Contenuti
- Iscrizioni:
- VIA
ANGELO TROGU
PATRIOTA
MARTIRE DELLA LIBERTÀ
- Simboli:
- Informazione non reperita
Altro
- Osservazioni personali:
- Staff Pietre: geolocalizzazione approssimativa



