4345 - Ciclo di epigrafi sui pilastri del ponte Metauro – Fano

Ciclo di quattro epigrafi presenti sulle lastre di rivestimento dei pilastri del ponte sul fiume Metauro, in ricordo della sua edificazione e ricostruzione dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale (1945):

  1. Suddivisa in due parti, è incisa sulla facciata che guarda a nord-ovest del pilastro lato mare, sulla spalla sinistra. La parte superiore ricorda la prima costruzione del ponte (1925); la parte inferiore ricorda la ricostruzione post bellica.
  2. Suddivisa in tre parti, è incisa sul pilastro lato monte della spalla sinistra: nella prime due parti (facciata che guarda a nord-ovest), sono riportate, in alto, un’ ode al ponte stesso ed alla sua costruzione (1925), in basso alcuni passi tratti dagli Annali di Tito Livio (“Historiarium ab urbe condita qui supersunt omnes”, Lib. XXVII,  Cap.  LI) narranti le vicende della Battaglia del Metauro combattuta tra Romani e Cartaginesi; la terza parte (facciata che guarda a nord-est) riporta alcune frasi tratte da un’ode di Quinto Orazio Flacco (Carmina IV, 4, 37-44) narranti anch’esse le vicende della medesima battaglia.
  3. Suddivisa in tre parti, è incisa sul pilastro lato mare della spalla destra (pilastro ricostruito nel dopoguerra). Le prime due parti (facciata che guarda a sud-est) riportano, in alto un’ode al ponte stesso, in basso il ricordo della sua ricostruzione post-bellica (1945) e successivo ampliamento (1952). La terza parte, scolpita sulla facciata che guarda a sud-ovest, riporta alcune frasi tratte da un’ode di Quinto Orazio Flacco (Carmina, IV, 4, 37-44) narranti le vicende della Battaglia del Metauro, combattuta tra Romani e Cartaginesi.
  4. Suddivisa in due parti, è incisa sulla facciata che guarda a sud-est del pilastro lato monte della spalla destra (pilastro ricostruito nel dopoguerra). La parte  superiore ricorda gli eventi della battaglia del Metauro combattuta tra Romani e Cartaginesi; la parte inferiore riporta invece alcuni passi tratti dagli Annali di Tito Livio (“Historiarium ab urbe condita libri qui supersunt omnes”, Lib. XXVII, Cap. L) narranti tale battaglia.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Località Ponte Metauro
Indirizzo:
SS Adriatica sud
CAP:
61032
Latitudine:
43.8272165
Longitudine:
13.052366

Informazioni

Luogo di collocazione:
Ponte Metauro
Data di collocazione:
1925; 1945; 1952
Materiali (Generico):
Bronzo, Pietra
Materiali (Dettaglio):
Iscrizioni incise su pietra calcarea
Stato di conservazione:
Sufficiente
Ente preposto alla conservazione:
Informazione non reperita
Notizie e contestualizzazione storica:
Nel corso dei secoli si menziona la costruzione di più ponti in legname per l'attraversamento del Metauro vicino alla foce, ripetutamente distrutti dalle alluvioni del fiume. Nel 1925 fu invece edificato il ponte attuale in muratura, lungo 280 metri, formato da 15 archi a sesto fortemente ribassato con luce di 14 m.; i piloni monumentali alle testate del ponte furono progettati dal prof. Mario Urbani della Scuola d'arte di Pesaro. Sui quattro pilastri furono incise altrettante epigrafi dettate al comm. Nazzareno Olmeda, presidente della deputazione provinciale. Il ponte fu danneggiato dai bombardamenti della seconda guerra mondiale e riparato nel 1952 dall'Anas. Le citazioni in latino furono affisse nel Dopogerra in sostituzione dei fasci littori rimossi dopo la caduta del Fascismo. Nella prima iscrizione, la frase "COSTRUITO NEL MCMXXV" è stata sovrapposta nel dopoguerra alla scrittura originaria "NELL' ANNO III DELL' ERA FASCISTA".

