Morto Piazzesi, aiutò 30 ebrei

PERUGIA – E’ morto all’età di 87 anni Agostino “Nino” Piazzesi, l’ultimo dei 15 pescatori del Trasimeno che in una notte del ’44 salvarono circa 30 ebrei perugini trasportandoli da Isola Maggiore a Sant’Arcangelo. Mercoledì i funerali.

La notte del ’44 Nino Piazzesi era l’unico testimone ancora in vita della vicenda avvenuta la notte tra il 19 e il 20 giugno 1944, quando i 15 pescatori compirono la traversata con cinque barche per condurre 30 ebrei, internati al castello Guglielmi, fino alla sponda di Sant’Arcangelo, dove ad attenderli  c’erano le truppe alleate. Tutta l’operazione fu pensata e organizzata dal parroco don Ottavio Posta, riconosciuto come “Giusto fra le Nazioni” dall’Alta Corte dello Stato d’Israele. Il 2 giugno 2011 a Piazzesi fu conferito il titolo di Cavaliere della Repubblica.

Il racconto Gianfranco Cialini, curatore del Fondo antico dell’Università degli Studi di Perugia, e lo stesso Piazzesi ricordarono la vicenda con queste parole qualche anno fa: «Nel giugno del 1944, in due notti diverse, don Ottavio Posta insieme con altri pescatori, portò con cinque barche a S. Arcangelo da Isola Maggiore, circa trenta ebrei prigionieri, salvandoli dalla deportazione in Germania da parte dei tedeschi consegnandoli agli inglesi a S. Arcangelo di Magione. Il piano di fuga era stato organizzato nei minimi particolari, come si trattasse di una operazione militare: in ogni barca ci dovevano essere tre pescatori rematori e tre ebrei passeggeri, le barche dovevano navigare in fila indiana alla distanza di circa cento metri l’una dall’altra; nella prima barca doveva esserci don Ottavio Posta. Circa dieci i chilometri da percorrere remando perché si era saputo che gli alleati erano arrivati a Sant’Arcangelo ma il resto del lago era in mano ai tedeschi che avrebbero potuto portare con loro gli ebrei di Isola Maggiore durante la ritirata».

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