Babij Jar è il nome di un luogo: un burrone della periferia di Kiev nel quale fu perpetrato, a opera dei nazisti, uno dei crimini più orrendi nei confronti degli ebrei che, in quella città, vivevano da secoli. L'opera di Anatolij Kuznecov che, di quei fatti è stato diretto testimone e che, oggi nella sua forma "completa", integrata di tutte le parti cancellate dalla censura sovietica nella prima versione, assume meritatamente, il titolo di romanzo-documento. La trama è rocambolesca, un piccolo, allucinante romanzo chiarificatore, sulla prigionia sovietica che rimase, per anni, anche dopo la morte di Stalin. Ho sempre dovuto lottare, scrive l'Autore, in quanto in Unione Sovietica, tutto è aggrovigliato e complesso, su qualsiasi libro crescono stratificazioni e si aprono voragini censorie. Ora con le parti reintegrate, oltre alla ferocia nazista, il lettore conoscerà la violenza staliniana, l'antisemitismo sovietico, la fame, la miseria, le umiliazioni, le deportazioni, l'annullamento di un grande popolo, trattato come un branco di bestie.