281412 - Pietra d’inciampo a ricordo di Otto Popper – Milano

La pietra d’inciampo a ricordo di Otto Popper, si trova in via  Mengoni 2 a Milano, a pochi passi dal Duomo e dal Teatro ‘Alla Scala’.
Le pietre d’inciampo o stolpersteine, furono ideate dall’artista tedesco Gunter Demnig; sono cubetti di porfido con la faccia a vista ricoperta in ottone su cui sono incisi: nome, date e luoghi di nascita e morte del caduto, per tramandare la memoria delle persone deportate, fatte morire o uccise nei lager nazisti.

L’intento dell’autore è che le pietre d’inciampo restituiscano ad ogni singola vittima l’identità, più di quanto facciano i monumenti collettivi, perché ogni pietra ricorda una singola persona ed è collocata nel luogo in cui visse. Incontrando una pietra, si può scegliere se proseguire indifferenti o fermarsi, osservarla e riflettere. Le scarne informazioni incise, restituiscono individualità a chi si tentò di ridurre a un semplice numero. Il termine ‘inciampo’ non va inteso in senso fisico, ma come un ‘inciampo visivo e mentale’, un invito anche casuale a fermarsi e riflettere.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Centro città
Indirizzo:
via Giuseppe Mengoni, 2
CAP:
20121
Latitudine:
45.4653899
Longitudine:
9.1884342

Informazioni

Luogo di collocazione:
Marciapiede di fronte a quella che fu la sua abitazione
Data di collocazione:
2 Gennaio 2018
Materiali (Generico):
Ottone, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Cubetto di porfido ricoperto da una piastra di ottone sulla faccia superiore, su cui è incisa la dedica. Misura della piastra in ottone: 10x10 cm.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Pietre d'inciampo Milano
Notizie e contestualizzazione storica:

Otto Michael Popper
figlio del dottor Michael Ottokar Popper (1859–1942) e di Maria Lientschnik (1889–1988), nacque il 6 ottobre 1915 a Vienna, in Austria.
Con la famiglia abitò in Beatrixgasse 3a/19 nel III distretto di Vienna, dove suo padre era amministratore centrale della tenuta Clam-Gallas.
A Vienna, si diplomò alla scuola superiore Schottengymnasium e dopo aver frequentato dal 1933 l'Università, il 12 dicembre 1938 conseguì la Laurea in giurisprudenza.
In base alle leggi razziali nazionalsocialiste, suo padre fu classificato come 'ebreo' mentre Otto (convertitosi al cattolicesimo nel 1888) e sua madre come 'ariani'.
Ma essendo stato classificato come 'mezzo ebreo', nel maggio del 1940, Otto cercò scampo dalle persecuzioni naziste rifugiandosi a Milano.
Sfortunatamente nel 1943 Otto Popper fu arrestato ed insieme a tanti altri antifascisti, rinchiuso nel carcere milanese di San Vittore: un carcere italiano lasciato vergognosamente gestire dai tedeschi.
Otto era sposato Ariane Dufaux che gli aveva dato due figli, ma non conobbe mai il più piccolo, poiché nato dopo il suo arresto, dopo il quale sua moglie mise in salvo i figli, fuggendo a Ginevra.
Nei i sette mesi di detenzione a San Vittore, Otto Popper svolse il ruolo di interprete, riuscendo a dare significativi contributi al movimento di resistenza nel carcere, favorendo gli scambi di informazioni fra i prigionieri ed il mondo esterno.
I numerosi pacchi alimentari di contrabbando che Otto ricevette da amici in libertà, li distribuì tra i prigionieri dando un forte incoraggiamento a tutti i detenuti.
Fu poi trasferito al campo di transito di Fossoli, una località prossima a Carpi, in provincia di Modena, finché nell'estate del 1944 il campo fu smantellato ed i detenuti trasferiti nel nuovo 'campo di transito' di Bolzano/Gries, in attesa della deportazione in Germania.
Otto Popper lasciò Bolzano il 5 agosto 1944 e col primo grande trasporto, giunse al campo di concentramento di Mauthausen il 7 agosto per rimanervi in quarantena.
Popper e la maggior parte dei 307 prigionieri trasportati con lui, furono classificati come "prigionieri italiani in custodia protettiva".
Otto Popper fu registrato con matricola 82482 come 'traduttore'.
Nel settembre 1944 fu deportato nel sottocampo di Linz III e gli fu assegnato l'incarico di assistente (Hilfsschreiber) del Blocco 10, dove si occupò di registrare ogni spostamento dei prigionieri malati e dei trasferimenti verso altre baracche e campi: posizione che gli permise di aiutare i prigionieri, assegnando loro i lavori meno tremendi.
Fra essi vi fu Enea Fergnani, anch'egli proveniente da San Vittore, Fossoli, Bolzano e Mauthausen.
La salute di Otto Popper peggiorò rapidamente e il 19 ottobre 1944 ed a causa dei dolori ad un ginocchio, un edema ad una gamba e l'inizio di nefrite, fu trasferito in infermeria, ma iniziò a soffrire anche di polmonite.
Gli amici più stretti ebbero giusto in tempo per salutarlo, perché il giorno successivo, il 25 ottobre 1944, Otto Popper morì a Lintz (Austria) all'età di 39 anni.

Il 26 maggio 1945 il quotidiano italiano 'Azione del popolo' pubblicò un articolo di A. Dello Siesto, un compagno di cella di San Vittore, in cui definì l'amico Popper "l'angelo di San Vittore" per l'aiuto disinteressato che egli offrì agli altri prigionieri.
Solamente nel 1950 dietro esplicita richiesta della madre, le fu comunicata la data di morte di Otto Popper.
Una pagina nel 'Libro commemorativo delle vittime del nazionalsocialismo all'Università di Vienna nel 1938' dal 2009 è stata dedicata ad Otto Popper.

FONTI
  • KZ-Gedenkstätte Mauthausen (sala dei nomi dei morti del campo di concentramento di Mauthausen)

    APPROFONDIMENTI
  • Pietredellamemoria: Lastra in memoria dei detenuti di San Vittore – Milano
  • Contenuti

    Iscrizioni:

    QUI ABITAVA
    OTTO POPPER
    NATO 1915
    ARRESTATO 24.1.1944
    DEPORTATO
    MAUTHAUSEN
    ASSASSINATO 20.10.1944
    LINZ

    Simboli:
    Informazione non reperita

    Altro

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    Informazione non reperita

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