4498 - Monumento funebre ai Caduti di Pian d’Albero – San Piero a Ema

Monumento sepolcrale posto nel Cimitero San Piero a Ema di Ponte a Ema. È costituito da due parti, separate dalla scalinata che sale alla galleria. Le due sezioni sono identiche: una lastra di marmo verticale con una cornice in pietra serena. Ai lati della lastra di sinistra la scritta dedicatoria e al centro sono rappresentate delle figure bronzee che esprimono dolore. Nella lastra destra ci sono invece figure femminili e bambini. Di fronte a terra tre tombe per parte con i resti dei Caduti. Sulle lapidi in pietra le foto e i nomi in caratteri di bronzo.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Ponte a Ema
Indirizzo:
Via Chiantigiana 109
CAP:
50012
Latitudine:
43.736176936108
Longitudine:
11.299357993324

Informazioni

Luogo di collocazione:
Cimitero comunale
Data di collocazione:
20/06/1944
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Sepolcro in pietra; verticale sopra il sepolcro lapide in marmo bianco venato di grigio con al centro lastra in bronzo.
Nella lastra di sinistra sono rappresentate figure che esprimono dolore; in quella di destra sono rappresentate figure femminili e bambini
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Cimitero della Venerabile Confraternita del SS. Sacramento e del Crocefisso - Comune di Bagno a Ripoli
Notizie e contestualizzazione storica:
La "22° Brigata d'Assalto Garibaldi Sinigaglia" (da Alessandro Sinigaglia, il "Vittorio" comandante dei GAP fiorentini, ucciso il 13/2/1944) si era costituita i primi di giugno del '44 e passata la metà del mese contava già un effettivo di circa 400 uomini.
Il 20 di giugno, a seguito di un rastrellamento, i tedeschi scoprirono che in località Pian d'Albero, il casolare della famiglia Cavicchi fungeva da centro di raccolta per i giovani che volevano entrare nelle fila partigiane. Probabilmente in seguito a una spiata i Tedeschi scoprirono la località e attaccarono di sorpresa colpendo all’alba. Alcuni tentarono la fuga ,altri cercarono di resistere, intervennero varie squadre della "Sinigaglia" che tentarono a più riprese di spezzare l'assedio e delle circa 50 reclute oltre metà riuscirono a fuggire.
I partigiani ebbero 20 caduti e i soldati tedeschi fecero 21 prigionieri al casolare, fra i quali anche Aronne Cavicchi di 14 anni ed il nonno Giuseppe, mentre Norberto Cavicchi annumerava fra i partigiani caduti. Vennero portati più a valle in località Sant'Andrea e impiccati a dei gelsi e lasciati lì per qualche giorno a monito per la popolazione. Dopo questi fatti la "Sinigaglia" subì grosse defezioni e buona parte delle reclute accorse negli ultimi giorni riprese la via di casa, rimasero in meno di 150.
Dalla testimonianza di Vincenzo Tani, testimone dei fatti, tratta dal sito della Regione Toscana-Speciali- Storie e memorie del ‘900”:
“Appena finito quello che apparentemente poteva sembrare un processo, ci fecero incamminare nella strada che porta a S. Andrea (una chiesa parrocchiale lì vicino) e lungo quello stradone incominciarono le esecuzioni per impiccagione che mi sembra di rivedere ancora davanti a me. Ricordo quando fu impiccato Aronne Cavicchi, il ragazzo di 14 anni che nonostante la sua giovanissima età, sembrava un uomo fatto. Fu, mi sembra, il quarto ad essere impiccato. Si guardarono sia lui che suo padre, perché anche lui si trovava fra coloro che dovevano essere impiccati e non ci fu né un grido né un lamento. Questo ragazzo morì come un eroe.
Dopo di lui toccò ad un altro giovane con la tuta blu e mentre i tedeschi lo sollevavano da terra… ad un strattone del corpo, la corda si sciolse ed egli cadde a terra. I tedeschi senza scomporsi lo presero, lo risollevarono, gli misero nuovamente il cappio al collo e dettero uno strattone più potente ed il ragazzo questa volta rimase con la carotide stroncata.
Quando circa la metà dei giovani partigiani furono impiccati, erano 8-9, venne un frate della Poggerina (un convento sulla strada provinciale che porta a Greve) si avvicinò a questi ragazzi, e cercò di confortarli in quel momento in cui ormai la morte si stava avvicinando. Pian piano arrivammo al completamento della carneficina che i tedeschi si erano preposti di fare. Dopo avere compiuto questa strage i tedeschi ci radunarono e ci riaccompagnarono alla fattoria lasciando per tutta la notte ed il giorno dopo questi corpi pendenti dalle piante a testimonianza della loro ferocia, quale monito alla popolazione.”

Contenuti

Iscrizioni:
Lato sinistro:
PER NON DIMENTICARE QUANTO SANGUE ITALIANO COSTA LA TIRANNIA
Sepolti:
PRATESI SIRIO - PRATESI SPARTACO - ROMANELLI GIUSEPPE

Lato destro:
PER RICORDARE NEI TEMPI LA FEDE L'EROISMO DEI NOSTRI FIGLI CADUTI PER LA LIBERTA'
Sepolti:
CARRONE MICHELE - PIERATTINI ALDO - MASCAGNI ROBERTO

Davanti ai sepolcri si trovano due piccole targhe in ceramica con l'iscrizione:
Caduti nella battaglia di Pian d'Albero
Simboli:
Lastre in bronzo rappresentanti il dolore e la morte degli uomini a sinistra e il dolore delle donne a destra
Croce in bronzo

Altro

Osservazioni personali:
Il sepolcro è molto curato con piantine di sempreverdi.

Staff Pietre: crediti fotografici Alessandro Bargellini

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