229055 - LA PATRIA GUARDA ALTROVE frustrazione e passione sulle tracce del sottotenente Armando Miele

Dalla controcopertina:

“Armando è costretto a spogliarsi all'aperto, a lasciare la sua uniforme per terra e ad entrare nudo, insieme a tutti gli altri, in un freddo locale dove deve sottoporsi ad una doccia di acqua caldissima che all'improvviso diventa freddissima. Poi gli ufficiali vengono spinti a forza ad uscire di nuovo nel cortile, e ad attendere, bagnati, nella fredda giornata di fine ottobre, che i vestiti ritornino dalla stanza della disinfestazione. Armando aspetta, raccogliendosi con le braccia intorno al corpo nudo e stringendosi nel gruppo, nel vano tentativo di difendersi dalle folate di freddo, fino a quando una guardia non rovescia nel cortile i vestiti fumanti, che hanno subito la disinfestazione. È una pena andare a ricercare nel mucchio la propria roba e rivestirsi, senza la possibilità di asciugarsi”.

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Presentazione di Marco Grassi Vice presidente nazionale ANEI

PARLANO LE PIETRE

“In una silenziosa notte lucana Antonio Petrocelli, tornato al suo paese natale, Montalbano fonico, per respirare l'aria di casa e rivivere i luoghi e le immagini della sua infanzia, passeggia solitario, passa davanti alla casa che fu di suo nonno, raggiunge Piazza della Vittoria dove confluisce via Armando Miele e si ritrova di fronte al cancello aperto delle scuole elementari, entra e si ferma davanti al monumento ai caduti di tutte le guerre sovrastato da un'immagine femminile che rappresenta la Patria. Gli occhi scorrono e si posa-no sull'ultimo nome: Armando Miele morto in Germania. In questo preciso momento la pietra comincia a parlare nella mente di Antonio e suscita in lui il desiderio di conoscere la persona che si cela dietro quel nome. Da allora Antonio non abbandona più Armando. Le modalità con le quali arriva alla sua conoscenza le lascio ai lettori di questo libro scritto con passione civile, in un linguaggio scorrevole, ricco, attraente. Dico solo che il sottotenente Armando Miele era dell'Internamento un IMI, Internato Militare Italiano, uno delle decine di migliaia di militari italiani morti nei Lager nazisti, uno delle centinaia di migliaia di militari italiani che si rifiutarono di aderire alla Repubblica Sociale Italiana e di continuare a combattere al fianco di Hitler.   Ed è il motivo di questo mio contributo scritto per conto dell'ANEI, Associazione Italiana ex Internati nei lager nazisti. Mi preme solo porre all'attenzione due riflessioni ispirate dalla mia appartenenza a un'associazione che fa della trasmissione della memoria una delle ragioni fondamentali della sua esistenza. La prima riguarda i monumenti, le lapidi, i luoghi della memoria.    Il libro di Antonio Petrocelli ci conferma che le pietre possono parlare a chi le osserva con occhio attento e curioso. È lo spirito con il quale un'associazione consorella, l'ANMIG, Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra, nel 2013 ha presentato il progetto nazionale Pietre della Memoria con abbinato il concorso per le scuole Esploratori della Memoria, concorso da me coordinato per tre anni per gli istituti scolastici della Regione Toscana. Il libro di Antonio conferma la bontà di quella intuizione e sollecita l'ANEI a realizzare quanto previsto nel proprio Statuto (onorare i caduti e far conoscere i luoghi della memoria a loro dedicati) per dare visibilità agli Imi, il cui contributo alla Resistenza è stato disconosciuto per troppo tempo. Voglio qui ricordare i due luoghi della memoria per eccellenza per gli Internati Militari Italiani, il Tempio Nazionale dell'Internato Ignoto e il Museo Nazionale dell'Internamento che si trovano a Padova, nel quartiere di Terranegra. La seconda riflessione riguarda l'importanza di non fermarsi ai numeri e ai nomi ma di cercare sempre le persone che rappresentano. Dietro ognuno dei 600.000 IMI c'è un giovane soldato, con le sue paure, i suoi affetti, le speranze per il proprio futuro. Dare a tutti gli internati un nome, un volto, una storia vuol dire onora-re fino in fondo il loro sacrificio e non vanificare il loro contributo per realizzare un'Italia libera, democratica e antifascista. Con questo intento Antonio Petrocelli ci lascia il suo lavoro e di ciò l'ANEI gli è grata”.

Informazioni

Autore:
Antonio Petrocelli
Editore:
Treditre editori
Anno:
Pagine:
162 p., 13,5x21
Codice ISBN:
978-88-943839-9-7
Collocazione:
Altre collocazioni
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