282341 - Lapide al Giuramento dei Cittadini durante la Grande Guerra – Torino

Lapide collocata nel 1928 sulla sinistra della facciata della Chiesa della Grande Madre di Dio, sotto il colonnato del sagrato, in occasione del Decennale della vittoria nella Grande Guerra, per commemorare il giuramento dei cittadini torinesi di resistere fino alla vittoria, proclamato il 23 giugno 1918 dall’allora sindaco della città, il senatore Secondo Frola.
La semplice lapide rettangolare in marmo con incisioni in nero ricorda che l’iniziativa era stata promossa dal giornale “La Gazzetta del Popolo”, su posizioni interventiste e nazionaliste sin dall’inizio della guerra, in risposta allo “Sciopero del pane” dell’agosto 1917, quando nei quartieri operai di Torino era nata una rivolta spontanea che univa motivazioni economiche a rivendicazioni politiche, su tutte la fine della guerra.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Piazza Gran Madre di Dio
CAP:
10131
Latitudine:
45.062643120635
Longitudine:
7.6989606829521

Informazioni

Luogo di collocazione:
Facciata della chiesa
Data di collocazione:
1928
Materiali (Generico):
Marmo
Materiali (Dettaglio):
Lastra in marmo con incisioni a lettere capitali in nero.
Stato di conservazione:
Buono
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Torino
Notizie e contestualizzazione storica:
- Moti di Torino - Agosto 1917
Trascorsi i primi due anni di guerra, le condizioni economiche dei lavoratori torinesi apparivano piuttosto delicate. La situazione determinava vivo malcontento nella classe operaia, che fin dal 1916 è protagonista di agitazioni nelle quali rivendicazioni economiche come l’aumento dei salari, si uniscono a quelle di natura politica, prima tra tutte la fine della guerra. A guidare le proteste ci sono le donne: operaie dei cotonifici, dell’Arsenale Militare, dei calzaturifici e, soprattutto, le tabacchine della Manifattura Tabacchi.
Il mancato rifornimento di farina (ma si trattò di un ritardo di poche ore) del 22 agosto 1917 fu il varco attraverso il quale le dimostrazioni per il pane si tramutarono in moti antimilitaristi che durarono circa una settimana. Il 23 agosto gli scontri si fecero più violenti. In vari punti della città, i rivoltosi si fronteggiarono con le forze di polizia e dell'esercito. Le rotaie dei tram vennero divelte, furono erette barricate in diversi punti della città e molti negozi vennero saccheggiati. In Barriera di Milano, un gruppo di anarchici costituì un centro organizzativo della sommossa. Il giorno seguente, 24 agosto, gli scontri continuarono, ma questa volta l'esercito passò ad una ancor più dura controffensiva. Da martedì 28 agosto furono sedate le rivolte e le autorità poterono annunciare che «l'ordine regnava a Torino». Il bilancio finale fu di circa cinquanta morti fra i rivoltosi, circa dieci fra le forze dell'ordine e circa duecento feriti; vi furono un migliaio di arrestati; di essi, varie centinaia furono processati per direttissima e condannati alla reclusione in carcere.
Fonti:
- Lo sciopero del pane dell’agosto 1917, su MuseoTorino;
- Moti di Torino (1917), su Wikipedia.

- La battaglia del Solstizio - Giugno 1918
Dopo la disfatta di Caporetto del 24 ottobre 1917, l'esercito italiano che si era attestato dietro la linea Piave sostenne nel giugno 1918 l'ultima grande offensiva austriaca e, in quella che Gabriele D'Annunzio avrebbe in seguito denominato "La battaglia del Solstizio", passò al contrattacco nei settori del Passo del Tonale, del Monte Grappa, dell'Altopiano dei Sette Comuni e soprattutto oltre il Piave. Circa quattro mesi dopo il generale Diaz avrebbe siglato con il Bollettino della Vittoria la conclusione per l'Italia della Grande Guerra.
Fonte:
- Battaglia del solstizio, citata nella lastra.

