287497 - Lastra al partigiano Luigi Ruggeri – Pozzaglio ed Uniti (CR)

Lastra dedicata al partigiano Luigi Ruggeri (“Carmen”), fucilato dai fascisti in via Roma, a Pozzaglio, il 24 Settembre 1944. Si tratta di una lastra rettangolare di marmo collocata sulla parete esterna di un edificio privato, sostenuta da otto perni metallici. L’epigrafe reca inciso il nome del Caduto, lo pseudonimo da partigiano e la data di morte. Lungo i suoi quattro lati sono incisi anche dei motivi decorativi che potrebbero riferirsi a foglie di mirto, interrotti ad ogni angolo dall’incisione di perno di sostegno di tipo piramidale. Sia i caratteri dell’epigrafe che i motivi decorativi sono stati riempiti con vernice di colore nero. Accanto alla lastra (a sinistra rispetto a chi guarda) è infisso nel muro un vaso portafiori di bronzo.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Via Roma
CAP:
26010
Latitudine:
45.2006248
Longitudine:
10.0459347

Informazioni

Luogo di collocazione:
Parete esterna di edificio privato.
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Marmo per la lastra. Vernice di colore nero a riempimento dei caratteri dell’epigrafe e dei motivi decorativi. Metallo per i perni di sostegno. Bronzo per il vaso portafiori.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Pozzaglio ed Uniti
Notizie e contestualizzazione storica:
Luigi Ruggeri (“Carmen”), nasce il 24 Dicembre 1920 a San Martino in Beliseto, frazione del Comune di Castelverde (Cr), ultimo di sette figli di una famiglia originaria di Torre de’ Picenardi (Cr). Dopo aver conseguito il titolo scolastico di “III Commerciale”, nell’Ottobre 1939 si arruola presso la Scuola allievi della Regia Guardia di Finanza, con ferma triennale. Assegnato alla Legione territoriale di Milano, tra i vari incarichi, svolge anche mansioni di controllo lungo il confine con la Svizzera, attività che gli sarà utile quando, dopo l’armistizio dell’8 Settembre 1943, cercherà rifugio nel territorio elvetico.
Nel Maggio’43 si trova con il suo reparto in Slovenia e alla data dell’armistizio è a Milano presso la Caserma “5 Giornate di Milano” in Via M. Gioia. In questo periodo di incertezza e confusione, prende la decisione di disertare e il 15 Settembre abbandona il reparto dopo essere evaso dalla camera di punizione e per questo subendo la conseguente denuncia della Procura di Stato presso il Tribunale di Milano.
Si rifugia, quindi, in Svizzera ma, dopo un breve periodo di permanenza, decide di rientrare in Italia e si avvicina ai primi nuclei di resistenti, forte anche della sua preparazione di militare.
Alla fine del Maggio’44, Ruggeri viene arrestato a seguito di un ulteriore mandato di cattura emesso dalla Procura milanese, ma la sua detenzione è di breve durata perché viene vien messo in libertà provvisoria.
Nel Luglio’44 si trova a comandare un Battaglione della 31a Brigata Garibaldi “Forni”, compiendo importanti azioni a Fidenza (Pr), in Val d’Arda e in Val Ceno. Successivamente il Comando delle Brigate Garibaldi lo assegna a Cremona, con il compito di organizzare nuclei partigiani, in particolare nel Casalasco, zona composta da vari Comuni, che si estende a sud della provincia di Cremona, al confine con le province di Reggio Emilia e Parma, e a nord con quella di Mantova. Ruggeri agisce con i suoi uomini lungo la direttrice San Giovanni in Croce (Cr), Solarolo Rainerio (Cr) e Cingia de’ Botti (Cr), con azioni di tipo gappistico.
Il 20 Settembre 1944, a Pozzaglio, mentre si trova nascosto in casa di una parente, Ruggeri è sorpreso da una pattuglia di fascisti ed arrestato durante un vano tentativo di fuga, cosa che riesce ad altri partigiani che sono con lui. Nella perquisizione dell’abitazione sono trovate delle armi e per questo Ruggeri viene condotto a Cremona, nella sede dell’Ufficio Politico Investigativo (U.P.I.) della Guardia Nazionale Repubblica (G.N.R.), posto nella famigerata “Villa Merli”. Qui subisce tre giorni di durissimi interrogatori, alternati da promesse di salvezza e dure percosse, ma il giovane non parla, non rivela niente che possa compromettere l’organizzazione resistenziale.
Il suo destino è già segnato ed anche un tentativo di scambio con altri prigionieri, organizzato dai suoi compagni, risulterà vano.
Accusato di possesso abusivo di armi da fuoco e di fermo e rapina a danno di un esponente fascista, il 24 Settembre Ruggeri è condotto con un camion a Pozzaglio. Per le torture subite il giovane non riesce neanche a stare in piedi. Sono le ore 6:30 quando viene addossato al muro di una cascina (pare che sia stato portato sul luogo con una carriola) e fucilato da un plotone d’esecuzione formato da militi della G.N.R. di Cremona. Il corpo viene poi sepolto nel locale Cimitero, con il divieto di porre fiori sulla sua tomba.
Nell’immediato Dopoguerra viene avviato un procedimento penale a carico del tenente colonnello della G.N.R. Ezio Murroni. Questi si dichiara estraneo ai fatti, ma la sua dichiarazione viene smentita dal brigadiere della G.N.R. Ferdinando Lettieri, comandante del presidio di Casalbuttano (Cr), a cui l’ufficiale aveva ordinato di provvedere al mantenimento dell’ordine pubblico a Pozzaglio il giorno preposto per l’esecuzione del Ruggeri. Il Lettieri aveva ottemperato all’ordine fornendo due militi del suo presidio e altri due di quello di Olmeneta (Cr): Mario Galli, Valentino Rapuzzi, Ferrante Strada e Vincenzo Palazzolo. Il plotone d’esecuzione sarebbe stato comandato dal tenente Angelo Belmonte, mentre il tenente colonnello Murroni vi avrebbe assistito. Quest’ultimo avrebbe poi disposto di lasciare esposto il cadavere per almeno tre ore prima della sepoltura. Contravvenendo all’ordine del suo superiore, il brigadiere Lettieri aveva provveduto all’immediata tumulazione del Ruggeri. Sull’identità dei militi che avevano composto il plotone d’esecuzione si assisterà ad uno scarico delle responsabilità di coloro che ne avrebbero fatto parte e quindi alla loro non identificazione.
Luigi Ruggeri figura tra i Caduti del Raggruppamento Brig. Garibaldi S.A.P. “Ferruccio Ghinaglia” ed alla sua “memoria” la Repubblica italiana conferirà la Medaglia di Bronzo al Valor Militare.

