L'Autore che nel 1945 costituì la sua prima pattuglia della Resistenza piemontese, succedendo a Duccio Galimberti nel comando delle formazioni di "Giustizia e Libertà", alla conclusione della guerra affidò alle pagine di questo libro la sua eccezionale esperienza. Nasceva così il documento conclusivo di un'epoca grandiosa e irripetibile, l'"atto di fede di un uomo che non vuole arrendersi".