- Il Giuramento dei torinesi - Giugno 1918
Riportiamo uno stralcio della storia del quotidiano "La Gazzetta del Popolo", in merito sia all'intervento nella Grande Guerra nel 1915, che all'episodio del Giuramento nel giugno 1918, commemorato dalla lapide:
«L'intervento e la guerra spezzavano in due la città e il giornalismo subalpino. Torino alla vigilia della guerra diventava un campo di battaglia ideologica: era in maggioranza contrario alla guerra, dava ragione a Giolitti, tuttavia la "Gazzetta" era sull'altra sponda, antigiolittiana e bellicosa, ritenendo di serbar fede così alla eredità botteriana e risorgimentale e coagulando le esigue schiere di minoranze interventiste: studenti e nazionalisti. Il 21 maggio 1915 titolava: "L'ora suprema è suonata". Comunque la tiratura aumentava e riusciva a superare quella del giornale concorrente "La Stampa". Durante il conflitto il giornale, che ha come corrispondente di guerra Mario Sobrero, è in prima fila nelle opere di assistenza ai soldati, ai profughi; promuove la mobilitazione civile: combatte ogni forma di lassismo e ogni attenuazione della tensione patriottica.
I moti insurrezionali, che nell'agosto 1917 sconvolgono Torino, dovuti in buona misura alla carenza di pane, sono considerati dalla "Gazzetta": "Una turpe congiura di politicanti e di anarchici assoldati dal nemico. Una delittuosa rivolta di pochi al servizio del nemico e dal nemico quasi certamente comprati. Una ibrida cospirazione che il nemico ha organizzato nelle retrovia". Niente per il giornale doveva distogliere dalla guerra. Nel giugno 1918, la Gazzetta preoccupata per l'immagine disfattista della città legata ai moti dell'agosto precedente, assume l'iniziativa del giuramento di Torino per la resistenza fino alla vittoria davanti alla Gran Madre.
La prima manifestazione per celebrare la vittoria ottenuta il 3 novembre si conclude alla sede della "Gazzetta del Popolo" con un comizio del direttore Orsi: un quotidiano quindi che durante la guerra e in queste giornate si è attribuito il ruolo pubblico di organismo di mobilitazione civile e patriottica. Durante la guerra la tiratura era intorno alle 180 mila copie. Nel primo dopoguerra l'opinione pubblica si allontanava dal giornale e ne risentiva sia la tiratura che la diffusione. Il giornale diventa la voce degli ex combattenti, di tutte le organizzazioni a carattere antisocialista e antigiolittiano, in favore di una politica nazionale e nazionalista».
Fonti:
- Gazzetta del Popolo, su "Banca Dati Periodici Piemonte e Valle d'Aosta".
- Secondo Frola (1850-1929), su MuseoTorino, il sindaco di Torino che il 23 giugno 1918 proclamò il Giuramento.

Quattro anni dopo la posa della lastra, nel giugno del 1932 sotto la chiesa della Gran Madre verrà allestita una cripta per custodire i resti dei 3.851 caduti della Città di Torino nella prima guerra mondiale. Il 25 ottobre dello stesso anno, il sacrario sarà ufficialmente inaugurato da Benito Mussolini.
Fonti:
- Chiesa della Gran Madre di Dio, su MuseoTorino;
- Sacrario dei Caduti nella Prima Guerra Mondiale presso la chiesa della Gran Madre di Dio, su MuseoTorino;

La Gazzetta del Popolo, cui si fa riferimento nella lapide, è stato un quotidiano italiano fondato a Torino il 16 giugno 1848. Ha cessato le pubblicazioni il 31 dicembre 1983, dopo 135 anni di vita. La sua interessante storia esula dalle finalità della presente scheda, e per ulteriori notizie si rimanda alla relativa voce, "Gazzetta del Popolo" su Wikipedia.

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NELL'ORA STESSA IN CUI SUL PIAVE
I SOLDATI D'ITALIA EROICAMENTE
ARRESTAVANO L'OFFENSIVA AUSTRIA=
CA, DA QUESTO TEMPIO SACRO AL=
LA GRAN MADRE DI DIO IL SINDACO
DI TORINO CONTE SENATORE SECON=
DO FROLA RACCOGLIENDO L'INIZIA=
TIVA DELLA GAZZETTA DEL POPOLO
IL XXIII GIUGNO MCMXVIII PROCLAMAVA
LA RESISTENZA AD OGNI COSTO, E
TUTTO IL POPOLO ADUNATO COSI'
FERVIDAMENTE GIURAVA LA SUA FEDE:

NOI CITTADINI TORINESI PER LA
MEMORIA DEI NOSTRI CADUTI,
PER L'EROISMO DEI COMBATTENTI
DI TERRA, DI MARE E DELL'ARIA
PER L'ITALIA, PER LA LIBERTA', PER
LA CIVILTA', PER QUANTO ABBIAMO
DI PIU' CARO GIURIAMO DI RESISTERE
A COSTO DI QUALUNQUE SACRI_
FICIO FINO ALLA VITTORIA . .

NEL X ANNIVERSARIO DELLA VITTORIA MCMXXVIII. VI.
IL MUNICIPIO DI TORINO Q.L.POSE
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