285911 - Cippo ad Aristodemo Orlandi, partigiano caduto il 26/4/1945 a S. Antonio d’Anniata – Pessina Cremonese (CR)

Il cippo, posto in leggera pendenza a ridosso di un terreno ad uso agricolo lungo il margine della Strada Provinciale, ex Strada Statale Padana Inferiore10, è dedicato al partigiano Aristodemo Orlandi, qui caduto il 26 Aprile 1945 durante un combattimento avvenuto contro le truppe tedesche in ritirata. E’ costituito da una croce di marmo che, nella sua forma, riproduce due tronchi di legno incrociati. Lo zoccolo è formato da bozze di pietra e calce e su di esso è inserita una piccola lastra rettangolare di marmo su cui è incisa l’epigrafe. Questa riporta il nome del Caduto e la data di morte, ma è praticamente del tutto illeggibile a causa dell’incuria e del trascorrere del tempo.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Sant’Antonio d’Anniata
Indirizzo:
Strada Provinciale, ex Strada Statale Padana Inferiore10
CAP:
26030
Latitudine:
45.175508566462
Longitudine:
10.241191545963

Informazioni

Luogo di collocazione:
Lato strada
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Marmo per la croce e per lastra rettangolare su cui è incisa l’epigrafe. Pietre e calce per lo zoccolo.
Stato di conservazione:
Insufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Pessina Cremonese
Notizie e contestualizzazione storica:
Dietro ordine del Comando del Raggruppamento Brigate Garibaldi S.A.P. “Ferruccio Ghinaglia” viene deciso di erigere delle barricate a Sant’Antonio d’Anniata, frazione di Pessina Cremonese, per ostacolare il transito delle colonne tedesche in rotta e per impedirne una loro possibile riorganizzazione contro le incalzanti truppe Alleate. Queste vengono innalzate dai partigiani il 25 Aprile 1945 grazie anche all’apporto entusiastico di numerosi civili che si sono prestati volontariamente a dare il loro aiuto. Dietro suggerimento del milanese professor Luciano Magrini, qui sfollato con i figli, la legna per realizzarle, che doveva essere conferita all’ammasso di Cremona, è presa da alcuni vagoni stazionanti sui binari della rete ferroviaria che transita nella zona.
Alla fine ne vengono costruite due, una all’imbocco a est della strada che percorre la frazione e l’altra a ovest. Ai partigiani si uniscono altri volontari, armati con fucili da caccia. Sono uomini che provengono da Pessina Cremonese, dalla sua frazione di Stilo de’Mariani, da Isola Dovarese (Cr) e da Piadena (Cr). Il comando degli uomini appostati a ridosso della barricata posta in direzione Cremona è affidato all’ingegnere Claudio Leonida Magrini, figlio del professore Luciano Magrini (già direttore del giornale “Corriere della Sera”, nel dopoguerra eletto all’Assemblea costituente per il Partiti repubblicano italiano) a cui si è unito il fratello Sandro. L’altra risponde al comando del partigiano Emilio Bricchi.
Ci si attende una reazione del nemico perché in questi giorni i partigiani sono stati molto attivi, compiendo azioni audaci come l’attacco portato il 23 Aprile precedente al Castello di San Lorenzo di Torre de’ Picenardi (Cr) che ha fruttato la cattura di 15 fascisti. Lo stesso 25 Aprile è catturato, con altri fascisti, il famigerato Franz Pagliani, già Ispettore regionale per l’Emilia-Romagna delle Brigate Nere, poi comandante della 3a Brigata Nera mobile “Attilio Pappalardo”, responsabile di numerosi crimini di guerra ai danni dei resistenti compiuti attraverso fucilazioni e deportazioni.
I primi combattimenti avvengono alla barricata orientale: alle 18:00 un gruppo di nazisti e fascisti viene disperso; un’ora dopo una Fiat 1500 tedesca viene bloccata ed i suoi occupanti volti in fuga. Stessa sorte, più tardi, avviene per un autocarro tedesco, con alcuni soldati catturati.
Di notte, alla barricata occidentale, lungo la strada per Cremona, viene fermato un camion germanico ed anche in questo caso sono fatti prigionieri alcuni soldati.
Lo scontro più acceso e sanguinoso si svolge intorno alle 2:00 del 26 Aprile quando un reparto, tedesco diretto verso il ponte sull’Oglio di Isola Dovarese, si scontra con i partigiani ed i volontari attestati sulla barricata ovest. Aristodemo Orlandi, di Piadena, con una ventina di compaesani si trova bordo di un camion diretto a Cremona per partecipare all’insurrezione di questa città. A Sant’Antonio d’Anniata il mezzo è fermato dai partigiani appostati sulla barricata ovest che li avvertono dell’imminente arrivo di una colonna nemica e che serve anche il loro aiuto per fermarla.
Questi giovani accettano e si dispongono ai fianchi della barricata.
Poco dopo arrivano i tedeschi. Avanzano su due file ai lati della strada, un soldato dietro l’altro. Orlandi, armato di mitra, non appena vede il primo soldato avvicinarsi gli intima l’”altolà” ma, per tutta risposta, riceve una micidiale raffica di arma automatica alla testa.
Anche Claudio Leonida Magrini viene colpito a morte mentre tenta di aggirare il nemico su un fianco. Riesce appena a rientrare tra i suoi e, prima di spirare, dice a suo fratello Sandro di resistere.
Dopo un’ora di combattimento, visti inutili i tentativi di passaggio, i tedeschi si ritirano dopo aver perso almeno tre uomini. Altri attacchi vengono condotto anche il giorno successivo, ma sono tutti respinti.