FONTI:

• Giuseppe Azzoni, Giorgio Carnevali, Angelo Locatelli ed Ennio Serventi (a cura di) “Pietre della memoria. I Caduti cremonesi nella Resistenza (1943-1945). Cippi, lapidi, monumenti”, Anpi, Anpc, Provincia di Cremona, Fantigrafica Srl, Cremona, 2010.

• Fabrizio Superti “24 Settembre '44, la morte eroica del partigiano Carmen”, articolo pubblicato su “Cremona oggi”, quotidiano on line, in data 24 Settembre 2021, all’indirizzo https://www.cremonaoggi.it/2024/09/24/24-settembre-44-la-morte-eroica-del-partigiano-carmen/

• www.straginazifasciste.it

Contenuti

Iscrizioni:
VOLLE L’ITALIA LIBERA
FU LIBERO
TRA LE PROVE PIU’ AUDACI
DEL MONTE E DEL PIANO
E QUI
LUIGI RUGGERI
(CARMEN)
IL 24 7BRE 1944
SOTTO IL PIOMBO FRATRICIDA
SI LIBERAVA PER SEMPRE
DALL’ODIO DEI TIRANNI
E DALLA VERGOGNA DEI SERVI
IN UN ESEMPIO
DI FIEREZZA MAGNANIMA
Simboli:
Il mirto, inciso lungo i bordi della lastra, può essere indicato quale simbolo di gloria ed immortalità.

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Osservazioni personali:
Coordinate Google Maps:
45.2006248, 10.0459347

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