LIBRI/ Sabato Martelli Castaldi. Il generale partigiano.

Dalla Grande Guerra al brevetto di pilota militare, quando ogni volo era “un tentativo”. Dalla costituzione della forza armata aerea all’incarico di Capo di Gabinetto del ministro Balbo. Il congedo forzato del generale più giovane d’Italia e le persecuzioni dell’OVRA. L’8 settembre 1943 e le azioni partigiane a Roma. Dal carcere delle SS in via Tasso alle Fosse Ardeatine. Una vita intensa, una pagina di storia italiana. Sabato Martelli Castaldi. Il generale partigiano…. di Edoardo Grassia
Ugo Mursia Editore in uscita dal 20 giugno 2016)

“Sabato Martelli Castaldi nacque a Cava de Tirreni il 19 agosto 1896. Dopo aver trascorso la fanciullezza a Raito, sulla costa amalfitana, fu portato a Roma dal padre che, oltre ad essere il legale di fiducia di molte personalità del tempo, vantava una solida amicizia con il conte Cini. Nella capitale del regno, dopo aver proseguito gli studi in un istituto di formazione religiosa (San Giuseppe de Merode), si arruolò volontario presso l’accademia del Regio Esercito di Torino. Nominato sottotenente del genio, fu assegnato alla 73^ compagnia zappatori con la quale prese parte alla Grande Guerra (combattendo, tra l’altro, nella sesta, settima, ottava e decima Battaglia dell’Isonzo), prima di transitare nella Regia Aeronautica. Conseguito il brevetto di pilota militare nella scuola di volo di Foggia, fu inviato nuovamente sul fronte orientale (prevalentemente sul Tagliamento) dove operò oltre cento missioni di volo. Terminata la Grande Guerra (pluridecorato con una medaglia d’argento e due di bronzo al valor militare) e dopo aver aderito al movimento fascista quale “ante marcia”, Martelli Castaldi si avviò ad una brillante carriera aeronautica. Nella forza armata aerea, oltre ai vari periodi di comando (tra i quali il 7° Gruppo Autonomo e il 20° Stormo), organizzò le c.d. “Giornate dell’Ala” e altre manifestazioni aeree. Con il grado di colonnello assunse l’incarico di Capo di Gabinetto del Ministro della Difesa Italo Balbo, svolgendone, di fatto, le funzioni durante tutta la durata della “Crociera del Decennale”. E sempre durante questa seconda Crociera Atlantica, Martelli fu incaricato di mantenere i delicati rapporti tra Balbo, che tappa dopo tappa acquisiva fama mondiale tale da oscurare la figura di Mussolini, e lo stesso duce italiano. Mantenere tali rapporti lo collocò in una posizione di mezzo tra le due massime autorità fasciste del momento. A 37 anni fu promosso al grado di generale di brigata, il più giovane d’Italia. A seguito dell’”esilio” di Italo Balbo in Libia, Martelli, al pari di tutti i personaggi aeronautici che avevano vissuto a fianco del maresciallo dell’aria, subì le persecuzioni del nuovo vertice aeronautico: il generale Giuseppe Valle. Nel 1934 scrisse al duce una relazione nella quale denunciò il reale stato della forza armata aerea, indicando nel contempo, come tutte le mancanza fossero in qualche modo celate al capo del governo. Proprio a seguito di questa relazione, fu congedato. Visse, con la famiglia, un periodo di persecuzioni da parte dell’OVRA e, nell’impossibilità di avere un lavoro in Italia, emigrò in Africa. Seguito dalla polizia politica fascista anche nel continente africano, fu obbligato a rientrare in Italia. Terminata la parabola di comando del generale Valle, Martelli riuscì a trovare un lavoro presso il Polverificio Stacchini (società internazionale per la produzione polveri da sparo e munizionamento). Partendo dalla posizione di “usciere”, la sua esperienza e le sue capacità lo fecero rapidamente emergere fino a farlo diventare un dirigente di tale società. Dall’8 settembre 1943, si adoperò subito a favore della Resistenza. Fu tra i combattenti partigiani a Porta San Paolo a Roma e, successivamente, aderì al Fronte Clandestino Militare (FCM), del colonnello Montezemolo. Come dimostrano numerose inedite relazioni, svolse moltissime attività partigiane dal sabotaggio al nascondere personale ricercato dai nazifascisti, dalla distribuzione di esplosivo alle bande interne ed esterne alla città al procurare falsi documenti, dall’invio di comunicazioni radio agli angloamericani, fino all’organizzare campi di volo per favorire la possibile azione degli