157114 - Ai Caduti dell’idrovolante RS-14 della A.N.R. – Trieste

Sulla casetta al Molo Audace, già Molo San Carlo si trovano due lapidi: una in bronzo dell’Associazione Arma Aeronautica in memoria dei Caduti dell’idrovolante R.S.-14 dell’A.N.R. (Aeronautica Nazionale Repubblicana – l’aviazione militare della Repubblica di Salò). La seconda in marmo ricorda al primo aereo che partì da Trieste ad arrivò a Torino attraversando l’intera pianura padana.

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Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Molo Audace (già Molo San Carlo)
CAP:
34121
Latitudine:
45.6525841
Longitudine:
13.7654876

Informazioni

Luogo di collocazione:
al porto Molo San Carlo
Data di collocazione:
1-4-1956
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo
Materiali (Dettaglio):
una targa in bronzo ed una in marmo
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
capitaneria di porto
Notizie e contestualizzazione storica:
Il Fiat R.S.14, denominato anche Fiat CMASA R.S.14, era un idrovolante a galleggianti bimotore da ricognizione marittima a lungo raggio, progettato dalla FIAT e prodotto negli stabilimenti dalla CMASA di Marina di Pisa negli anni quaranta.
Nel 1937 la Regia Marina emise una specifica per la fornitura di un ricognitore marittimo strategico a lungo raggio per sostituire l'ormai datato CANT Z.501 e da affiancare al più recente CANT Z.506. Le caratteristiche richieste erano di raggiungere e mantenere la velocità di almeno 300 km/h, con possibilità di raggiungere i 350 km/h in caso di necessità.
La FIAT affidò il progetto agli ingegneri Manlio Stiavelli e Lucio Lazzarino, i quali realizzarono un velivolo dotato di struttura interamente metallica, al quale venne assegnata la denominazione R.S.14 (Ricognitore Stiavelli). La configurazione era monoplana bimotore, con ala bassa a sbalzo e fusoliera dotata anteriormente di un muso vetrato, che terminava in un impennaggio di coda tradizionale monoderiva. Il galleggiamento era affidato a due robusti galleggianti metallici, collegati sotto le due semiali alle gondole motore e alla fusoliera tramite una serie di montanti e tiranti.
Per la costruzione ci si affidò all'esperienza decennale maturata in campo nautico dalla CMASA di Marina di Pisa, già produttrice degli idrovolanti civili interamente metallici Dornier Wal e che era stata assorbita dall'azienda torinese.
Il primo prototipo prese il volo nel maggio 1939, fornendo delle ottime prestazioni in termini di maneggevolezza e di velocità massima, raggiungendo i 406 km/h, ben più di quanto richiesto nella specifica. Purtroppo venne riscontrata anche una cronica tendenza al cedimento dei montanti collegati ai galleggianti, che causò diversi incidenti in fase di ammaraggio con un conseguente notevole ritardo nella messa a punto. Questo costrinse all'avvio della produzione in serie solamente due anni più tardi, con la consegna ai reparti dislocati nel sud Italia verso la fine del 1941 e nel 1942.
I compiti ad esso assegnati erano limitati alla ricognizione marittima a lungo raggio, alla scorta convogli e a compiti di lotta antisommergibile, mentre il velivolo si rivelò poco adatto alle missioni di ricerca e soccorso a causa delle sua inferiorità nelle fasi di decollo e atterraggio rispetto al CANT Z.506, soprattutto in presenza di mare grosso. Occasionalmente fu impegnato in combattimenti aerei, riuscendo a volte ad abbattere velivoli più veloci e potentemente armati. Sabato 9 maggio 1942, un R.S.14 intercettò due Spitfire V del gruppo decollato dalle portaerei HMS Eagle e USS Wasp, e diretti a Malta. L'armiere Pietro Bonannini che volava a bordo dell'idrovolante li colpì con il fuoco delle mitragliatrici e i due caccia della RAF entrarono in collisione, precipitando subito dopo in mare. Entrambi i piloti britannici restarono uccisi.
Gli R.S.14 restarono in forza alla Regia Aeronautica sino allo sbarco in Sicilia del 1943, quando le truppe alleate cominciarono la conquista del territorio italiano sbarcando in Sicilia e risalendo la penisola verso nord. Per evitare che i velivoli cadessero in mano nemica, molti R.S.14 vennero danneggiati prima della ritirata italiana. I velivoli rimasti vennero utilizzati dall'Aeronautica Cobelligerante Italiana, l'aeronautica interforze creata dopo l'armistizio di Cassibile fino alla fine della seconda guerra mondiale.
Con la fine del conflitto, l'esigenza di rifondare una flotta aerea militare portò alla fondazione dell'Aeronautica Militare, nella quale confluirono gli ultimi esemplari sopravvissuti, rimasti in servizio fino ai primi anni cinquanta.
Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Fiat_R.S.14

Contenuti

Iscrizioni:
Lapide di bronzo:
ASSOCIAZIONE ARMA AERONAUTICA
SEZIONE DI TRIESTE - ISTRIA - FIUME - DALMAZIA
RICORDA I CADUTI DEL RS-14 DELLA A.N.R.
ten Pil. GIOPPO GARIBALDI
all. Uff. Pil. CIGARINI UMBERTO
Mar.llo Mot. CASTELLANELLI FRANCESCO
Cielo di Trieste il 16 marzo 1944

Lapide in marmo:
IL PRIMO AEREO DELL'AVIAZIONE CIVILE ITALIANA PARTENDO DA QUESTO SPECCHIO DI MARE
LEGO'N TRIESTE A TORINO 1.4.1926
1.4.1956
COMUNE DEI TRIESTE
Simboli:
Nella lapide di bronzo simbolo rotondo con corona, sigla AAA e aquila

Altro

Osservazioni personali:
La Pietra più importante è quella di metallo, l'altra riguarda sempre un'impresa aeronautica, ma in tempi di pace.

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