Narrare la storia dell'occupazione nazista in Europa significa rievocare il più grande dramma umano dell'età moderna. In poco più di cinque anni e mezzo essa infatti ha travolto sistemi e istituzioni, ha distrutto ideali e tradizioni, ha sconvolto la vita di milioni di uomini e di altri milioni l'ha annientata. L'atmosfera dell'occupazione nazista è dunque quella della tragedia, e tragici sono i personaggi che vi si muovono, in una dimensione che, vista a distanza, sembra appartenere ad un incubo ormai lontano e dissolto. Ma non è così. Come non è nata dal nulla, così essa non si è dissolta nel nulla. L'occupazione nazista trasse infatti le sue caratteristiche dalle radici stesse della storia prossima o remota delle nazioni occupate e fu vendicativa in Italia a causa del “tradimento”, orgogliosa in Francia per spirito di rivincita, spietata nei paesi orientali per motivi ideologici, complessa nei Balcani per eredità storiche e per motivi razziali. Il suo obiettivo di partenza fu l'instaurazione di un “ordine nuovo”; il suo risultato finale fu un cumulo di macerie materiali e morali, dalle quali e sulle quali fiorirono tuttavia nuove realtà storiche e nuovi ideali. Per questo la storia dell'occupazione nazista non può essere disgiunta dalla storia della resistenza, per questo la rievocazione di quegli anni non è solo una testimonianza del passato, ma anche una spiegazione del presente. Volume I della collana “L’occupazione nazista in Europa” - edizione per gli Amici della storia.