I Caduti:

1. Aristodemo Orlandi, nato il 14 Settembre 1918 a Tornata (Cr), residente a Piadena. Partigiano appartenente al Raggruppamento Brigate Garibaldi S.A.P. “F. Ghinaglia”. Riposa nel Cimitero del Vho, a Piadena. E’ ricordato anche in una lapide collettiva posta all’esterno dell’ingresso del Municipio di Pessina Cremonese (vedi relativa scheda in questo stesso sito) e nel vicino monumento ai Caduti partigiani (vedi scheda 250550 di questo stesso sito).

2. Claudio Leonida Magrini, nato il 21 Agosto 1918 a Milano, ivi residente; ingegnere. Partigiano appartenente al Raggruppamento Brigate Garibaldi S.A.P. “F. Ghinaglia”. Riposa nel Campo 64, detto “Campo della Gloria”, del Cimitero Maggiore di Milano, dove sono sepolti i Caduti partigiani e le vittime del nazifascismo. E’ ricordato con un cippo posto sul luogo della sua morte, lungo la Strada Provinciale, ex Strada Statale Padana Inferiore10 (vedi relativa scheda di questo stesso sito); in una lapide collocata sul campanile della Chiesa di Sant’Antonio Abate, sempre nella stessa frazione pessinese, (vedi relativa scheda in questo stesso sito); in una lapide collettiva posta all’esterno dell’ingresso del Municipio di Pessina Cremonese (vedi relativa scheda in questo stesso sito) e nel vicino monumento ai Caduti partigiani (vedi scheda 250550 di questo stesso sito).

FONTI:

• Giuseppe Azzoni, Giorgio Carnevali, Angelo Locatelli ed Ennio Serventi (a cura di) “Pietre della memoria. I Caduti cremonesi nella Resistenza (1943-1945). Cippi, lapidi, monumenti”, Anpi, Anpc, Provincia di Cremona, Fantigrafica Srl, Cremona, 2010.

• A Pessina Cremonese la storia della “Barricata Sant'Antonio” del 1945 rivive nei monumenti e nelle lapidi in memoria dei caduti per la Liberazione online su “Cremona Sera” del 28 Dicembre 2024 al link: https://cremonasera.it/cronaca/a-pessina-cremonese-la-storia-della-barricata-sant-antonio-del-1945-rivive-nei-monumenti-e-nelle-lapidi-in-memoria-dei-caduti-per-la-liberazione

Contenuti

Iscrizioni:
ORLANDI ARISTODEMO
CADUTO IL 26 4 1945
SOTTO IL FUOCO TEDESCO
PER LA LIBERTA’ D’ITALIA
Simboli:
La croce cristiana che costituisce la parte principale del cippo, realizzata a similitudine di due tronchi d’albero incrociati.

Altro

Osservazioni personali:
Coordinate Google Maps: 45.175553, 10.241500

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