175179 - Cippo a 6 partigiani caduti il 23/4/1945 – Ghiarda di Reggio Emilia

Il cippo dedicato ai partigiani caduti nella zona di Ghiarda il 23 Aprile 1945, si trova lungo il margine dell’omonima strada, dinanzi ad un parcheggio. Caratteristica particolare di questo manufatto è la presenza della stessa lapide su entrambi i lati (anteriore e posteriore). E’ formato da una lunga struttura in graniglia di marmo a pianta rettangolare su cui sono collocate le lapidi di granito rosso. L’epigrafe riporta la comune data di morte e i nominativi dei sei Caduti disposti in ordine alfabetico. Di ciascuno è presente il fotoritratto in ceramica, racchiuso in una cornice ovale di metallo argentato. Nella parte inferiore della lastra vi è la data della ricostruzione della stessa, dopo che questa ha subito atti vandalici.

Posizione

Nazione:
Regione:
Provincia:
Comune:
Frazione:
Frazione Ghiarda
Indirizzo:
Via Ghiarda
CAP:
42123
Latitudine:
44.6663312
Longitudine:
10.5656125

Informazioni

Luogo di collocazione:
Margine compreso tra la strada ed un parcheggio
Data di collocazione:
Inaugurato il 22 Aprile 1946, danneggiato e ricostruito il 25 Aprile 1975. Lapide ricostruita il 25 Aprile 1991.
Materiali (Generico):
Bronzo, Marmo, Pietra, Altro
Materiali (Dettaglio):
Graniglia di marmo per la struttura del cippo. Granito rosso per le lapidi con l'epigrafi. Metallo argentato per i caratteri in rilievo delle epigrafi, per la croce cristiana, per la stella a cinque punti e per le cornici che racchiudono le immagini dei Caduti. Cemento per lo zoccolo. Ceramica per i fotoritratti dei partigiani. Graniglia di marmo per la pavimentazione posteriore di accesso al cippo. Pietra per le mattonelline della pavimentazione anteriore. Bronzo per i due vasi portafiori. Il culmine del cippo è di forma piramidale, mentre due duplici prominenze a pianta rettangolare corrono lungo metà dei sui fianchi. Lo zoccolo, in cemento, è formato da due parti: quella inferiore, più grande, è di forma trapezoidale, mentre quella superiore è rettangolare. L'accesso dal parcheggio è pavimentato con formelle quadrate di graniglia di marmo, mentre quello da Via Ghiarda con mattonelline in pietra. Completa la descrizione del sito la presenza di due vasi portafiori di bronzo disposti sullo zoccolo, ognuno dinanzi alla propria lapide.
Stato di conservazione:
Ottimo
Ente preposto alla conservazione:
Comune di Reggio Emilia
Notizie e contestualizzazione storica:
Villa Rivalta è una frazione posta a sud del Comune di Reggio Emilia, comprendente diverse località, tra cui Ghiarda e San Rigo, luoghi che, il 23 Aprile 1945, furono teatro di uno scontro armato tra partigiani appartenenti a varie formazioni e militari tedeschi, avvenuto proprio il giorno precedente l'insurrezione cittadina.
Il Comando Piazza, l'organismo della Resistenza preposto alla direzione delle operazioni insurrezionali, era rimasto inattivo dall'autunno precedente ed ora era giunto il momento in cui la sua funzione si sarebbe resa indispensabile. Per questo motivo il 23 Aprile 1945, a San Rigo di Rivalta, si era tenuta una riunione per designarne i quadri dirigenti. Comandante era stato nominato Giacomo Fantuzzi (“Zeta”); commissario politico Ervè Ferioli (“Conti”) e vice-comandante Bruno Pregreffi (“Menotti”). Sulla sua reale efficienza, però, vi erano molti dubbi, generati anche dall'incertezza del momento e dall'oggettiva difficoltà che regnava negli altri organismi partigiani: il Comitato di Liberazione Nazionale Provinciale faceva sentire la sua influenza prevalentemente sulla montagna reggiana, mentre il Comitato di Liberazione Nazionale del capoluogo aveva avuto uno stretto controllo da parte dell'apparato repressivo fascista, limitandone di molto l'attività cospirativa (1).
