Perché, tra i molti genocidi perpetrati nel corso degli ultimi decenni, quello degli ebrei occupa, nell'immaginazione collettiva del mondo occidentale , uno spazio dominante? L'"olocausto" continua a turbare le coscienze e a suscitare l'interesse degli studiosi. Soltanto per senso di colpa? Per non dimenticare? Questo libro cerca di rispondere a tali domande: una risposta laica, che si sforza di leggere il passato senza preconcetti ideologici o religiosi. Quando il male raggiunge simili proporzioni, è necessario chiedersi quale clima storico e quali condizioni lo abbiano reso possibile. L'autore riapre il libro del passato per capire il presente, passando in rassegna uomini, fermenti e idee che lungo il cammino della storia europea hanno alimentato, da una parte il morbo sottile e devastante dell'antisemitismo, del razzismo, dall'altra la nascita del sionismo e, più tardi, dello Stato d'Israele. Romano affonda con acuta capacità di sintesi il proprio bisturi nella carne viva dei conti in sospeso con la storia, analizzando la differenza tra antisemitismo e giudeofobia, la tragedia della "soluzione finale" nazista e le guerre arabo-israeliane, i controversi rapporti del mondo ebraico con la Sinistra e la Chiesa cattolica.