Penso che la prefazione di Primo Levi, da sola possa bastare a spiegare questo libro: "L'esperienza di cui siamo portatori noi superstiti dei lager nazisti è estranea alle nuove generazioni dell'Occidente e, sempre più estranea si va facendo mano a mano che passano gli anni.... Per noi parlare con i giovani è sempre più difficile. Lo partecipiamo come un dovere, ed insieme come un rischio: il rischio di diventare anacronistici, di non essere ascoltati..... E' avvenuto, quindi può accadere di nuovo, questo è il nocciolo di quanto abbiamo da dire"