Contenuti

Iscrizioni:
(spalla sinistra, pilastro lato mare)
Provincia di Pesaro e Urbino costruito nel MCMXXV con volontà tenace di essere in ogni opera dei figli di Roma
Ricostruito nel MCMXLV il ponte distrutto dagli eventi bellici con più ampia sede stradale furono questi fastigi nuovamente eretti dall'A.N.A.S nel MCMLII

(spalla sinistra, pilastro lato monte)
SCENDONO
AL MARE NOSTRO
SOTTO QUESTI SOLIDI ARCHI
ERETTI
DALL' AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE
DI PESARO URBINO
LE NON TEMUTE ONDE DEL METAURO
RISONANTI
DEI FASTI DELL'AGRICOLTURA
DELLA GLORIA DI ROMA
MENTRE SICURO
SOPRA IL TRANSITO FERVE
NELLA COMUNIONE
DEGLI SPIRITI E DEI COMMERCI
-----
ANNO- MCMXXV
XXV ANNIVERSARIO
DEL REGNO DI S.M. VITTORIO EMANUELE III

LEGATI ERANT L. VETURIUS PHILO P. LICINIUS
VARUS Q. CAECILIUS METELLUS CIRCUNFUSI
OMNIS GENERIS HOMINUM FREQUENTIA
IN FORUM PERVENERUNT CUM ALII IPSOS
ALII COMITES EORUM QUAE ACTA ESSENT
PERCONTARENTUR ET QUISQUE AUDIERAT
EXERCITUM HOSTIUM IMPERATOREM
QUE OCCISUM LEGIONES ROMANAS
INCOLUMES SALVOS CONSULES ESSE EXTEMPLO
ALIIIS PORRO IMPERTIEBANT GAUDIUM SUUM
T. LIVII. ANN. 27-51

QUID DEBEAS O ROMA NERONIBUS
TESTIS METAURUM FLUMEN ET HASDRUBAL
DEVICTUS ET PULCHER FUGATIS
ILLE DIES LATIO TENEBRIS

QUI PRIMUS ALMA RISIT ADOREA
DIRUS PER URBES AFER UT ITALAS
CEU FLAMMA PER TAIDAS VEL EURUS
PER SECULAS EQUITAVIT UNDAS
HOR. CARM IV-4

(spalla destra, pilastro lato mare)
Scendono
nel mare nostro
sotto questi solidi questi archi
eretti
dall' amministrazione provinciale
di Pesaro Urbino
le non temute onde del Metauro
risonanti
dei fasti dell'agricoltura
della gloria di Roma
mentre sicuro
sopra il transito ferve
nella comunione
degli spiriti e dei commerci
-----
anno - MCMXXV
XXV° anniversario
del regno
di S.M Vittorio Emmanuele III

Ricostruito nel MCMXLV
il ponte distrutto dagli even
ti bellici con più ampia sede
stradale furono questi fastigi
nuovamente dall' A.N.A.S.
nel MCMLII

Quid debeas o Roma neronibus
testis metaorum flumen et hasdrubal
devictus et plucher fugatis
ille dies latio tenebris

qui primus alma risit adorea dirus per urbes afer ut italas
ceu flamma per taedas vel eurus
per siculas equitavit undas
hor. carm IV-4

(spalla destra, pilastro lato monte)
PROVINCIA
DI
PESARO URBINO
IN QUESTA VALLE NELL'ANNO CCVII A.C.
I CONSOLI
CLAUDIO NERONE
E
LIVIO SALINOTO
DISTRUSSERO
IL MERCENARIO ESERCITO
DI ASDRUBALE
PER SALVARE
LA CIVILTA' DI ROMA

ITER EIUS NERONIS FREQUENTIA MINORE QUIA
NEMO PRACESSERAT NUNTIUS LAETITIA
VERO TANTA VIX UT CELEBRATUM EST
NAM ROMAE NEUTER ANIMI HABITUS SATIS
DICI ENARRARIQUE POTEST NEC QUO INCERTA
EXPECTATIONE EVENTUS CIVITATIS FUERAT
NEC QUO VICORIAE FAMAM ACCEPIT
T. LIVII ANN. 27-50
Simboli:
Vaso rituale, aquile e stemma

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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