Alleati. Aspetto particolarmente interessante del periodo della Resistenza, è costituito dal fatto che fu tra i pochissimi militari che collaborò anche con la Resistenza politica del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN). Il FCM, che aveva base monarchico-badogliana, sul piano pratico, evitò, anche su chiaro ordine del governo del sud, strette collaborazioni con i partiti politici soprattutto nella distribuzione delle armi. Nonostante la comune causa che si sostanziava nella Resistenza contro l’occupazione fisica e politica della nazione (e nel caso specifico di Roma), le due componenti militare e politica agirono in maniera separata e non coordinata. Martelli Castaldi, diversamente e come indicato nelle documentazione originale, con una visione più ampia comprese la necessità di una reciproca collaborazione tra le varie anime della Resistenza. Fu tra i pochi che non distinse la Resistenza militare da quella politica, tanto da essere richiesto da alcuni militari per assumere l’incarico di capo del FCM che il governo Badoglio assegnò invece al colonnello Montezemolo. Il 17 gennaio 1943, le Schutzstaffeln, si recarono presso il Polverificio Stacchini per arrestarlo assieme al suo inseparabile amico, il generale Roberto Lordi. Non trovandoli portarono via il titolate della ditta Ernesto Stacchini. Martelli Castaldi e Lordi, che avrebbero potuto sicuramente darsi alla macchia disponendo di rifugi e coperture, decisero di presentarsi a via Tasso per scagionare il loro direttore. Stacchini fu liberato, mentre Martelli e Lordi furono trattenuti.
Anche nella prigione si adoperò a favore dei suoi compagni come il tenente colonnello Frignani (che fu l’ufficiale dei Reali Carabinieri che arrestò Mussolini dopo le sue dimissioni, che fu indicato come responsabile della morte di Ettore Muti e che fu compagno di Martelli Castaldi nella cella di isolamento n. 2 di via Tasso), e tutti quelli che erano reclusi al primo piano del carcere delle SS. Corrompendo le guardie tedesche riuscì da cella ad avere una fitta corrispondenza con la famiglia. Più volte torturato, finì trucidato alle Fosse Ardeatine. Conferitagli la medaglia d’oro al valor militare, il suo nome è stato spesso pronunciato nei noti processi Kappler e Priebke svolti a Roma negli anni seguenti”.
Nel saggio, tutti questi “passaggi” non sono affrontati solo nella specifica esperienza personale, in maniera esclusivamente biografica. Per comprendere meglio l’esperienza di vita del Martelli Castaldi si è fatto un continuo riferimento anche alla macro storia nella quale si svolse la vita del soggetto. Ciò al fine di renderne più comprensibile il suo divenire tra l’esperienza della Grande Guerra e la Guerra di Liberazione, due fondamentali momenti della storia italiana di cui si commemorano in questo periodo importanti ricorrenze. Inoltre, nonostante gran parte dell’arco temporale trattato sia relativo al ventennio fascista italiano, si è cercato di non leggere il continuo divenire solo attraverso la lente dicotomica del fascismo-antifascismo, ritenuta si importante, ma non l’unico punto di vista da cui osservare gli avvenimenti che coinvolsero il soggetto illustrato.
Per quanto concerne la specifica trattazione dei periodi della Resistenza e della prigionia, le numerose testimonianze scritte che rendono conto dell’opera svolta dal Martelli sono documenti originali la maggior parte dei quali provenienti da archivi mai aperti ai ricercatori storici. A corredo del testo, inoltre, vi sono anche alcune originali fotografie. La ricostruzione delle vicende della vita di Martelli Castaldi è stata realizzata attraverso la ricerca archivistica svolta presso:
Archivio Centrale dello Stato;
Archivio di Stato di Salerno;
Archivio dell’Ufficio Storico dell’Esercito;
Archivio dell’Ufficio Storico dell’Aeronautica;
Archivio dell’Ufficio Storico della Guardia di Finanza;
Archivio del Tribunale Militare di Roma;
Archivio Privato Patricia Martelli Castaldi (mai consultato da alcun ricercatore);
Archivio Privato Famiglia Marconi;
Archivio della Camera di Commercio di Roma;
e attraverso interviste con persone che direttamente o indirettamente hanno avuto dei
rapporti con il Martelli Castaldi.

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