Quindi la riorganizzazione del Comando Piazza, anche se fatta in concomitanza allo sfascio di tutto l'apparato nazifascista, non garantiva una reale ed efficiente capacità direttiva nelle operazioni che le formazioni partigiane avrebbero dovuto affrontare.
Come misura di sicurezza, intorno alla zona in cui si era svolta la riunione, erano state dislocate diverse squadre di partigiani appartenenti a varie formazioni, prevalentemente membri delle S.A.P. (Squadre di Azione Patriottica) e dei G.A.P. (Gruppi di Azione Patriottica).
Data la presenza a San Rigo Vecchio di un presidio tedesco, acquartierato nella casa della famiglia Santi, nei pressi del rio Fossa Marcia, la mattina del 23 Aprile i partigiani decisero d'intimare la resa ai nemici per evitare un'ormai inutile spargimento di sangue (2).
Trovandosi lungo una strada percorsa dalle truppe in ritirata, il presidio si era nel frattempo rinforzato grazie alla presenza di altri soldati che vi avevano trovato temporanea sosta. Inoltre i tedeschi erano comunque ben armati, dotati di armi automatiche, anche pesanti, con abbondante munizionamento.
La resa, però, non era stata accettata, non fosse altro per il fatto di doversi consegnare a dei combattenti irregolari, i “banditen” sempre disprezzati e ferocemente combattuti; oppure anche per la paura di poter essere uccisi una volta arresisi.
Non era restato che il combattimento, che si era acceso vivace nella zona della Ghiarda, dove maggiore era la presenza dei partigiani. Questi non potevano certo contrapporsi in maniera efficace alla potenza di fuoco del nemico e pertanto, dopo alcune ore, avevano deciso di mantenere un piccolo gruppo di uomini teso a coprire la ritirata del grosso dei compagni verso Rubbianino di Quattro Castella (Re). Sul terreno erano rimasti i corpi di quattro partigiani: Dante Beltrami, Mario Garavaldi, Giuseppe Labellarte ed Orlando Strozzi. Tre quelli feriti. Imprecisate le perdite tedesche. Nel frattempo gli abitanti della zona in cui si erano svolti gli scontri avevano abbandonato le loro case per ripararsi in quelle più lontane o isolate.
Per sgombrare definitivamente il campo dalla presenza dei partigiani, i tedeschi avevano iniziato a rastrellare i dintorni facendo prigionieri numerosi civili, circa una quarantina, che erano stati raccolti e rinchiusi in due case coloniche, dividendo gli uomini dalle donne e dai bambini. Gino Gambini (4), abitante nella zona investita dal rastrellamento, era stato ucciso nel tentativo di sfuggire alla cattura. La situazione era drammatica e incerta. Vi era il concreto timore che si scatenasse una tremenda rappresaglia con la fucilazione dei prigionieri e l'incendio delle abitazioni, prassi abituale per i tedeschi, ma ora ancor più reale, visto il clima di esasperazione e di vendetta di un esercito sconfitto e sulla via della ritirata. In questi frangenti era stato scoperto il partigiano Livio Francia che, ferito gravemente, si era rifugiato in una casa. Il giovane subì l'accanimento e la rivalsa dei nazisti, che volevano anche estorcergli informazioni circa le intenzioni dei partigiani. Lasciato agonizzante, Francia morirà dopo qualche giorno (5).
I tedeschi, visto che l'azione di rastrellamento si era dimostrata infruttuosa, lasciarono la zona ritirandosi verso Cavriago (Re) e Montecchio Emilia (Re). I civili catturati erano stati lasciati dentro le due case coloniche e, dopo qualche ora dalla partenza dei soldati, riuscirono a liberarsi.
Alcune donne, insieme a don Aldo Radighieri, parroco di Rivalta, si adoperarono a recuperare i corpi dei partigiani caduti, lasciati in mezzo ai campi. Dopo averli lavati e ricomposti, li trasportarono con un carretto trainato a mano nella cappella del Cimitero di Rivalta.

