Cecoslovacchia, Ungheria, Jugoslavia, Grecia: quattro stati, tante nazioni, un mosaico di razze. Creati o profondamente modificati dalla prima guerra mondiale, percorsi da fermenti e fremiti mai sopiti, oggetto di mire espansionistiche mai completamente soddisfatte, questi quattro stati si trovano di fronte alla seconda guerra mondiale come di fronte a un cataclisma della natura. In questo volume non abbiamo perciò ritenuto opportuno fare il racconto cronologico dell’occupazione nazista, che sarebbe stata la storia stessa delle guerra, ma piuttosto rilevarne i tratti salienti e caratteristici da una parte, il comportamento e la sorte delle popolazioni dall’altra. Quando le truppe tedesche entrarono in Cecoslovacchia, ad esempio, per una parte della popolazione fu un giorno di festa, per l'altra l'inizio di un periodo doloroso. La Cecoslovacchia stessa come Stato cessò di esistere, smembrata sul tavolo di Monaco in Slovacchia, cattolica, filotedesca, all'apparenza filonazista, e in Protettorato della Boemia e Moravia, feudo privato dei nazisti terreno di caccia oggetto di assurda e illogica amministrazione. Anche l'Ungheria, del resto, si trovò schierata a fianco dei tedeschi e non temete di… trovarseli in casa, almeno finché l’alleanza non diventò troppo pericolosa e pesante. Ma a quel punto non riuscì più a liberarsene. Le truppe naziste l'occuparono nel marzo del 1944 ed in poco più di un anno riuscirono a dare tristi esempi della loro presenza, creando il governo fantoccio delle Croci Frecciate, organizzando la deportazione degli Ebrei, istruendo processi sommari, sullo sfondo di una terribile crisi economica, mentre le divisioni corazzate russe cominciavano a stringere il paese in una morsa di ferro. Quasi assente il movimento partigiano, il simbolo dell'occupazione nazista in Ungheria fu lo sterminatore di ebrei Eichmann, corvo famelico sul cadavere di un paese. La Jugoslavia si trova invischiata nella guerra contro la sua volontà e persino contro la volontà dei tedeschi, che forse non avrebbero turbato la sua neutralità, se non vi fossero stati costretti dall'urgenza di portare soccorso alle truppe di Mussolini in Grecia. Suscitata dal tallone nazista, complicata dalla presenza di diverse correnti nazionaliste, la resistenza jugoslava divenne un fatto unico nella storia europea e caparbi per violenza e caparbietà. Presa di mira da un parecchie mani rapaci, difesa strenuamente dai suoi eserciti prima e dei suoi partigiani poi, la Grecia preannunciò per molti aspetti la situazione politica del dopoguerra, mentre la resistenza creava la sulle montagne dell'Epiro e del Peloponneso una sorta di secondo Stato e un vasto movimento che i governi greci, anche a guerra finita, faticheranno non poco per tenere a freno. Volume IV della collana “L’occupazione nazista in Europa” - edizione per gli Amici della storia.