284583 - Cenotafio a Bartolamasi Walter – Modena

Iscrizione posta sulla tomba dei genitori per ricordare il figlio Walter Bartolamasi, bersagliere disperso in mare il 23 gennaio 1942 durante la seconda guerra mondiale. Considerando la data di morte e l’arma di appartenenza di Bartolamasi è plausibile che sia stato vittima dell’affondamento della motonave Victoria nel Mar Mediterraneo.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Indirizzo:
Strada Cimitero S. Cataldo
CAP:
41123
Latitudine:
44.660205812234
Longitudine:
10.906883955048

Informazioni

Luogo di collocazione:
Galleria “N III” del Cimitero monumentale di S. Cataldo.
Data di collocazione:
Informazione non reperita
Materiali (Generico):
Marmo, Altro
Materiali (Dettaglio):
Iscrizione con caratteri a rilievo posta su una lastra di marmo bianco.
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Walter Bartolamasi, di Umberto e Angela Piccinini, nacque a Modena il 17 marzo 1920. Durante la seconda guerra mondiale fu bersagliere. Fu disperso in mare il 23 gennaio 1942.

La Victoria fu una motonave passeggeri lunga 164,6 m. e larga 21,3 m.. Con quattro motori diesel da 18.850 HP raggiunse una velocità massima di circa 23 nodi, divenendo la motonave più veloce del mondo all’epoca. Poteva trasportare 239 passeggeri in prima classe, 245 in seconda e 182 in terza, più 254 uomini di equipaggio. Appartenne alla Società Anonima di Navigazione Lloyd Triestino, con sede a Trieste. Fu progettata dall’architetto navale Nicolò Costanzi e fu varata 6 dicembre 1930 nel Cantiere di San Marco dei Cantieri Riuniti dell’Adriatico, a Trieste. Fu principalmente utilizzata per traversate verso l’estremo oriente. Dopo l’entrata in guerra dell’Italia nel giugno 1940 fu dedicata al trasporto truppe e impiegata nei “convogli veloci” inviati con le truppe in Africa settentrionale.
Alle cinque del pomeriggio del 22 gennaio 1942 la Victoria, dopo aver imbarcato 132 ufficiali e 588 tra sottufficiali e soldati del Regio Esercito Italiano, 405 tra ufficiali e soldati tedeschi e 44 tonnellate di materiali, lasciò Taranto per Tripoli per l’operazione di traffico «T. 18»: l’invio in Libia di quattro motonavi da carico (Monviso, Monginevro, Ravello e Vettor Pisani) cariche di oltre 15.000 tonnellate di rifornimenti, più la Victoria carica di truppe. Le cinque navi usufruirono della scorta di varie siluranti, della corazzata Duilio, di incrociatori leggeri e di cacciatorpediniere. A completamento dell’apparato protettivo vi furono anche ricognitori, aerei antisommergibili e caccia della Regia Aeronautica e della Luftwaffe. Per la Victoria, questa fu la trentasettesima e ultima traversata tra Italia e Libia per trasporto di truppe. Sulla nave, compreso l’equipaggio civile e militare, si trovavano in tutto 1455 uomini. I reparti italiani imbarcati erano il XXXVI Battaglione Bersaglieri (12° Reggimento), il Comando dello stesso 12° Reggimento Bersaglieri e il LI Battaglione Carri Medi (Divisione corazzata «Littorio»). Il convoglio seguì rotte a 190 miglia da Malta, dieci miglia in più di quello che si riteneva erroneamente fosse il massimo raggio operativo degli aerosiluranti alleati basati in quell’isola e nella Cirenaica. Il convoglio fu avvistato da sommergibili e ricognitori che misero in allarme le forze britanniche di base a Malta, Tobruk, Bengasi e Alessandria d’Egitto. Dopo un primo attacco fallito dagli aerei decollati da Malta, alle 17.25 del 23 gennaio tre aerosiluranti britannici si avvicinarono al convoglio gettando in mare due siluri. Alle 17.30 un siluro colpì a poppa la Victoria, sul lato dritto. Attorno alla motonave danneggiata si fermarono i cacciatorpediniere Aviere, Camicia Nera e Ascari per il recupero dei militari buttatisi in mare. I soccorsi furono complicati dal mare molto mosso. Il resto del convoglio, per non esporsi a ulteriori attacchi, proseguì nella navigazione. Il comandante del 12° Reggimento ed altri ufficiali superiori dei bersaglieri abbandonarono, discutibilmente, la nave prima dei loro uomini. Altri ufficiali rimasero invece a bordo della Victoria per dirigere l’abbandono della nave e porre in salvo quanti più uomini possibile. L’Aviere e l’Ascari si affiancarono alla Victoria mentre il Camicia Nera continuò a raccogliere gli uomini in mare. Gli uomini sulla Victoria iniziarono a calarsi verso i cacciatorpediniere quando, alle 18.45, giunsero due aerosiluranti britannici che colpirono la Victoria con un siluro a centro nave, sotto la chiglia. La Victoria affondò di poppa in un quarto d’ora: alle 19 del 23 gennaio 1942 la nave sollevò la prua verso il cielo e s’inabissò per sempre nel punto 33°30’ N e 17°41’ E. La seguirono in fondo al mare, insieme a molti soldati e marinai, il comandante civile Moreni, il comandante militare Grana, il direttore di macchina Martino, il medico di bordo Elvino Bosco ed il radiotelegrafista Michele Uva, rimasti a bordo fino alla fine per dirigere la messa in salvo degli uomini imbarcati. Il maggiore dei bersaglieri Pizzoni fu invece tratto in salvo dopo aver passato due ore in acqua; fu decorato con la Medaglia di Bronzo al Valor Militare per la fermezza con la quale aveva organizzato il salvataggio dei suoi uomini in condizioni particolarmente difficili. L’Aviere, l’Ascari ed il Camicia Nera setacciarono il mare fino alle 00.30 del 24 gennaio, cercando di salvare quanti più uomini possibile. Quando non si vide più nessuno in mare, né si sentirono voci di naufraghi, i tre cacciatorpediniere fecero rotta su Tripoli. Avevano salvato 1046 uomini: centinaia di altri mancavano all’appello. Le fonti divergono sul numero totale degli uomini imbarcati tra 1400 e 1455 uomini: quindi le vittime furono tra 350 e 409.

Fonti:
- https://www.difesa.it/il-ministro/cadutiinguerra/secondaguerra/secondaguerra.html
- http://conlapelleappesaaunchiodo.blogspot.com/2015/07/victoria.html

Contenuti

Iscrizioni:
IN ISPIRITO SCOMPARSO IN MARE
WALTER BARTOLAMASI
N. 17.3.1920 M. 23.1.1942
Simboli:
Sulla lastra è presente la fotoceramica, con cornice, del caduto in divisa da bersagliere.
Agganciati alla lastra ci sono due vasi portafiori e una lampada votiva.

Altro

Osservazioni personali:
Nella Banca dati del Ministero della Difesa risulta come Bartolomasi.

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