I Caduti:

Dante Beltrami (“Fido”), nato a Villa Rivalta il 25 Maggio 1921, ivi residente. Partigiano appartenente alla 77a Brigata Garibaldi S.A.P. “Fratelli Manfredi”, caduto a Villa Rivalta (3);

Livio Francia (“Clark”), nato ad Albinea (Re) il 1° Gennaio 1924, residente a Reggio Emilia. Partigiano appartenente alla 77a Brigata Garibaldi S.A.P. “Fratelli Manfredi”;

Mario Garavaldi (“Vecio”), nato il 7 Maggio 1914, residente a Reggio Emilia. Partigiano appartenente alla 37a Brigata Garibaldi G.A.P. “Vittorio Saltini”;

Gino Gambini (“Franco”), nato il 17 Dicembre 1907, residente a Villa Rivalta. Riconosciuto partigiano appartenente alla 144a Brigata Garibaldi “Antonio Gramsci”, caduto a San Rigo;

Giuseppe Labellarte, nato ad Ortanova (Fg) il 3 Novembre 1915, residente a Foggia. Partigiano appartenente alla 37a Brigata Garibaldi G.A.P. “Vittorio Saltini” (6);

Orlando Strozzi (“Arno”), nato a Quattro Castella il 29 Maggio 1925, residente a Villa Rivalta. Caponucleo della 76a Brigata Garibaldi S.A.P. “Angelo Zanti” caduto a Castelbaldo di Rivalta (7).

NOTE:

1) Stante questa situazione, due giorni prima della riunione di San Rigo, il C.U.M.E.R. (Comando Unico Militare Emilia Romagna) si era avocato le funzioni e i poteri del Comando Piazza.
2) Secondo lo storico ed ex partigiano Guerrino Franzini, lo scontro si svolse nel primo pomeriggio del 23 Aprile, quando i tedeschi attaccarono improvvisamente i partigiani posti a protezione del luogo in cui si stava svolgendo la riunione del Comando Piazza. I resistenti erano riusciti a sganciarsi con fatica dal nemico dopo alcune ore di combattimento (G. Franzini “Storia della Resistenza reggiana”, A.N.P.I. Reggio Emilia, Tecnostampa, Reggio Emilia 1966 pagg. 751/52).
3) Dal blog “Finanza & Lambrusco”, Beltrami risulterebbe nato a Reggio Emilia il 23 Maggio 1921.
4) Consultando il sito dell'Istoreco (Istituto Storico della Resistenza di Reggio Emilia), nelle pagine dedicate ai Caduti della Resistenza, Gino Gambini è riconosciuto partigiano.
5) Secondo il sito dell'Istoreco, Francia risulterebbe caduto a San Rigo di Rivalta il 23 Aprile 1945 per ferite.
6) Dal blog “Finanza & Lambrusco”, Labellarte sarebbe nato il 3 Novembre 1913.
7) Dal blog “Finanza & Lambrusco”, Strozzi sarebbe nato il 29 Maggio 1923. Anche il sito dell'Istoreco lo indica nato nel 1923, ma con il singolare nome di Olando.

Contenuti

Iscrizioni:
CADUTI PER LA
LIBERTA'
IL 23 4 1945

BELTRAMI
DANTE
N. 25 5 1921

FRANCIA
LIVIO
N. 1 1 1924

GARAVALDI
MARIO
N. 7 5 1914

GAMBINI
GINO
N. 17 12 1907

LA BELLARTE (sic)
GIUSEPPE
N. 3 11 1915

STROZZI
ORLANDO
N. 29 5 1925

LAPIDE
RICOSTRUITA
IL 25 4 1991
Simboli:
Simboli in rilievo collocati in testa alla lapide: Croce cristiana sulla parte superiore sinistra della lapide. Stella a cinque punte, simbolo delle Brigate Garibaldi, formazioni partigiane organizzate dal P.C.I., sulla parte superiore destra della stessa.

Altro

Osservazioni personali:
Informazione non reperita

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